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Editoria 01 Ago 2014

Zanotti: rischio dominio grandi network e fine del pluralismo

"In Italia è in dirittura d'arrivo alla VII Commissione della Camera dei Deputati, nel disinteresse quasi generalizzato, una proposta di legge che prevede l'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria. Sicuri che sia un bene per la vita democratica?". Se lo chiede il presidente della Fisc (che raggruppa i settimanali diocesani), Francesco Zanotti, in un intervento intitolato "I contributi all'editoria, non regalo di Stato ma garanzia democratica", pubblicato sul Sir.

"In Italia è in dirittura d'arrivo alla VII Commissione della Camera dei Deputati, nel disinteresse quasi generalizzato, una proposta di legge che prevede l'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria. Sicuri che sia un bene per la vita democratica?". Se lo chiede il presidente della Fisc (che raggruppa i settimanali diocesani), Francesco Zanotti, in un intervento intitolato "I contributi all'editoria, non regalo di Stato ma garanzia democratica", pubblicato sul Sir.

"Il pluralismo informativo è un valore? Il territorio in Italia ha un senso? Più testate attive sono una ricchezza? – si chiede Zanotti - Oppure è sufficiente qualche informazione generica magari diffusa online, come a volte si vuole far credere, rispetto a un dibattito e a un confronto che può costituire parte del sale di una sana democrazia partecipata?
Sono questi gli interrogativi a cui occorre dare una risposta prima di eliminare un sistema, certamente - rimarca il presidente Fisc - imperfetto e migliorabile. Un sistema che ha anche avuto il merito di sostenere una certa editoria libera, di idee e del territorio che, in svariati casi, dà voce e spessore a realtà altrimenti obbligate all'oblio da un circo costituito da grandi network fin troppo autoreferenziale".
I contributi pubblici all'editoria, ricorda Zanotti,  sono considerati un regalo di Stato, ma se anche in "diversi casi sarà anche successo", "l'intero sistema non è tutto da buttare.
Si tratta, diciamolo subito, di un sostegno al pluralismo nell'informazione. Il mercato, da solo, non è sufficiente per garantire la presenza di più voci nel panorama dell'informazione. E proprio questo settore, così delicato e importante per la crescita e lo sviluppo democratico di un Paese che amerebbe definirsi avanzato, non può essere considerato alla stregua di qualsiasi altro comparto".
In Europa, tanto spesso invocata "anche a sproposito", commenta il presidente Fisc, "per la carta stampata e l'informazione più in generale, invece, si tace su quanto accade nel nostro continente. In quasi tutti gli Stati l'informazione viene sostenuta, con sistemi diversi, ma è certo che viene aiutata. È troppo importante per essere lasciata alla dinamica domanda-offerta". Zanotti ricorda che "da tempo la Fisc si batte contro gli sprechi e ha sempre invocato maggiore rigore nella distribuzione delle risorse pubbliche. Ciò vale, evidentemente, anche in questo caso. Però, - sottolinea - soprattutto in fasi di ristrettezze economiche, occorre operare dei distinguo e agire con maggiore raziocinio". (ROMA, 1 AGOSTO - ANSA)

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