È morta martedì 29 dicembre 2020 Livia Giustolisi, giornalista, prima a Repubblica, poi ad Epoca, quindi per 30 anni alla Rai, dove ha lavorato fra l'altro anche all'ufficio stampa, motore del premio 'Giustizia e Verità' intitolato al padre Franco, firma storica del giornalismo d'inchiesta e autore del saggio 'L'armadio della vergogna' sulla stragi naziste in Italia.
Livia, classe 1951, impegnata anche nel sindacato, custode della memoria del padre, paladina del giornalismo con la 'schiena dritta', grande passione civile, è deceduta improvvisamente in conseguenza del Covid, per il quale era stata ricoverata pochi giorni fa.
Oltre al premio per le migliori inchieste istituito nel 2015 con il patrocinio, fra gli altri, del Senato e della Federazione nazionale della Stampa italiana, e per iniziativa del comune di Sant'Anna di Stazzema, nel 2016 è stato anche fondato l'Archivio Franco Giustolisi – Onlus.
«Sempre in prima linea contro bavagli, censure, oscurità e oscurantismi, sino alla fine ha dedicato le sue energie alla scoperta di donne e uomini capaci di illuminare le periferie del mondo e di valorizzare quello spirito critico senza il quale non può esistere la libertà di informazione», ricordano Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, presidente e segretario generale della Fnsi.
«Il modo migliore per ricordarla – proseguono – sarà quello di mettersi a disposizione di chi vorrà far continuare a far vivere il premio Giustolisi, che ha rappresentato tanta parte della sua vita e del suo impegno etico, professionale e civile».