16 aprile - ''Riforma della Rai, che allontani l'azienda dalla politica, nei primi cento giorni del nuovo Parlamento, più che del nuovo Governo, dal momento che, come chiediamo da un anno, sul tema del servizio pubblico occorre una pronuncia condivisa, istituzionale, non appannaggio della maggioranza di turno''. A chiederlo è l'esecutivo dell'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai.
''Senza indipendenza, nel mercato interpiattaforma, la Rai è a rischio di crisi nel medio termine. Ricordiamo che il Cda è in scadenza e non appaiono opportune né proroghe, né rielezioni con lo stesso meccanismo che produce lottizzazione'', sostiene il sindacato. ''Appena ci saranno gli interlocutori istituzionali, chiederemo loro un incontro - aggiunge l'Usigrai -, come facemmo nella precedente legislatura coi presidenti di Camera e Senato, nonché col ministro delle Comunicazioni. Se non si vuole che la Rai sia il caso Alitalia del futuro, la questione va messa subito al centro dell'agenda politica. È questa la sola unica interlocuzione che i giornalisti Rai vogliono con i partiti, per il resto continueremo ad occuparci, come abbiamo fatto nei giorni della campagna elettorale, mentre altri si dedicavano a piantare nuove bandiere di componenti, di digitalizzazione, di precariato, di selezioni pubbliche ed autocandidature, di indennità di vacanza contrattuale, di premio di risultato, di sicurezza a Saxa Rubra, nonché di riforma statutaria''. ''L' esecutivo odierno ha fissato il prossimo 22 maggio l'appuntamento coi Cdr per l' indizione ufficiale del congresso, sulla base del lavoro della commissione a suo tempo nominata per redigere la proposta di nuovo Statuto'', conclude la nota. (ANSA)