L'autorevole voce dell'informazione britannica ha taciuto per 24 ore. Oggi la maggior parte dei giornalisti della BBC hanno incrociato le braccia e i dirigenti dell'ente televisivo hanno dovuto fare non poca fatica per riempire i palinsesti senza telegiornali e talk show.
Lo sciopero è l'''estrema ratio'' nel Regno Unito e ancor di più per una istituzione nazionale come la BBC. E' stato proclamato dal sindacato nazionale dei giornalisti (NUJ), dopo il fallimento dei negoziati per la riassunzione di 30 dipendenti che sono finiti in esubero. Secondo la sigla, la BBC ha perso 7.000 dipendenti dal 2004 a oggi, perciò chiede una moratoria di sei mesi per i licenziamenti. Un piano aziendale prevede la cancellazione di 2.000 posti di lavoro da qui al 2017 e una severa ristrutturazione della programmazione della catena pubblica, volti a una drastica riduzione dei costi.
''Non si capisce perché la BBC preferisca spendere soldi in questi esuberi e non assicurare la possibilita' di reimpiego a quelli a rischio'', ha detto Michelle Stanistreet, segretario generale della NUJ. Mentre si riducono i costi, i proventi restano dal 2010 sempre gli stessi, sottolineano i rappresentanti del sindacato. Da tre anni, infatti, il canone televisivo è sempre fermo a 145,50 sterline (circa 170 euro) e rappresenta la più importante fonte di introiti per la BBC, che non ha spazi pubblicitari.
I giornalisti che rischiano subito il posto lavorano nei servizi Bbc Scozia, nei canali asiatici, nel World Service e nelle redazioni regionali. Oggi si sono svolte, di fronte alle sedi della BBC a Londra e nelle altre città britanniche, decine di manifestazioni di protesta. E' stato chiesto un vero piano di rilancio alla BBC che è sempre più in crisi, economica ma anche di immagine. Sono diversi gli scandali in cui è stata coinvolta, a partire da quello del defunto conduttore Jimmy Savile, accusato di aver violentato decine di bambini anche negli studios della tv pubblica.
I giornalisti della tv pubblica britannica non sono però gli unici in Europa ad avere forti difficoltà. Anche i colleghi della France Presse oggi hanno organizzato un'agitazione per protestare contro una riorganizzazione delle reti regionali in Francia, sgradita alle sigle sindacali, e contro la minaccia di fusione tra i desk redazionali del settore esteri. (LONDRA, 18 FEBBRAIO - ANSA)