Siamo sul Titanic ma non resteremo in silenzio. Lo sostiene l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai che dopo aver proclamato ieri un giorno di sciopero dopo la crisi esplosa all'interno del Cda, affida oggi un comunicato a tutte le pagine informative della Rai, nei Giornali Radio e nei Tg che è un appello agli utenti.
''Non possiamo aspettare in silenzio - spiega il sindacato - che cali il silenzio sul Servizio Pubblico. La Rai oggi è come un Titanic dove, mentre si affonda, sul ponte della nave si fanno conferenze stampa cercando riflettori invece che soluzioni''. I giornalisti, se resteranno immutate le condizioni di stallo nel Cda, attueranno nei prossimi giorni la prima delle due giornate di sciopero che l'Assemblea dei Comitati di Redazione hanno affidato, con voto unanime, all'Usigrai. ''Sarebbe ancora piu' efficace - continua l'Usigrai - se in quella stessa giornata si potesse dare un segnale in tutta l'azienda mobilitando tutti i lavoratori. L'emergenza che sta attraversando la Tv pubblica riguarda tecnologie, ormai obsolete e inadatte alla competizione sui mercati multimediali e radiotelevisivi, format, idee, risorse. Una legge sbagliata ha trasformato il settimo piano di viale Mazzini in un parlamentino''. Per questo oggi sarà diffuso questo comunicato: ''Non staremo in silenzio a guardare lo spegnimento della Rai. Per questo abbiamo avviato le procedure per una giornata di sciopero. Lo stato di paralisi aziendale mette a repentaglio il futuro del Servizio Pubblico e in prospettiva i posti di lavoro. Non ci piace sottrarre agli spettatori l'informazione, né aggiungere altri fronti di lotta a quello già aperto tra giornalisti ed editori sul rinnovo del contratto nazionale. Ma oggi si gioca una partita decisiva per il Servizio Pubblico, già in netto ritardo sul rinnovamento tecnologico e una legge sbagliata determina un Consiglio di Amministrazione incapace di guidare l'azienda''. (ANSA) INTERCETTAZIONI: FNSI, RIVEDERE INTEGRALMENTE TESTO LEGGE = (AGI) - Roma, 11 mag. - Il testo del Ddl Mastella sulle intercettazioni "va radicalmente modificato". Lo scandisce il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, nel suo intervento ad un convegno che l'Ordine dei giornalisti del Lazio ha organizzato proprio sul tema delle intercettazioni telefoniche. "Confermo la mobilitazione del sindacato a fianco dei colleghi dell'Ordine - afferma Serventi Longhi - contro una proposta di legge approvata a larghissima maggioranza dall'assemblea di Montecitorio e che a noi non piace". La legge, avverte il segretario della Fnsi, "aggrava le sanzioni nei confronti dei soli giornalisti e affida la disposizione delle sanzioni all'esterno degli organismi di categoria. La nostra posizione è ferma. Chiediamo all'assemblea del Senato di non approvare il Ddl e di cambiarne radicalmente il testo. E chiediamo al ministro della Giustizia di confrontarsi con noi giornalisti e di ascoltarci". Per Serventi Longhi sarebbe "singolare che l'unica legge sull'informazione fatta dal Governo Prodi fosse proprio questa legge liberticida contro il diritto alla libertà di informazione e il diritto di cronaca". La Federazione della stampa aderirà all'iniziativa organizzata dall'Unione dei cronisti per giovedi' 24 maggio quando un corteo sfilerà dalla sede della Federazione della Stampa fino a Palazzo Madama proprio per informare i senatori sull gravità del disegno di legge. È previsto che una delegazione di manifestanti sia ricevuta dal Presidente del Senato, Franco Marini. (AGI)