È stato presentato in Fnsi il libro del giornalista tedesco Deniz Yücel 'Ogni luogo è Taksim. Da Gezi Park al contro-golpe di Erdogan', edito da Rosenberg & Sellier. «Un'occasione in più per accendere i riflettori su quello che è diventato il più grande carcere al mondo per giornalisti», ha osservato il presidente Giuseppe Giulietti introducendo i lavori.
«Siamo qui – ha detto – per difendere la libertà e i diritti dei cittadini. Come amava ricordare il collega Mimmo Càndito, che ci ha lasciati da poco: 'I bavagli vanno combattuti ovunque, perché sono contagiosi'. Questa iniziativa fa parte di un percorso che il sindacato dei giornalisti sta seguendo assieme a tante associazioni, che, come Amnesty, hanno a cuore le libertà, tra cui la libertà di stampa. Un percorso che unisce storie e Paesi che sembrano diversi e lontani come Turchia, Egitto, la Slovacchia e Malta».
Il presidente della Fnsi ha poi lanciato due iniziative. Il 20 marzo, a Saxa Rubra, nel giorno del 24esimo anniversario della morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, per dire #NoiNonArchiviamo. E il 2 maggio, alla vigilia della giornata internazionale per la libertà di stampa, «quando organizzeremo una grande iniziativa dedicata ai giornalisti in carcere in Turchia, per ribadire che i colleghi non sono soli», ha concluso.
Moderati da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, alla presentazione hanno partecipato i giornalisti Antonella Napoli, Alberto Negri e Murat Cinar e Anna Del Freo, componente della segreteria della Fnsi e rappresentante italiana della Federazione europea dei giornalisti. «La Efj segue con grande attenzione, insieme con i sindacati turchi, i processi ai giornalisti iniziati dopo il tentato golpe del luglio 2016. È importante tenere desta l'attenzione e la memoria. Per questo abbiamo già organizzato come Fnsi diversi sit-in e continueremo e vigilare, in Italia e in Europa, su quanto avviene in Turchia», ha rilevato Del Freo.
Antonella ha raccontato le ultime tappe del processo in corso ai lavoratori di Cumhuriyet, mentre Alberto Negri, introducendo il libro di Yücel, ha ripercorso, anche attraverso ricordi personali, la storia recente della Turchia mettendo al centro del racconto quella piazza Taksim più volte teatro di eventi epocali. A Murat Cinar, infine, il compito di parlare della Turchia di oggi e delle difficoltà che vivono ogni giorno i reporter che ancora resistono e insistono a voler raccontare con voce critica quello che accade sulle rive del Bosforo. «I giornalisti turchi sono stati costretti ad andarsene, causando un impoverimento intellettuale della Turchia. È difficile costruire una democrazia con questo tipo di impoverimento», ha ammesso.
Intanto, proprio mentre in Fnsi si presentava il libro, i giudici riuniti nel penitenziario di Silivri hanno confermato ancora una volta la detenzione preventiva di Akin Atalay, presidente del Consiglio direttivo del quotidiano Cumhuriyet, e aggiornato il processo al 24 aprile. Entro il 27 aprile è atteso il verdetto definitivo. L'accusa ha chiesto dai 7 ai 15 anni di reclusione per i giornalisti su cui gravano le pesanti accuse di aver favorito il terrorismo.