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Internazionale 15 Ott 2006

Starebbe bene il free-lance italiano rapito in Afghanistan. Chi è Gabriele Torsello D'Alema: “Attivati tutti i canali”

Gabriele Torsello, il fotoreporter scomparso da giovedì in Afghanistan, "sta bene". Lo scrive l'agenzia online Peacereporter, aggiungendo che questa mattina, attorno alle 8 ora italiana, c'é stato un nuovo contatto tra gli uomini che dicono di aver sequestrato Gabriele Torsello e lo staff della Ong Emergency a Lashkargah

Gabriele Torsello, il fotoreporter scomparso da giovedì in Afghanistan, "sta bene". Lo scrive l'agenzia online Peacereporter, aggiungendo che questa mattina, attorno alle 8 ora italiana, c'é stato un nuovo contatto tra gli uomini che dicono di aver sequestrato Gabriele Torsello e lo staff della Ong Emergency a Lashkargah

"L'ostaggio sta bene, forse in giornata dirameremo un comunicato con le nostre richieste", hanno detto i sequestratori del giornalista secondo quanto afferma Peacereporter. E' quella del sequestro, a giudizio del Ministero degli Esteri italiano e dell' Ambasciata a Kabul, l' ipotesi più fondata per spiegare la sparizione di Gabriele Torsello, scomparso da qualche giorno in Afghanistan e che, secondo informazioni raccolte nell' area dove egli si trovava per un reportage, sarebbe stato prelevato da uomini armati. "Quella del sequestro di Torsello - ha detto all' Ansa l'ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Francesco Sequi - è un' ipotesi piuttosto plausibile e reale, anche se ci auguriamo che non lo sia". Ma rimangono incertezze sulla matrice del rapimento. Fonti locali della zona dell' Afghanistan dove si trovava Torsello e contattate da Peacereporter, indicano i rapitori come "legati a milizie combattenti taleban". Ma alcuni esponenti dei taleban hanno nettamente smentito questa ipotesi alla Reuters. Il rapimento sarebbe avvenuto giovedì scorso, ma se ne è avuta conferma solo ieri quanto un uomo, dicendo di parlare a nome dei taleban, ha risposto ad una telefonata fatta sul cellulare del reporter da un giornalista dell' agenzia di stampa afgana Pajwok. "Abbiamo preso lo straniero - ha detto lo sconosciuto - perché è una spia". Lo stesso Torsello, secondo Peacereporter, ha confermato in una telefonata a un responsabile afghano di Emergency di essere stato rapito, e ha chiesto di spiegare ai sequestratori le sue buone intenzioni e il fatto che è di fede musulmana. Sia il Ministero degli esteri che l' ambasciata italiana a Kabul hanno avviato tutte le procedure previste in casi del genere e che prevedono il coinvolgimento dell' Unità di crisi della Farnesina. Le autorità afghane e italiane "stanno continuando a cercare di localizzare" Torsello, ha detto stamattina l'ambasciatore Sequi. "Cerchiamo di fare un monitoraggio costante, insieme all'Unità di crisi". Ore di ansia per la famiglia. "Non abbiamo ancora avuto nessuna notizia, quello che sappiamo lo apprendiamo dai giornali e dalle televisioni; siamo in contatto con la Farnesina e attendiamo di sapere". Cosi' Vittoria Augenti, la mamma di Gabriele Torsello, il freelance italiano rapito ieri in Afghanistan. Non vuole aggiungere altro sulla vicenda che riguarda suo figlio e con i giornalisti preferisce poi far parlare il cognato di Gabriele, il quale ripete: "Siamo in contatto con la Farnesina: ci hanno detto che ci avviseranno immediatamente non appena ci sono novità". E' stata una notte agitata? "Ovviamente sì", risponde l' uomo. "Praticamente - aggiunge - non abbiamo chiuso occhio". (ANSA) CHI E' GABRIELE TORSELLO Con il suo obiettivo ha ritratto alcuni degli scenari più caldi del pianeta: dal Kashmir alla Libia, dall'Albania all'Afghanistan, passando per il Nepal. A giudicare dal suo curriculum, Gabriele Torsello, giornalista free-lance rapito ieri in Afghanistan, è uno di quegli spiriti inquieti incapaci di restarsene dietro a una scrivania. Originario di Alessano, in provincia di Lecce, ha scelto da tempo il South East di Londra, dove vive insieme con la moglie e il figlio. E per firmare le sue immagini ha adottato lo pseudonimo di "Kash". Nella "City" passa poco tempo, perché la vera vocazione del reporter pugliese è il viaggio. Sempre alla ricerca di nuovi soggetti da fotografare e di storie da mettere per iscritto. Sfogliando le immagini sul suo archivio Internet, si capisce quali siano i temi preferiti da "Kash": i volti della gente, gli sguardi e i colori che documentano la vita quotidiana in tempo di guerra. Tra i suoi lavori, il volume fotografico "The heart of Kashmir", pubblicato con Amnesty International nel 2002, in cui Torsello racconta, in bianco e nero, la lunga guerra che affligge la regione al centro delle tensioni tra India e Pakistan. Sull'Afghanistan, ha invece pubblicato un volume fotografico intitolato "Contrappunti in tempo di guerra". Commentando quest'ultimo lavoro, Torsello ha spiegato il motivo del suo soggiorno afgano: "Le mie foto sono parte di un lavoro più ampio sull'Afghanistan, che spero riesca a far conoscere in Europa le drammatiche condizioni in cui vivono le popolazioni della zona". Secondo le sue stesse parole, Torsello trova ispirazione per il suo lavoro "nel documentare la vita quotidiana di coloro che combattono per essere liberi: liberi dalla guerra, liberi dalla povertà, dalla discriminazione e dalla paura". Ha lavorato anche in Nepal, vivendo fianco a fianco con i guerriglieri maoisti che hanno conquistato le sue simpatie. Il giornalista vanta collaborazioni con agenzie dell'Onu, testate italiane e internazionali, tra cui media britannici, francesi, statunitensi, indiani e giapponesi. Lavora inoltre per l'agenzia fotografica californiana Zuma Press. D'ALEMA: “ATTIVATI TUTTI I CANALI” Roma, 16 ottobre - Il governo italiano ''ha attivato tutti i canali, formali e informali'', per arrivare alla liberazione di Gabriele Torsello, il fotoreporter italiano scomparso in Afghanistan da giovedì scorso. ''Abbiamo attivato - ha precisato D'Alema - tutti i canali formali e informali anche grazie alla collaborazione di paesi alleati. In quest'area dell'Afghanistan dove il connazionale è stato rapito - ha sottolineato il vice premier italiano - operano anche altre forze armate di altri Paesi della Nato. Tutti i canali sono aperti con l'obiettivo di salvare questo nostro concittadino''. D'Alema ha voluto ricordare che il governo italiano aveva in realtà ''avvertito Torsello, attraverso la nostra ambasciata a Kabul, della pericolosità della sua missione e lo aveva sconsigliato. Nel senso che - ha precisato - era stato assistito dal governo. Naturalmente - ha concluso D'Alema - era un suo diritto rischiare e un nostro dovere cercare di salvarlo, cosa che stiamo facendo''. (ANSA) LA MAMMA, SIAMO SEMPRE IN ATTESA DI NOTIZIE Mentre la famiglia di Gabriele Torsello passa le ore in attesa di notizie sul loro congiunto, ad Alessano, paese di origine del freelance sequestrato in Afghanistan, il Comune fa sentire la propria presenza, e la propria solidarieta' alla famiglia. Oggi, dopo un'altra notte passata senza riposo la mamma di Gabriele, la signora Vittoria Augenti, ha ripetuto che anche in queste ultime ore non si sono state notizie di rilievo: ''Siamo in contatto con la Farnesina e attendiamo di sapere''. Nelle sue parole, dai toni contenuti, il segno dell'ansia di queste ore:la famiglia ha passato una notte agitata, ''praticamente - dice - non abbiamo chiuso occhio''. Per tutta la giornata la casa dei genitori di Gabriele, in via XXIV maggio, e' stata meta di parenti e amici che hanno voluto testimoniare alla famiglia la loro vicinanza. Tra le persone piu' assidue il sindaco di Alessano, Luigi Nicolardi, che da ieri e' in continuo contatto con la famiglia insieme alla quale sta trascorrendo molte di queste ore di attesa. Nicolardi conosce bene il freelance: proprio nell' estate scorsa Torsello era ritornato ad Alessano e oltre ai famigliari aveva incontrato anche il sindaco e gli amministratori per presentare un suo lavoro, un calendario sulla pace che aveva realizzato. ''Gabriele - dice il sindaco ai giornalisti - e' una persona che lotta per i diritti dei popoli e attraverso il suo lavoro cerca di raccontare le ingiustizie delle popolazioni che sono costrette a subire la guerra''. ''Il racconto di Gabriele - aggiunge - e' un racconto che lui affida alle immagini, sono immagini forti che vogliono trasmettere un messaggio di pace''. Ma e' stato tutto il Consiglio comunale a far sentire la propria voce con un appello ai rapitori perche' liberino Gabriele, ''un uomo di pace - e' detto nel documento - un uomo che col suo lavoro ha portato l'obiettivo del mondo su realta' dimenticate''. Un altro appello il Consiglio comunale l'ha rivolto anche al Governo ed alla comunita' internazionale affinche' facciano ''tutto quanto e' nelle loro possibilita' perche' Gabriele torni tra noi''. E martedi' prossimo nuova riunione del Consiglio comunale con un unico punto all'ordine del giorno: 'Liberate Gabriele'. Non solo il Comune e' accanto alla famiglia. Il cognato di Gabriele, Modesto Nicoli', delegato dai genitori del fotoreporter a parlare con i giornalisti, tiene a sottolineare che la famiglia Torsello ''e' in costante contatto con l'unita' di crisi della Farnesina, la quale - dice - ci e' vicina, ci testimonia il grande impegno per risolvere questo problema''. ''Non appena - aggiunge - si sapra' qualcosa, ci saranno novita', subito ci saranno comunicate. Siamo in attesa, fiduciosi che si possa risolvere la situazione che si e' creata''. (ANSA) I TALEBAN SMENTISCONO: "NON C'ENTRIAMO NULLA" EMERGENCY, E' VIVO. AMBASCIATORE, TUTTI I CANALI ATTIVATI Due piste, quella talebana e quella della criminalita' comune, e una quasi certezza: Gabriele Torsello sarebbe stato sequestrato giovedi' pomeriggio sulla strada tra Laskar Gah e Kandahar. A 72 ore dal rapimento del freelance italiano ma londinese d'adozione, sembrano essere questi i soli punti fermi di una vicenda ancora tutta da chiarire, sia nelle modalita' sia nel movente. E il fatto che non sia ancora arrivata una rivendicazione attendibile, cosi' come la mancanza di una ricostruzione esatta della dinamica del sequestro, non semplifica il lavoro di chi sta cercando di salvare la vita a Torsello. I sequestratori, pero', si sarebbero fatti nuovamente sentire con Emergency, l'associazione umanitaria di Gino Strada che in Afghanistan puo' vantare una fitta rete di contatti. Attorno alle otto di questa mattina, secondo il sito di Peacereporter, i presunti sequestratori avrebbero contattato lo staff della Ong a Lashkar Gah, la citta' dove Torsello e' stato visto per l'ultima volta. Gli uomini che dicono di tenere in ostaggio il fotoreporter, avrebbero detto che sta bene e hanno annunciato l'intenzione di fare un comunicato per far conoscere le loro richieste per il rilascio. Comunicato che, pero', non e' mai arrivato. Si tratta comunque dell'unica buona notizia della giornata, anche se le fonti ufficiali non confermano. L'unica certezza, insomma, e' che Torsello e' stato rapito. E, dopo la prudenza di ieri, e' l'ambasciata italiana a Kabul a confermarlo. ''Quella del sequestro - dice l'ambasciatore Ettore Francesco Sequi - e' un'ipotesi piuttosto plausibile e reale, anche se ci auguriamo che non lo sia''. Tutti i canali diplomatici e investigativi possibili sono stati dunque attivati per rintracciare il freelance italiano e gli 007 sono al lavoro per raccogliere tutte le informazioni utili a ricostruire le fasi del sequestro. Anche la traccia lasciata ieri dalle due telefonate partite dal cellulare di Torsello viene seguita con attenzione, per cercare di localizzare l'origine delle chiamate. ''Le autorita' afghane e italiane - sottolinea infatti Sequi - stanno continuando a cercare di localizzare Torsello e con l'Unita' di crisi della Farnesina abbiamo avviato un monitoraggio costante'' anche se finora ''non c'e' stato alcun segnale da parte dell' interessato''. Quello che sembra comunque accertato e' che il sequestro sia avvenuto giovedi' pomeriggio, sulla strada tra Laskar Gah e Kandahar. Di questo gli uomini dei servizi sembrano essere abbastanza sicuri. Torsello, secondo quanto si e' potuto ricostruire, in citta' era passato per l' ospedale di Emergency e dopo qualche giorno si era spostato a Musa Qula (una cittadina a nord di Laskar Gah), per documentare gli effetti della guerra. Da Laskar Gah e' ripartito giovedi' mattina, dopo aver salutato gli operatori dell'ospedale della Ong ed e' andato alla stazione dei pullman per raggiungere Kabul, dove pero' non e' mai arrivato. Il rapimento sarebbe avvenuto lungo la strada desertica che porta a Kandahar e, una zona molto complicata dove oltre ai talebani, dettano legge bande criminali e personaggi legati agli ex signori della guerra. A ognuno di questi soggetti, e per diversi motivi, fa gola un occidentale. L'ipotesi piu' credibile resta quella dei talebani, anche se gli 007 ritengono valida anche quella che porta alla criminalita' comune. Dal canto loro, i talebani, con una telefonata fatta da un portavoce anonimo alla Reuters, hanno smentito il loro coinvolgimento nel rapimento. ''Noi non c'entriamo nulla'' ha detto l'uomo, addossando la responsabilita' a criminali comuni. Versione che contrasta con quella fornita ieri all'agenzia afghana Pajhwok da un altro anonimo che, dicendo di appartenere anche lui al movimento integralista, aveva rivendicato il sequestro: ''abbiamo preso lo straniero, e' una spia''. Una terza versione, che non conferma e non smentisce le prime due, e' quella che fonti locali hanno riferito a Peacereporter. Torsello sarebbe in mano a persone ''legate alle milizie combattenti talebane''. Mancano, insomma, segnali chiari. Segnali li attende anche la procura di Roma, competente in caso di reati nei confronti di cittadini italiani all'estero. Gli inquirenti infatti, prima di aprire un fascicolo attendono chiarimenti sulla dinamica del rapimento. Da cio' dipende l'assegnazione del fascicolo: se il sequestro ha una valenza politica ad occuparsene sara' il pool antiterrorismo; se, invece, alla base c'e' l'estorsione, allora tocchera' ad un altro gruppo di magistrati seguire le indagini. (ANSA)

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