“Preoccupazione e fiducia” sono state espresse dal presidente della Fnsi, Franco Siddi, sul tema di apertura del quinto Forum dell’informazione di Gubbio: “Informazione e mercato tra stagnazione e sviluppo”. Ricordati i valori contenuti nella carta elaborato nella precedente edizione del Forum, Siddi ha auspicato che la separazione dell’informazione dal potere politico ed economico, superando i conflitti di interessi, diventi patrimonio anche degli altri protagonisti del mondo dell’informazione, cioè gli editori e le istituzioni.
Sintesi dell'intervento del Presidente della Fnsi, Franco Siddi al V Forum dell’Informazione “Libertà d’informazione: a rischio il sistema Paese” in corso a Gubbio da oggi a domenica: “Preoccupazione e fiducia” sono state espresse dal presidente della Fnsi, Franco Siddi, sul tema di apertura del quinto Forum dell’informazione di Gubbio: “Informazione e mercato tra stagnazione e sviluppo”. Ricordati i valori contenuti nella carta elaborato nella precedente edizione del Forum, Siddi ha auspicato che la separazione dell’informazione dal potere politico ed economico, superando i conflitti di interessi, diventi patrimonio anche degli altri protagonisti del mondo dell’informazione, cioè gli editori e le istituzioni. Il presidente della Fnsi ha quindi indicato i nodi da sciogliere per conciliare il mercato con l’autonomia e il pluralismo: politiche di sviluppo non solo mercantili ma capaci di esaltare il pluralismo con una distribuzione delle risorse, quelle pubblicitarie in particolare, equilibrata e non a tutto vantaggio, come oggi avviene, delle televisioni. In mancanza di queste scelte, resta la preoccupazione che va ben oltre le legittime aspettative della categoria, impegnata nella vertenza per il rinnovo contrattuale. “O si è informati o non si è cittadini” ha ricordato Franco Siddi, sottolineando anche l’altra faccia del problema: “Il diritto a informare” per concludere che dalla sintesi di questi due aspetti nasce un’informazione libera e completa che oggi manca in Italia come più volte segnalato nelle negative valutazioni di importanti organismi internazionali. Limiti superabili, per Siddi, che ha ribadito la fiducia nelle risorse della categoria dei giornalisti e della società italiana”. “Il contratto nazionale di lavoro dei giornalisti non è una camicia di forza ma lo strumento fondamentale di autoregolamentazione del sistema dell’informazione”: lo ha detto il presidente della Fnsi, Franco Siddi, aprendo i lavori del quinto Forum di Gubbio in corso da oggi a domenica nella città umbra. Siddi ha poi lanciato una sorta di appello agli editori, invitandoli a impegnarsi nella negoziazione che, ha precisato, “resta al primo posto nella scala di priorità del sindacato che qui esercita il suo mestiere principale”. La Fnsi, ha però ribadito il suo presidente, “non rinuncia alle risorse della lotta e, di conseguenza, si impegnerà nelle azioni di lotta se gli editori resteranno su una posizione di chiusura”. Rispetto alla vertenza della categoria, Franco Siddi ha sottolineato che il Governo deve attentamente considerare il carattere speciale delle parti sociali protagoniste del sistema informazione, editori e giornalisti. Un contratto di lavoro giornalistico rispettoso dell’autonomia dell’informazione e dei valori del lavoro intellettuale dei giornalisti è un interesse generale dei cittadini, dunque dev’esserlo per il Paese”. "E' a rischio il sistema della comunicazione in questo Paese; è a rischio la libertà sui media è a rischio l'autonomia dei giornalisti". Lo ha detto tra l'altro il segretario generale della FNSI Paolo Serventi Longhi nel suo intervento al forum dell'informazione che si tiene, per tre giorni a Gubbio. "Noi siamo per una riforma radicale delle leggi sulla comunicazione in questo paese, siamo per comportamenti corretti per il sistema delle imprese, siamo per un informazione migliore da parte dei giornalisti". Per Paolo Gentiloni neo-presidente della Commissione Vigilanza Rai, "la libertà di informazione è uno dei valori fondanti del paese; che dai giornalisti arrivi un invito a sorvegliare e vigilare è normale, noi come commissione di Vigilanza per la Rai, cercheremo di farlo,tutelando un valore che è Costitutivo per il nostro paese." Di rapporto tra informazione e mercato ha parlato Sandro Curzi del CDA della Rai, il quale ha sottolineato che questo è un rapporto difficile "tra informazione e cultura. C'è in Italia - ha detto - una carenza di mercato e di cultura. Nel nostro paese c'è necessità di un mercato vero, libero, di reale concorrenza. Noi della Rai abbiamo un piccolo canone che è il più basso d'Europa e nello stesso tempo abbiamo l'obbligo di un tetto pubblicitario. Quindi non riusciamo a stare né essere servizio pubblico sciolto, libero con un suo canone vero, né - ha concluso Curzi - essere sul mercato il modo libero, forti, perché il mercato è bloccato". Per la garanzia nelle comunciazioni è intervento Sebastino Sortino,mentre per la Fieg, il presidente Boris Biancheri. I lavori sono presieduti da Roberto Seghetti della Giunta FNSI. La discussione e l'analisi sui temi del V Forum proseguiranno in serata, domani e domenica. A Gubbio, nell'edizione 2005 del Forum, verrà istituita la Borsa di studio Enzo Baldoni, come deciso dalla FNSI e dalla Associazione stampa Umbra, con l'adesione ed il contributo degli enti locali. (AGI) La comunicazione è investita da un processo di continua evoluzione di cui è difficile prevedere il punto di arrivo: per questo le regole sono necessarie ma devono essere inquadrate in un contesto meno rigido. Boris Biancheri, presidente della Fieg, parla dell'informazione e delle sue problematiche a Gubbio dove si è aperto il 5/o Forum dell'informazione sul tema ''Libertà di informazione a rischio il sistema paese''. In un momento di grande conflittualità tra editori e giornalisti, Biancheri affronta alcuni nodi: il rischio per la libertà di informazione, il capitolo delle regole e il servizio pubblico (''se non è minato al cuore: ma ha bisogno di senso politico e non di propaganda''). ''La libertà - ha detto Biancheri - è sempre a rischio. Siamo noi che la dobbiamo conquistare. Per l'informazione i rischi ci sono e dipendono dall'interazione di più fattori, innanzitutto quelli politici, sociali, economici. Un complesso di circostanze che va analizzato e approfondito. Per questo è opportuno, secondo il presidente della Fieg, promuovere questa tre giorni di Gubbio. Numerosi i temi sul tappeto, a cominciare dalle cosiddette regole, regole al centro di un dibattito aspro tra editori e giornalisti. ''Le regole sono necessarie e indispensabili - ha osservato il presidente della Fieg - ma dobbiamo tenere presente che la situazione è sempre in evoluzione. È quindi difficile scrivere oggi regole per un domani difficile da prevedere''. Regole sì ma contesto flessibile, secondo Biancheri che parla anche del servizio pubblico e della situazione di monopolio che rende anomala l'Italia rispetto a quella di altri paesi. Biancheri, rispondendo alle domande dei giornalisti, ritiene difficile che ''la politica possa fare passi indietro a meno che non si tratti di politica e non di propaganda. Quello che serve è il senso politico'', ha sottolineato Biancheri prima di recarsi alla tavola rotonda sull'informazione e il mercato tra stagnazione e sviluppo. (ANSA) ''Alcuni giornali e alcune trasmissioni televisive non hanno certo dato il meglio di sé in questi giorni informando dell'infortunio di Lapo Elkann'': la critica è venuta da Mauro Paissan, componente del Garante Privacy. Paissan, intervenendo al forum dell'informazione in svolgimento a Gubbio, ha motivato l'istruttoria aperta dall'Autorità sull'informazione sul caso Elkann. ''Abbiamo letto, abbiamo visto, abbiamo ascoltato - ha esordito - cronache gravemente lesive della dignità delle persone protagoniste della vicenda: non solo il giovane Elkann, ma anche le altre persone coinvolte. In certi servizi giornalistici, la sfera privata piu' intima è stata svelata fin nei dettagli, in un accanimento morboso che è giunto fino alla descrizione delle prestazioni sessuali. Non è in discussione il diritto-dovere di informare, trattandosi per di più in questo caso di un personaggio pubblico. Ma si può informare compiutamente senza disattendere la regola prima della deontologia professionale: il rispetto delle persone. Il giornalisti - ha aggiunto Paissan - si assume sempre la responsabilità di ciò che scrive e non può coprirsi dietro il fatto che certe notizie particolarmente delicate sono state rivelate ai cronisti da appartenenti alle forze dell'ordine, da fonti sanitarie o da altri protagonisti della vicenda. Tanto è vero che parecchie testate, pur conoscendo certi dettagli, non gli hanno pubblicati. Per questi motivi - ha concluso Paissan - il Garante ha aperto una istruttoria su come i media hanno trattato in questi giorni la vicenda Elkann''. (ANSA)