L'Associazione Stampa Subalpina organizza con la Commissione Lavoro Autonomo Nazionale della Fnsi un presidio davanti al Tribunale di Torino mercoledì 9 marzo alle 9.30. «A quell'ora – spiega il sindacato regionale – si discute davanti al giudice l'istanza di un collega palermitano, Valerio Tripi, dal 1999 collaboratore di Repubblica, che dopo oltre 20 anni di precariato ha intentato causa per il riconoscimento del rapporto subordinato di lavoro. Tripi, come già Massimiliano Salvo, responsabile per anni della cronaca nera per la redazione genovese, dopo aver chiesto a lungo e invano con il Coordinamento dei precari di Repubblica la stabilizzazione, è passato all'azione, perdendo nel contempo il posto di lavoro».
Il sindacato - la Subalpina, la Fnsi, la Clan - è a fianco di questi colleghi, freelance precari, e sostiene in ogni modo la loro azione legale. «I colleghi precari sono una parte ormai prevalente nella professione e, peraltro, sono proprio la parte maggiormente sfruttata e frustrata nelle aspettative. E il sindacato non lascia indietro nessuno, tantomeno chi è più in difficoltà. Per questo – concludono i promotori del presidio – chiediamo a tutte le colleghe e i colleghi di partecipare mercoledì mattina davanti al Tribunale di Torino: sosteniamo insieme la causa dei precari e dei freelance e sosteniamo insieme i diritti, che sono di tutti».
«La lotta contro il lavoro precario va sostenuta in ogni sede. L'informazione italiana si caratterizza sempre più per essere il terreno di coltura dello sfruttamento. È un problema di cui devono farsi carico tutti, compresi i rappresentanti delle istituzioni perché il lavoro precario rende sempre più precaria l'informazione, a discapito della qualità», rileva Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.
«L'azione di contrasto alle fake news, di cui spesso si discute, non può essere credibile se si pretende di riconoscere ai giornalisti retribuzioni da fame, senza alcun diritto o garanzia di natura contrattuale. Le nuove generazioni di giornalisti, al pari di tanti loro coetanei che vivono la stessa condizione di precarietà in altri settori, sono condannate a non avere un futuro. Oltre che un problema di dignità, è un problema di democrazia. Un'informazione di scarsa qualità, infatti, impedisce ai cittadini di conoscere e fa venir meno la tenuta delle istituzioni democratiche. Per questa ragione - incalza Lorusso - non bisogna considerare scontata e inevitabile una precarietà spacciata per flessibilità. È una battaglia che va combattuta ovunque, indipendentemente dalle dimensioni delle aziende. Chi rivendica diritti e retribuzioni dignitose non va mai lasciato solo. Il lavoro è il fondamento della Repubblica italiana. Difenderlo è un dovere di tutti».
L'incontro sarà trasmesso in diretta streaming sulle pagine Facebook della Subalpina e della Fnsi.