CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Associazioni 09 Giu 2015

Stampa Romana, il direttivo al sottosegretario Luca Lotti: “Trasparenza sulla riforma, coinvolga anche i lavoratori”

“Un po' di date sono utili a inquadrare il tema: la legge sull'editoria "tradizionale" risale al 1981. Nel 1981 Jack Dorsey, uno degli inventori di Twitter, aveva cinque anni. Al 1991 risale la legge che si applica per le crisi e gli ammortizzatori sociali dell'emittenza radiotelevisiva. Nel 1991 Mark Zuckerberg, inventore di Facebook, aveva sette anni. Le loro aziende appartenevano al mondo dei sogni. Oggi sono realtà così solide che hanno travolto il vecchio modello di business dell'editoria”.

“Un po' di date sono utili a inquadrare il tema: la legge sull'editoria "tradizionale" risale al 1981. Nel 1981 Jack Dorsey, uno degli inventori di Twitter, aveva cinque anni. Al 1991 risale la legge che si applica per le crisi e gli ammortizzatori sociali dell'emittenza radiotelevisiva. Nel 1991 Mark Zuckerberg, inventore di Facebook, aveva sette anni. Le loro aziende appartenevano al mondo dei sogni. Oggi sono realtà così solide che hanno travolto il vecchio modello di business dell'editoria”.

Inizia così il comunicato stampa con il quale il direttivo di Stampa Romana interviene sull’imminente riforma dell’editoria promessa dal sottosegretario Luca Lotti, a cui i vertici del sindacato regionale si rivolgono per sottolineare come “l'editoria digitale dovrebbe essere il tema del tavolo dell'editoria convocato, a fine aprile, dal sottosegretario Luca Lotti per rilanciare un mondo a scomparsa”.
“Quel tavolo – rileva Stampa Romana - può raggiungere un risultato fondamentale per il mondo della produzione, nel quale rientriamo a pieno titolo noi lavoratori, a patto che non ci siano incertezze, tentennamenti, tatticismi”.
“Dal punto di vista sindacale ci troviamo di fronte a spifferi, voci di corridoio, boatos che non centrano il risultato. Non si contano le aziende che ci chiedono se sia ancora aperto e disponibile lo sgravio INPGI per le nuove assunzioni aperto dal rinnovo contrattuale. Esiste lo sgravio ma non si vede, visto che non è rifinanziato. Nei pochi mesi di vita del 2014 aveva prodotto 250 assunzioni. Ma non possono neanche le stesse aziende applicare gli sgravi, previsti nella legge di stabilità, per l'intero sistema produttivo del paese”.
“All'incertezza delle regole – prosegue la nota – si accompagnano una serie di puntini di sospensione sugli interlocutori del tavolo. Ci chiediamo se non sia il caso di invitare oltre a distributori ed edicolanti, giornalisti ed editori, anche chi detiene le chiavi della ricchezza di questo settore, gli Over the top, Mr Google o Dr. Facebook. Ci chiediamo se non sia il caso di capire anche con loro come risolvere la questione del diritto d'autore. Se questo tema vada affrontato frontalmente, includendo anche la relativa questione fiscale, o se non sia il caso, come in Francia, di ricavare da quegli attori risorse per sostenere l'editoria tradizionale, i grandi gruppi, ma anche nuovi progetti, start up, nate e pensate in un'ambiente digitale. O se la mano pubblica rinunci a gestire la cabina di regia del mondo dell'editoria per lasciarlo allo spirito d'iniziative delle singole aziende che possono legittimamente sottoscrivere intese con Google, si chiamino La Stampa, Adnkronos o Repubblica”.
“I segnali che arrivano dall'occupazione, dal mondo delle cooperative, dal mondo dell'emittenza locale, sono ancora pessimi – precisa il comunicato – e non possono attendere attese o rinvii. Abbiamo bisogno di decisione, di coraggio, di lungimiranza. Le date di partenza sono utili a tornare anche sull'INPGI. In attesa di conoscere  le carte della riforma, chiediamo, come abbiamo fatto in un precedente direttivo, di esaminarle nel dettaglio, di discuterle apertamente con la categoria di contrattualizzati e non subordinati, di non avere un pacchetto ‘prendere o lasciare’. Il sacrificio passa dall'assunzione di responsabilità. L'assunzione di responsabilità passa da un confronto schietto, a viso aperto e senza frette eccessive con i giornalisti e le giornaliste”.

@fnsisocial

Articoli correlati