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Appuntamenti 04 Apr 2012

Usigrai, Fnsi e Asr: manifestazione per il rilancio della Rai Siddi: "Il servizio pubblico verso il dissesto, Lorenza Lei vada a casa"

''Lanciamo al governo la sfida del riformismo. La riforma della Rai e' necessaria, eppure e' l'unica che non compare nell'agenda di governo''. Cosi' il segretario dell'Usigrai Carlo Verna ha riassunto il senso della manifestazione organizzata dal sindacato dei giornalisti Rai, prima con un dibattito al Teatro Capranichetta, poi con una breve manifestazione davanti alla Camera dei deputati. ''La nostra battaglia e' 'riprendiamoci la Rai'. Abbiamo dalla nostra la forza degli abbonati e la porteremo con noi in questa vertenza - ha aggiunto Verna -. Siamo per la politica, ma la politica deve occuparsi delle regole, lasciando da parte gestione dell'azienda''.

''Lanciamo al governo la sfida del riformismo. La riforma della Rai e' necessaria, eppure e' l'unica che non compare nell'agenda di governo''. Cosi' il segretario dell'Usigrai Carlo Verna ha riassunto il senso della manifestazione organizzata dal sindacato dei giornalisti Rai, prima con un dibattito al Teatro Capranichetta, poi con una breve manifestazione davanti alla Camera dei deputati. ''La nostra battaglia e' 'riprendiamoci la Rai'. Abbiamo dalla nostra la forza degli abbonati e la porteremo con noi in questa vertenza - ha aggiunto Verna -. Siamo per la politica, ma la politica deve occuparsi delle regole, lasciando da parte gestione dell'azienda''.

Diversi i parlamentari presenti all'iniziativa, che ha visto per la partecipazione di molti giornalisti e dei vertici della Federazione Nazionale della Stampa. ''La Rai sta andando verso il dissesto - ha detto il segretario Franco Siddi -. La realta' dei conti va oltre il bilancio 2011 e vede un indebitamento che non viene affrontato con un serio progetto di risanamento. Siamo pronti a seguire linee radicali come Fnsi, anche perche' il dg Lei non ha sfruttato le opportunita' che aveva e deve andare a casa''. Un linea sposata dal presidente del sindacato, Roberto Natale, secondo il quale ''la scadenza della concessione del 2016 non puo' essere vista come un appuntamento di routine, ma occorre fare lo stesso percorso di razionalizzazione portato avanti in Gran Bretagna''. Il segretario dell'Associazione Stampa Romana, Paolo Butturini, ha invece lanciato un appello per la tutela dei giornalisti Rai non contrattualizzati correttamente. Il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti ha annunciato di aver chiesto stamane in Aula ''al presidente Fini di accogliere l'appello in rete di Vogliamotrasparenza.it, con cui professori ed esperti chiedono che nelle nomine delle Authority si esca dalla clandestinita'''. ''Temo che le promesse di Monti sulla Rai non avranno seguito - ha affermato Paolo Gentiloni del Pd -, ma mi auguro che noi del Pd non ci adegueremo a questa situazione. Dobbiamo dire ad alta voce che il governo deve portare avanti la riforma''. Per il collega di partito Giorgio Merlo ''l'idea della privatizzazione significa smantellare la Rai ed il commissariamento mi preoccupa perche' non vorrei che con questo governo si trasformasse in un commissario liquidatore''. ''Mi auguro che il governo inserisca nei prossimi provvedimenti in Parlamento anche norme sulla Rai - ha detto invece il Pd Vincenzo Vita -, magari procedendo ad un revisione della governance step by step''. ''Non ho mai visto - ha attaccato Enzo Carra dell'Udc - una situazione cosi' piegata sul conflitto di interesse e sul suo detentore come in questa fase, nemmeno quando c'era il governo Berlusconi''. Per l'ex consigliere Nino Rizzo Nervo ''la Rai e' in una condizione di emergenza e va considerata come una priorita' perche' ha 13.400 dipendenti ed una sua crisi rappresenterebbe un problema non da poco''. Maurizio Sciarra dei 100autori ha invece ricordato il calo degli investimenti sulla fiction e sul cinema e criticato ''il mercato di scambio tra politica e affari che si e' verificato con l'ultimo piano fiction, che grida vendetta''. (ANSA) 4 aprile 2012. di Michele Cassano.

Quando diciamo:" la Rai è un bene comune liberiamola dal guinzaglio dei partiti e dei governo", non intendiamo affatto iscriverci all'anti politica. Tutt'altro. Crediamo che la politica debba fare il suo dovere e scrivere le regole, piuttosto che occuparsi della gestione quotidiana. La scadenza del cda della Rai è un banco di prova importante della reale volontà e capacità del governo di riformare. Noi pensiamo che nessuno possa dire che sia possibile trovare un'intesa sulla riforma elettorale, si possa discutere di art.18 e nemmeno provare a cambiare la governance del servizio pubblico radiotelevisivo.Per questo mercoledì 4 aprile discuteremo del tema al Teatro Capranichetta a partire dalle 10,30 (avendo invitato a farlo con noi associazioni, movimenti, partiti e cittadini) e successivamente manifesteremo in piazza Montecitorio.

RAI. DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DEI COMITATI DI REDAZIONE RAI
L'Assemblea Nazionale dei CdR della Rai in un documento approvato all’unanimità chiede al governo e al parlamento di varare con urgenza una nuova legge di riforma della Gasparri per liberare il Servizio pubblico radiotelevisivo dal guinzaglio dei partiti e degli esecutivi di turno.
La condizione critica della Rai è determinata da un meccanismo di controllo che ha portato alla guida di Viale Mazzini vertici più attenti a interessi esterni e di parte che a quelli aziendali.
La Rai è una delle emergenze di questo Paese: il Servizio pubblico radiotelevisivo è un bene comune e pertanto va restituito ai cittadini che ne sono i veri proprietari.
Per questi motivi i CdR della Rai manifesteranno domani al Teatro Capranichetta di Roma. ROMA, 3 APRILE 2012

LA MANIFESTAZIONE RINVIATA A MERCOLEDÌ 4 APRILE SEMPRE AL TEATRO CAPRANICHETTA
''Per evitare la concomitanza con altre iniziative sul tema della governance del servizio pubblico l'Usigrai ha rinviato al 4 aprile sempre al Teatro Capranichetta di Roma alle ore 10 la manifestazione originariamente programmata per il 27 marzo''. Lo rende noto il sindacato dei giornalisti Rai.
Quel giorno è in programma un convegno nel quale l'Idv presenterà alcune proposte sul servizio pubblico.
''Il sindacato dei giornalisti della Rai - aggiunge il sindacato -, che nel giorno precedente convocherà l'assemblea nazionale dei comitati di redazione invita fin d'ora a partecipare associazioni, movimenti, personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, politici, cittadine e cittadini che condividano la difesa del servizio pubblico inteso come bene comune. In tanti si sono battuti in questi anni contro le leggi bavaglio e l'occupazione della Rai, con loro, con chi ha partecipato in 13 città d'Italia alle manifestazioni di 'Riprendiamoci la Rai', vogliono ancora collaborare i giornalisti per creare le condizioni di un servizio pubblico libero, plurale, moderno''.  (ROMA, 21 MARZO - ANSA)

USIGRAI, FNSI E ASR: MANIFESTAZIONE PER IL RILANCIO DELLA RAI
Il 28 marzo scade il mandato del Consiglio di Amministrazione della Rai. Ad oggi governo e parlamento sono bloccati da veti incrociati. Noi ribadiamo che non accettiamo proroghe dell'attuale vertice, né ipotesi di commissariamento.
Le istituzioni devono finalmente dare una nuova governance al Servizio pubblico in grado di garantire reale autonomia e indipendenza da governi e partiti.Per queste ragioni, nello spirito di Riprendiamoci la Rai (la mobilitazione che ha già toccato 13 città italiane), l'Usigrai - insieme alla Fnsi e all'Associazione Stampa Romana - organizza martedì 27 marzo alle ore 10 al Teatro Capranichetta di Roma (p.zza Montecitorio) una manifestazione aperta a cittadini, associazioni, movimenti e partiti, per chiedere una soluzione di alto profilo per il rilancio della Rai.
Anche questa deve essere una priorità del Paese: le condizioni in cui versa l'Azienda non consentono alcun ritardo. Il governo Monti ascolti l'Europa non solo sulla crisi economica, ma anche sui temi della libertà di informazione e dell'indipendenza del Servizio pubblico: la recente Raccomandazione del Consiglio d'Europa traccia una linea per la Riforma.
Anche a livello locale, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all'unanimità una mozione che chiede al Parlamento una nuova legge sulla governance fondata su efficienza, merito e pluralismo.
La mobilitazione proseguirà poi con l'Assemblea dei Comitati di Redazione della Rai fissata per il 3 aprile. Roma 18 marzo 2012

RAI: VERNA (USIGRAI), E' BENE COMUNE IRRINUNCIABILE
''Le riforme non possono venire da una partita a scacchi con pezzi da sacrificare per poter
vincere. La Rai è un bene comune cui non si può rinunciare come a una torre o un alfiere''. Lo dichiara il segretario Usigrai Carlo Verna.
''Sarebbe un'intollerabile ragion di Stato - prosegue Verna -. Così si va verso una non decisione e un'inaccettabile prorogatio. Ecco perché la manifestazione già annunciata al Teatro Capranichetta di Roma per il 27 marzo dovrà avere anche un epilogo in piazza. Confidiamo comunque ancora nel prestigio e nell'orgoglio di Monti''.  (ROMA, 16 MARZO - ANSA)

RAI: SIDDI (FNSI), NO A GLACIALI LIQUIDATORI, MA GUIDA COMPETENTE E CON PASSIONE SERVIZIO PUBBLICO
Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, intervenendo a Cagliari a in incontro di giornalisti del sociale, ha dichiarato:
“Per la Rai non è l’ora di glaciali manager liquidatori ma di un vertice e di una direzione manageriale di eccellenza, di alta competenza in materia di industria editoriale e di sentita passione per il servizio pubblico inteso nel senso più nobile del termine. Ciò che vi è o sa di carrozzone va smantellato con determinazione, ma occorre rispetto per un’azienda di punta del sistema Italia, una miniera di risorse, di lavoro e di qualità come nessun altro ha nel settore dell’industria e della produzione editoriale e culturale, dalla radiotelevisione alla multimedialità. La Rai, insomma, non è muffa da spazzare via.
Eliminare incrostazioni, sprechi, sudditanze politiche e non solo, ridare valore al lavoro di tante professionalità (patrimonio da stimare tra i beni aziendali persino più delle tecnologie e dei beni materiali), molte delle quali confinate ai margini, inutilizzate o sottoutilizzate  per ragioni politiche o discriminazioni di vario genere, è essenziale, inderogabile, urgente,  qualsiasi sarà il metodo che verrà scelto per designare i nuovi vertici. Ma risanare, recuperare senso e missione pubblica non significa liquidare.
In questi ultimi giorni c’è uno strano clima, che non piace e che non può essere l’interesse del Paese che della Rai - un bene pubblico -  è il vero proprietario. Al Governo dei tecnici e dei vertici politici notturni sono chieste soluzioni di normalità non di mera normalizzazione di facciata dietro qualche uomo/donna di grandi doti nella gestione finanziaria e tecnica. Il caso Rai non può essere paragonato a certi dissesti di industrie aeronautiche, alimentari, o bancarie.” Cagliari, 17 Marzo 2012

RAI: SIDDI (FNSI), NON È UNA QUALUNQUE AZIENDA IN DISSESTO
''Per la Rai non è l'ora di glaciali manager liquidatori ma di un vertice e di una direzione manageriale di eccellenza, di alta competenza in materia di industria editoriale e di sentita passione per il servizio pubblico inteso nel senso più nobile del termine. Ciò che vi è o sa di carrozzone va smantellato con determinazione, ma occorre rispetto per un'azienda di punta del sistema Italia, una miniera di risorse, di lavoro e di qualità come nessun altro ha nel settore dell'industria e della produzione editoriale e culturale, dalla radiotelevisione alla multimedialità. La Rai, insomma, non è muffa da spazzare via''. Lo dice il segretario della Fnsi Franco Siddi.
''Eliminare incrostazioni, sprechi, sudditanze politiche e non solo, ridare valore al lavoro di tante professionalità (patrimonio da stimare tra i beni aziendali persino più delle tecnologie e dei beni materiali), molte delle quali confinate ai margini, inutilizzate o sottoutilizzate  per ragioni politiche o discriminazioni di vario genere, è essenziale, inderogabile, urgente,  qualsiasi sarà il metodo che verrà scelto per designare i nuovi vertici. Ma risanare, recuperare senso e missione pubblica non significa liquidare'', aggiunge Siddi.
''In questi ultimi giorni c'è uno strano clima, che non piace e che non può essere l'interesse del Paese che della Rai - un bene pubblico -  è il vero proprietario. Al Governo dei tecnici e dei vertici politici notturni sono chieste soluzioni di normalità non di mera normalizzazione di facciata dietro qualche uomo/donna di grandi doti nella gestione finanziaria e tecnica. Il caso Rai non può essere paragonato a certi dissesti di industrie aeronautiche, alimentari, o bancarie.'', conclude Siddi(17 MARZO - ANSA)

RAI: SIDDI(FNSI), NO A GLACIALI LIQUIDATORI MA GUIDA COMPETENTE
''Per la Rai non è l'ora di glaciali manager liquidatori ma di un vertice e di una dir
zione manageriale di eccellenza, di alta competenza in materia di industria editoriale e di sentita passione per il servizio pubblico inteso nel senso più nobile del termine. Ciò che vi è o sa di carrozzone va smantellato con determinazione, ma occorre rispetto per un'azienda di punta del sistema Italia, una miniera di risorse, di lavoro e di qualità come nessun altro ha nel settore dell'industria e della produzione editoriale e culturale, dalla radiotelevisione alla multimedialità. La Rai, insomma, non è muffa da spazzare via''.
Lo ha affermato Franco Siddi, Segretario Generale della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) intervendo a Cagliari a un incontro di giornalisti del sociale.
''Eliminare incrostazioni, sprechi, sudditanze politiche e non solo, ridare valore al lavoro di tante professionalità (patrimonio da stimare tra i beni aziendali persino più delle tecnologie e dei beni materiali), molte delle quali confinate ai margini, inutilizzate o sottoutilizzate per ragioni politiche o discriminazioni di vario genere, è essenziale, inderogabile, urgente -ha detto Siddi-, qualsiasi sarà il metodo che verrà scelto per designare i nuovi vertici. Ma risanare, recuperare senso e missione pubblica non significa liquidare''.
''In questi ultimi giorni c'è uno strano clima, che non piace e che non può essere l'interesse del Paese che della Rai -un bene pubblico- è il vero proprietario. Al Governo dei tecnici e dei vertici politici notturni sono chieste soluzioni di normalità non di mera normalizzazione di facciata dietro qualche uomo/donna di grandi doti nella gestione finanziaria e tecnica. Il caso Rai -ha concluso Siddi- non può essere paragonato a certi dissesti di industrie aeronautiche, alimentari, o bancarie''. com-min  (17 Marzo 2012 - ASCA)

RAI: USIGRAI, DA COMMISSARIARE C'È SOLO POLITICA E SUA INVADENZA CAMBIARE LA LEGGE GASPARRI PRIMA RICETTA MA C'È TIMORE CHE SENZA I NUMERI PER CANCELLARLA SI FINISCA COL PRATICARE PROROGATIO ATTUALE CDA
"Da commissariare ci sembra solo la politica e la sua invadenza". È questa in sintesi la posizione del segretario Usigrai Carlo Verna che spiega: "I conti e il loro risanamento non sono la questione Rai, ma la conseguenza della questione Rai. Basta leggere una tabellina pubblicata qualche giorno fa da Il Sole 24 ore per comprenderlo chiaramente. Se testiamo la salute del servizio pubblico italiano dagli ascolti c'è circa un dieci per cento in più rispetto a quelli inglese, francese e tedesco, nonostante  Rai fruisca del canone più basso (nel 2010 Italia 111,Inghilterra 169,Francia 123,Germania 216)". "C'è poi - fa notare - un'ulteriore compensazione di fondi statali a fronte di pubblicità non incassata, ma la torta dei ricavi è sempre per la Rai notevolmente la più piccola. Quanto poi sia lo
Stato inadempiente verso la Rai lo dice la percentuale di evasione del canone 27 per cento in Italia,5 per cento in Inghilterra e Germania, appena l'1 per cento in Francia. Se infine qualcuno puntasse
l'indice sui dipendenti sappia che Rai ne ha la metà di Bbc, gli stessi di France Televison e poco più di un terzo rispetto alle sigle delle televisioni pubbliche tedesche. Da commissariare ci sembra solo la politica e la sua invadenza sulla Rai, che deve alleggerirsi di questo peso insostenibile per poter camminare".
"Dalle difficoltà che sul tema gli stanno venendo Monti puo' rendersi conto di quanto pesante possa esser per noi la morsa dei partiti e soprattutto del conflitto di interessi. Cambiare la legge
Gasparri - ribadisce Verna - resta per l'Usigrai la prima ricetta, ma forte è il timore che parlandone soltanto, senza i numeri per cancellarla, si finisca col praticare la prorogatio dell'attuale  cda,in questo momento il peggiore dei mali. Siamo dunque interessati a capire - chiede infine - se ci siano vie utili, per usare la Gasparri proprio per neutralizzarne gli effetti perversi, 'come un boomerang'
ha scritto ieri su la Repubblica Giovanni Valentini".  (Roma, 18 marzo - ADNKRONOS)

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