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Editoria 14 Dic 2006

Strage Brianza: giornalisti, serve riflessione severa Ordine

Una riflessione seria su cosa è diventata l'informazione italiana. Alla luce di come è stata affrontata la vicenda di Erba, ma anche dello spazio concesso ai problemi e alla quotidianità di realtà come l'Africa e gli altri sud del mondo. La questione è stata affrontata in occasione dell'incontro con la stampa e i responsabili dell'informazione 'Diamo voce all'Africa', organizzato in vista del Forum sociale mondiale di Nairobi.

Una riflessione seria su cosa è diventata l'informazione italiana. Alla luce di come è stata affrontata la vicenda di Erba, ma anche dello spazio concesso ai problemi e alla quotidianità di realtà come l'Africa e gli altri sud del mondo. La questione è stata affrontata in occasione dell'incontro con la stampa e i responsabili dell'informazione 'Diamo voce all'Africa', organizzato in vista del Forum sociale mondiale di Nairobi.

''Mi aspetto che nell'Ordine dei giornalisti si apra una discussione severa su cosa è diventata la nostra informazione'', ha detto Carmine Fotia, vice direttore del Tg La7. ''La riflessione che invito a fare - ha aggiunto - è che questo è possibile perché ormai il giornalismo è fatto in gran parte di luoghi comuni''. ''Abbiamo un'informazione che confonde e si confonde perché il colore delle pelle è diverso'', ha osservato il vice direttore del Tg1 David Sassoli, facendo riferimento alla strage in Brianza: ''una vergogna per l'informazione italiana''. Per l'Africa, nello specifico, sebbene ''ogni sforzo sarà insufficiente'', secondo Sassoli ci sono tuttavia dei ''segni'', come l'apertura della sede Rai a Nairobi. ''Per capire quanto è anacronistica l'inesistenza dell'Africa sui media, basta vedere Al Jazeera International, che prova a raccontare tutto un altro mondo'', ha fatto notare Corradino Mineo, neodirettore di Rainews24, illustrando l'impegno della sua rete in questo contesto: ''I servizi migliori della settimana del Forum - ha spiegato - li metteremo in inglese sul nostro sito Internet. Inoltre ci siamo anche candidati a raccogliere l'eredità di RaiMed e del suo servizio in arabo''. (ANSA)

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