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Internazionale 19 Mag 2007

Usa, il New York Post, giornale di Murdoch, confessa i suoi peccati: rivelazioni anche su editore e direttore

I lettori del 'New York Post' hanno pensato di avere sbagliato giornale giungendo ieri alla famosa 'Page Six' del quotidiano, la pagina dedicata ai pettegolezzi più succosi: le rivelazioni più imbarazzanti avevano come bersaglio alcuni dei nomi più famosi del giornale, a partire dallo stesso proprietario, il miliardario Rupert Murdoch

I lettori del 'New York Post' hanno pensato di avere sbagliato giornale giungendo ieri alla famosa 'Page Six' del quotidiano, la pagina dedicata ai pettegolezzi più succosi: le rivelazioni più imbarazzanti avevano come bersaglio alcuni dei nomi più famosi del giornale, a partire dallo stesso proprietario, il miliardario Rupert Murdoch

I lettori del 'New York Post' hanno così appreso che il direttore del quotidiano Col Allan ama frequentare i topless club, che il responsabile della 'Page Six' Richard Johnson ha ricevuto compensi in contanti dal proprietario di un ristorante di New York, che il miliardario Murdoch ha censurato le notizie che potevano far arrabbiare la Cina (dove ha investito in satelliti televisivi) compreso quella di un funzionario cinese che amava a sua volta frequentare i locali di spogliarello della Grande Mela. La pioggia di rivelazioni imbarazzanti è stata causata dal fatto che un ex-collaboratore della 'Page Six' del giornale, Jared Paul Stern, che sta preparando una causa legale contro il giornale era riuscito a farsi consegnare da un altro ex-membro della rubrica dei pettegolezzi, Ian Spielgeman, una serie di informazioni ancora più devastanti sui meccanismi di censure e scambi di favori che ruotano intorno alla famosa pagina di pettegolezzi. Così il 'New York Post' ha deciso di giocare d'anticipo, con uno 'scoop' contro se stesso, confermando alcune dele accuse di Spiegelman, come la passione del direttore Allan per le ragazze in topless la bustarella incassata da Johnson ("ha commesso un grave errore, è stato rimproverato, sono state prese misure perchè la cosa non possa ripetersi", scrive il giornale). Ma le accuse di Spiegelman sono ancora più insidiose perchè tracciano il quadro di una redazione dove la pubblicazione o meno di notizie negative su 'Page Six' veniva usata come merce di scambio per ottenere doni, biglietti gratuiti, pasti gratis e altri benefici. Secondo le accuse di Spiegelman il direttore del giornale Allan, australiano come Murdoch, era tra i più attivi nello sfruttare questi benefici, compreso quello di ottenere favori sessuali gratuiti dalle ragazze del suo topless club preferito (ma il direttore ha negato di avere avuto contatti sessuali con le ragazze). Secondo Spiegelman il ristoratore Nello Balan sarebbe giunto al giornale un giorno con tre mazzette da mille dollari in contanti destinati al capo-rubrica Johnson e ad altri due colleghi. Murdoch avrebbe ordinato al direttore Allan di non pubblicare notizie che potessero metterlo in imbarazzo con la Cina o negative nei riguardi di Bill e Hillary Clinton. È una rivelazione imbarazzante per il miliardario che sta tentando di comprare in questi giorni la Dow Jones e il suo giornale Wall Street Journal: uno dei timori dei venditori è che Murdoch possa influenzare la linea del giornale per plasmarla ai suoi interessi d'affari, timori non certo tranquillizzati dalle rivelazioni di Spiegelman. Un aspetto paradossale della vicenda è che tutto è nato per la causa legale che Stern sta preparando dopo essere stato accusato a sua volta di avere tentato estorsioni ai danni di alcune celebrità, chiedendo denaro in cambio della immunità da notizie negative. Le autorità non hanno incriminato Stern ma il giornale non lo rivuole più. Adesso Stern si sta vendicando. Cercando di dimostrare che il 'New York Post' non è in grado di salire in cattedra in materia di correttezza etica. (ANSA)

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