Danno grande importanza alla qualità nel proprio lavoro, avvertono la responsabilità di quanto comunicano, vorrebbero mettere nel lavoro più soddisfazione, veder considerato il proprio impegno e avere il tempo per aggiornarsi culturalmente e professionalmente Ma hanno troppo spesso la sensazione che non sempre le aziende editoriali condividano gli stessi valori; e soprattutto, nei tre quarti dei casi, segnalano di riuscire ben poco a coniugare qualità del lavoro e qualità della vita
“NOTIZIA STRAORDINARIA: QUALITA’ DEL LAVORO = QUALITA’ DELLA VITA” Danno grande importanza alla qualità nel proprio lavoro, avvertono la responsabilità di quanto comunicano, vorrebbero mettere nel lavoro più soddisfazione, veder considerato il proprio impegno e avere il tempo per aggiornarsi culturalmente e professionalmente Ma hanno troppo spesso la sensazione che non sempre le aziende editoriali condividano gli stessi valori; e soprattutto, nei tre quarti dei casi, segnalano di riuscire ben poco a coniugare qualità del lavoro e qualità della vita, sempre più faticosa. Sono i dati che emergono dal sondaggio tra le giornaliste liguri promosso dall’associazione Ligure dei giornalisti insieme con l’Associazione 3D. Sarebbe una notizia davvero esplosiva, inattesa, straordinaria, assai più dell’uomo che morde il cane del preistorico luogo comune giornalistico, se finalmente, nel lavoro in generale e nelle redazioni in particolare, esplodesse un meraviglioso equilibrio tra qualità del lavoro e qualità della vita: per tutti, uomini e donne. Anche se sono le donne, come dimostrano i dati emersi dal sondaggio - seconda parte di una indagine sul lavoro delle donne giornaliste in Liguria dopo quella del 2001/2002 - a gestire con grande difficoltà l’equilibrio precario tra la vita e il lavoro. Una fotografia che conferma altri dati, anche meno recenti, provenienti da ricerche effettuate in altre regioni e a livello nazionale dalla Cpo/Fnsi e che quindi ribadisce quanto il problema sia drammaticamente vero e consolidato. Ricette possibili? Applicare almeno le regole che già ci sono, dal part-time ai sabbatici, e garantire ai giornalisti la possibilità di organizzare meglio il proprio lavoro, limitando i tempi morti e premiando autonomia e professionalità. Insomma, quella flessibilità di impegni e rispetto dell’integrità psichica che una società civile e democratica - ma prima ancora intelligente - dovrebbe riservare ai propri componenti. Invece si analizza tanto il fenomeno, se ne scrive molto, si prova a combatterlo, ma i risultati arrivano con il contagocce. Perché? Proveranno a chiederselo a GENOVA giornalisti, sindacaliste, imprenditrici, studiose, politiche Lunedì 26 settembre 2005 (dalle 10.30 alle 13.30 Galata Museo del Mare, Darsena) L’incontro, aperto a tutti, è organizzato da Associazione Ligure dei Giornalisti, Cpo della Federazione Nazionale della Stampa, Associazione 3D. PROGRAMMA Saluto di Pierpatrizia Lava, presidente Alg, Associazione Ligure Giornalisti Marina Cosi (presidente Cpo-Fnsi) : Lavoro giornalistico versus qualità della vita? Maria Paola Profumo (presidente 3D): Impegni per il Lavoro Doc Donatella Alfonso (vicepresidente Cpo): Il miraggio qualità, risultati della ricerca Roberta Pinotti (deputato ds): La tutela attraverso le leggi Annamaria Furlan (segr. confederale Cisl): Qualità di vita e lavoro, obiettivo difficile Paola Toni (consigliere nazionale Aidda) : Azioni positive nelle imprese Comunicazioni M. Bianca Berruti, assessore regionale Cpo; Roberta Morgano, asessore comunale Cpo, Marina Dondero, assessore provinciale Cpo, Tiziana Cresci; respons. ligure donne Cgil; Valeria Maione, consigliera regionale parità; Marcello Zinola, segretario Alg; sindacalisti, giornalisti, docenti. Conclusioni Paolo Serventi Longhi (segretario generale Fnsi)