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Associazioni 09 Apr 2015

Stampa Romana: “Servono percorsi di inclusione, via l’equo compenso dal contratto di lavoro”

L'annullamento della delibera della commissione statale sull'equo compenso, decisa dal Tar, accogliendo in parte il ricorso dell'Ordine dei giornalisti, riapre la partita del riconoscimento dei diritti dei colleghi non subordinati.

L'annullamento della delibera della commissione statale sull'equo compenso, decisa dal Tar, accogliendo in parte il ricorso dell'Ordine dei giornalisti, riapre la partita del riconoscimento dei diritti dei colleghi non subordinati.

Il combinato disposto tra le tariffe fissate lo scorso 19 giugno sull'equo compenso e l'accordo contrattuale di qualche giorno dopo aveva creato un "mostro giuridico" unico nella storia del sindacato italiano. Un contratto nazionale, rivolto per definizione ai dipendenti, aveva normato una attività professionale svolta dagli autonomi. E lo aveva fatto seguendo le tabelle fissate per legge dalla commissione statale sull'equo compenso, tabelle basate sul principio che chi più lavora, dunque più è essenziale nella vita produttiva delle redazioni, meno viene pagato.
L'Associazione Stampa Romana, forte del sostegno di molti colleghi, aveva subito evidenziato le contraddizioni normative e sindacali di questa scelta.
Il Tar giustifica oggi l'annullamento per due ragioni. 
1. La definizione dell'equo compenso vale per tutti, senza distinzioni tra lavoro autonomo professionale e quello coordinato e continuativo. 
2. Non viene rispettato l'art. 36 della Costituzione nella misura in cui i parametri fissati di equo compenso non sono proporzionali alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, sono legati al "pezzo" e non garantiscono un'esistenza libera e dignitosa del giornalista autonomo, facendo aumentare così la forza contrattuale degli editori. 
La commissione, nella quale sono rappresentati tutti i componenti delle istituzioni di categoria, non potrà non tener conto della decisione del Tar per definire i nuovi valori dell'equo compenso.
A questo punto tocca al nuovo vertice FNSI riprendere in mano l'iniziativa sindacale e contrattuale, riascoltando i colleghi non dipendenti, facendo tesoro della sentenza del Tar, prosciugando la platea degli autonomi dai parasubordinati che vanno riportati nel contratto dalla porta principale, costruendo un welfare più largo e inclusivo per i non subordinati, chiedendo agli editori sin d'ora la cancellazione dell'equo compenso dall'accordo contrattuale.

@fnsisocial

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