L’informazione pubblica negli Enti locali umbri è ad una svolta. Con la sottoscrizione oggi di tre protocolli d’intesa, giornalisti da una parte e sistema degli enti locali (Anci, Upi e Uncem) dall’altra hanno dimostrato di condividere stessi principi e impegnarsi verso una direzione comune: qualificare e professionalizzare l’informazione e la comunicazione pubblica, per garantire il rispetto del pluralismo e il diritto dei cittadini alla trasparenza e alla partecipazione.
Quello dei giornalisti nelle pubbliche amministrazioni è uno scenario che, come sottolineato dal presidente dell’Associazione stampa Umbra Alvaro Fiorucci, anche nella nostra regione presenta sacche di sfruttamento e uso distorto della professione. Da una indagine recentemente effettuata dall’Asu, sono 38 gli uffici stampa pubblici in Umbria, che vedono impegnati 70 giornalisti. Ma di questi, solamente 13, quelli cioè in forza alla Regione e alla Comunità Montana Trasimeno-Medio Tevere, hanno un contratto giornalistico vero e proprio. Per il resto, 19, pur godendo di un contratto a tempo indeterminato, non sono inquadrati come giornalisti, mentre i rimanenti 38 hanno un contratto a tempo determinato di varia natura. Di fronte a tale situazione e alla necessità di dare attuazione ai principi contenuti nella Legge 150, con cui il Parlamento italiano ha voluto disciplinare il complesso delle attività di informazione e comunicazione nelle pubbliche amministrazioni, il Sindacato di categoria umbro (con a fianco il Gus, Gruppo Uffici Stampa) e le Associazioni degli Enti locali (Anci, Upi e Uncem) sono giunti a firmare questa mattina un protocollo di intesa, con cui si invitano le Amministrazioni ad elaborare linee guida per regolare la propria attività di informazione e comunicazione e ad operare al fine di recepire e dare piena attuazione, per quanto di competenza, alla Legge 150. In concreto, significa che Province, Comuni e Comunità Montane da ora in poi opereranno al fine di prevedere norme che garantiscano e promuovano l’informazione completa e pluralistica sull’attività e sui progetti, attraverso anche l’istituzione di uffici stampa, i quali dovranno operare con modalità concordate con le singole Amministrazioni, salvaguardando comunque la continuità, la professionalità e l’autonomia dei giornalisti; di rafforzare e qualificare tutti gli strumenti editoriali, attraverso la pubblicazione di testate giornalistiche, anche multimediali, in grado di rappresentare la vita e l’attività delle Giunte e dei Consigli; di incrementare le reti telematiche di servizio. Inoltre vi è l’impegno ad avviare presso ciascun ente un processo mirante ad accertare e riconoscere al personale che già opera nelle strutture per l’informazione professionalità e qualifiche adeguate, definire le piante organiche degli uffici stampa, applicare ai giornalisti che operano negli uffici stampa in maniera proporzionata un trattamento economico e giuridico adeguato. Nel firmare i tre protocolli d’intesa, Fiorucci si è detto soddisfatto della sensibilità riscontrata tra i rappresentanti del sistema degli enti locali umbri e ha parlato dalla diffusione negli ultimi mesi di un forte spirito sindacale nei diversi uffici stampa esistenti, che ha portato già alla nascita di quattro comitati di redazione (in Regione, nelle due Province e all’interno della Asl di Terni). Il presidente del Gus, Alberto Giovagnoni ha enucleato i tre obiettivi di fondo da perseguire: l’uniformazione del trattamento economico, la salvaguardia dalla autonomia e della specificità della professione giornalistica distinguendola da altre figure preposte a compiti di comunicazione e l’affermazione del concetto di “servizio pubblico” nel lavoro dell’addetto stampa. I firmatari delle Amministrazioni pubbliche (Palmiro Giovagnola per l’Upi, Katiuscia Marini per l’Anci e Agnese Benedetti per l’Uncem) hanno sottolineato l’importanza di quanto contenuto nei rispettivi protocolli, al fine di garantire il diritto del cittadino alla conoscenza degli atti e dell’azione amministrativa e di fare davvero delle pubbliche amministrazioni dei “palazzi di vetro”. (Fonte: Cittadino e Provincia)