«Ancora una volta ci preme sottolineare con la matita blu che le imminenti progressioni economiche dei colleghi dell'ufficio stampa del Consiglio regionale del Lazio saranno legate alla valutazione di un dirigente non giornalista. Questo rende opaco l'iter della procedura, crea un ulteriore cortocircuito della legge 150 e mortifica la professionalità dei colleghi che lavorano da sempre come una redazione giornalistica, svilendo de jure il ruolo del capo ufficio stampa». Questa la nuova denuncia del segretario dell'Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, da tempo impegnato nella battaglia per il riconoscimento del corretto inquadramento dei giornalisti impiegati nell'ufficio stampa del Consiglio regionale del Lazio.
«Chiediamo alla Fnsi – prosegue Pappagallo – di considerare questa distorsione nel momento in cui dovesse attivare gli auspicati protocolli di intesa con gli enti locali per dare efficacia alla legge 150 sugli uffici stampa. E chiediamo all'Ordine dei Giornalisti del Lazio di intervenire presso il Consiglio regionale del Lazio per la tutela del titolo di giornalista, della dignità professionale dei colleghi e per sanzionare quella che appare come una forma di esercizio abusivo della professione giornalistica da parte di personale non iscritto all’Albo dei giornalisti».