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Lutto 08 Nov 2007

A Pianaccio l'addio a Enzo Biagi, maestro di giornalismo Presente una delegazione della Fnsi con Siddi, Serventi e Natale

Rappresentanti delle istituzioni, colleghi come Paolo Mieli, Ferruccio De Bortoli, Marco Travaglio, Milena Gabanelli, cittadini di Pianaccio, ma soprattutto tanti amici che lo hanno amato e ammirato. E politici. Nessuno di centrodestra. Un migliaio di persone hanno portato oggi l'ultimo saluto a Enzo Biagi, nel suo paesino natale, un borgo sperduto e splendido arroccato sui colli bolognesi.

Rappresentanti delle istituzioni, colleghi come Paolo Mieli, Ferruccio De Bortoli, Marco Travaglio, Milena Gabanelli, cittadini di Pianaccio, ma soprattutto tanti amici che lo hanno amato e ammirato. E politici. Nessuno di centrodestra. Un migliaio di persone hanno portato oggi l'ultimo saluto a Enzo Biagi, nel suo paesino natale, un borgo sperduto e splendido arroccato sui colli bolognesi.

Una santa messa concelebrata nella chiesetta di San Giacomo e Sant'Anna, un centinaio di posti a sedere in tutto. Chi non è riusciuto a entrare ha atteso fuori, per accompagnare poi in corteo la bara, in legno chiaro e rose rosse, fino al piccolo cimitero che si trova proprio sotto la casa di Biagi, una costruzione in pietra in via Roma al 4, dove all'ingresso sono stati portati dei fiori gialli. "Ha capito che la tv svegliava le coscienze", ha detto il cardinale Ersilio Tonini nella sua omelia, affiancato dai parroci di Lizzano in Belvedere e Vidiciatico, don Racilio Elmi e don Giacomo Stagni, insieme a don Mazzi. Tante le corone di fiori appoggiate all'esterno della chiesa. Tra le altre, quella del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di Luca Cordero di Montezemolo, della Fiat, della Ferrari, della Federazione nazionale della stampa e dell'amministrazione comunale di Lizzano. Non è voluto mancare alla cerimonia il presidente del Consiglio, Romano Prodi. Parlando con i giornalisti, il premier ha chiesto di evitare per questo giorno le polemiche, ricordando che Biagi, per il suo allontanamento dalla Rai, "ha sofferto" e precisando che comunque "gli italiani sanno benissimo quali sono gli atti di giustizia" e sottolineando infine che in Italia il rischio del conflitto di interessi "c'è sempre" come in tutte le democrazie, ma "forse in Italia più di quello che dovrebbe esserci". Presente alla cerimonia anche il direttore de 'Il Corriere della Sera', Paolo Mieli, il quale ha ricordato che nel pomeriggio a Milano, alle 18.30, nella storica sede del giornale in via Solferino ci sarà una manifestazione pubblica per commemorare il collega scomparso. Commosso il ricordo della figlia Bice, che si è soffermata a ricordare quanto il padre amasse il cielo azzurro e i colori di Vidiciatico, in una giornata come questa dove grazie al tempo clemente, gli stessi colori che Biagi tanto ammirava lo hanno voluto accompagnare per l'ultimo saluto. La figlia di Biagi, a chi le domandava se ritenesse che ad allontanare il giornalista per un periodo dalla Rai fosse stato un 'editto bulgaro', ha replicato: "Certo che c'è stato", sottolineando che "c'è qualcuno che a volte ha delle botte di amnesia". Anche il sindaco di Roma e segretario del Partito democratico, Walter Veltroni era presente alla cerimonia e di Biagi ha spiegato che ha incarnato "un'idea del giornalismo e forse anche della vita" e ha anche osservato come Biagi ha vissuto la sua battaglia successiva all'allontanamento dalla Rai "in assoluta coerenza con il resto della sua vita''. Presente alla cerimonia anche il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, che ha voluto portare la sua "testimonianza di quanto Enzo Biagi sia considerato un simbolo di chi ha avuto a cuore la libertà". E per commemorarlo, ha detto il ministro, bisognerà portare avanti "iniziative legislative che correggano il sistema che altrimenti rischia di riproporre i pericoli" di cui il giornalista è rimasto vittima secondo Gentiloni. Tanti, poi, gli amici partigiani che hanno raggiunto Pianaccio portando lo stendardo dell'Associazione nazionale partigiani italiani. "Siamo venuti per ringraziare Enzo Biagi -ha detto uno di loro, Mario- che ha sempre messo in rilievo l'importanza della Resistenza a differenza di altri che hanno governato e che hanno calpestato tutti i suoi valori. Ringraziamo Biagi e la sua famiglia per essere riuscito a dire tutto quello che ha detto senza mai piegarsi alle pressioni e per essere stato così integro, così uomo". Ad accompagnare la Santa messa e a omaggiare il feretro all'uscita della chiesa il coro di Montepizzo, del comune di Lizzano in Belvedere, che ha intonato 'Bella ciao'. Anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi, si è unito al corteo funebre che ha percorso una strada in discesa in direzione del cimitero, immerso nei boschi e circondato dai colori dell'autunno. Durante il corteo, in testa al quale c'era il cardinale Tonini seguito dal feretro e dalle figlie, Bice e Carla, si è voluto fermare davanti alla abitazione di Biagi. Mentre il suono delle campane accompagnava la processione, un amico ha oluto "ricordare Enzo quando era qui, un montanaro come noi". Dopo la cerimonia la famiglia Biagi ha voluto salutare tutti coloro che hanno preso parte al funerale con un banchetto allestito nell'unico bar di Pianaccio. Tante le specialità locali e musica classica in sottofondo, un modo per ringraziare giornalisti e amici che sono stati vicini a Biagi anche nell'ultimo traguardo di vita. (ADNKRONOS) Franco Siddi: “Biagi ha pagato prezzi ingiusti con editto bulgaro” Enzo Biagi "ha pagato prezzi ingiusti con l'editto bulgaro e non solo. Ma Biagi uomo indomito non ha piegato a nessun potere la propria coscienza e la sua disponibilità a conoscere e capire fatti e cause per spiegarli e farli capire ai lettori e ai videoascoltatori, anche con un punto di vista chiaro e trasparente mai oltre la misura della civiltà del linguaggio e dei toni". Così il presidente Fnsi, Franco Siddi, ha voluto ricordare, oggi durante i funerali a Pianaccio, la figura di Enzo Biagi. "Quando si parla – ha aggiunto - di necessaria credibilità e schiena dritta dei giornalisti e' naturale pensare a lui, al presente". Per Siddi è "così che lo ricordiamo e dobbiamo ricordarlo anche nella sua capacità di essere presente, uomo e giornalista libero, non attore al centro della piazza mediatica, nelle battaglie collettive della professione giornalistica e dei cittadini per la libertà, l'indipendenza, il pluralismo dell'informazione, la dignità del lavoro giornalistico. Nessuna retorica". Ed è per questo – ha concluso il presidente della Federazione Stampa Italiana – che il viaggio di Biagi non può per questo terminare qui". (AGI)

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