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Internazionale 17 Mar 2008

Tibet, l'Associazione della stampa di Hong Kong: “Inaccettabile l’espulsione dei media” Serventi Longhi: “Aderisco convinto Ad aprile una delegazione Ifj a Pechino”

L'espulsione dei giornalisti da Lhasa decisa dalle autorità cinesi è "inaccettabile". Così l'associazione della stampa di Hong Kong condanna l'ordine impartito ad almeno sei reporter di prendere un aereo e lasciare la capitale della regione autonoma del Tibet

L'espulsione dei giornalisti da Lhasa decisa dalle autorità cinesi è "inaccettabile". Così l'associazione della stampa di Hong Kong condanna l'ordine impartito ad almeno sei reporter di prendere un aereo e lasciare la capitale della regione autonoma del Tibet

L'associazione sottolinea in una nota che tale misura è in aperto contrasto con le nuove norme del governo di Pechino che consentono una maggiore circolazione dei appresentanti dei media in vista dei Giochi Olimpici. Il presidente del governo regionale, Qiangba Puncog, ha spiegato che i funzionari non rilasciano più "per ragioni di sicurezza" i permessi, non richiesti in alcuna delle altre regioni cinesi. Intanto, il quotidiano tedesco 'Frankfurter Rundschau' riferisce che anche agli staff di ong internazionali è stato ordinato di lasciare Lhasa entro oggi, prima dello scadere dell'ultimatum di mezzanotte delle autorità cinesi ai manifestanti. Secondo fonti locali di Lhasa, polizia e militari sono dispiegati in forze nelle strade della capitale: "controllano attentamente l'identità di chiunque giri a piedi", ha detto al telefono un insegnante di scuola primaria. Mentre una dipendente cinese di un albergo ha accontato che la polizia sta controllando i documenti di identità di tutti, casa per casa, e "sono guai - ha spiegato - se l'indirizzo sul documento non corrisponde a quello sul permesso di soggiorno". (ADNKRONOS) Paolo Serventi Longhi, componente del Comitato Esecutivo della Federazione Internazionale dei Giornalisti, ha dichiarato: "Aderisco convinto alla manifestazione che le confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil di Roma e del Lazio hanno organizzato per questa sera davanti alla sede dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese. La dura e crudele repressione della protesta di larga parte del popolo tibetano per l'occupazione e l'egemonia politica e culturale del governo di Pechino deve indignare quanti nel mondo hanno a cuore la libertà e la democrazia. In Tibet le forze militari e poliziesche della Cina hanno incarcerato migliaia di oppositori mentre si contano a centinaia i morti e i feriti. Moltissimi giornalisti e telefotoreporter sono stati arrestati, sedi di giornali, tv e radio chiuse, interrotta la possibilità di comunicare via internet. La repressione del dissenso, ancora una volta, colpisce la libera informazione, in Tibet come nella stessa Cina. E' per questo che la Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj), alla quale aderiscono le organizzazioni di categoria di tutto il mondo, ha deciso di fare ogni sforzo per indurre le autorità di Pechino a cessare ogni violazioni dei diritti umani e civili ed a ripristinare il pluralismo e la libertà di espressione. I prossimi giochi olimpici rappresentano un momento fondamentale, forse irripetibile, per porre al Governo cinese ed alle istituzioni internazionali il dramma della repressione in Tibet e della negazione dei diritti civili in Cina. A metà aprile una delegazione della Ifj si recherà a Pechino per contatti con il Governo e con i Sindacati dei giornalisti cinesi per chiedere che le migliaia di giornalisti che si recheranno in Cina per i Giochi possano liberamente documentare la realtà sociale e politica di quel Paese. Nei prossimi giorni un gruppo di organizzazioni di giornalisti, in particolare i colleghi sportivi, associazioni, sindacati e movimenti della società civile italiana metterà a punto una iniziativa di riflessione e di analisi per un impegno collettivo in favore della libertà in Tibet e in Cina".

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