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Editoria 12 Lug 2011

Stampa italiana all’estero, Siddi: “Un urgente bisogno di ossigeno per sopravvivere”

Il Segretario generale della Fnsi e presidente della Commissione Informazione del Cgie, Franco Siddi è intervenuto giovedì 7 luglio ai lavori della Consulta Italiani nel Mondo del Pd. I problemi della stampa e dell’informazione italiana all’estero i temi centrali del suo intervento. "Ho parlato della difficoltà di fare rete per i perenni problemi che colpiscono il funzionamento dei meccanismi che governano i contributi per la stampa italiana all’estero", ha spiegato Siddi all’Aise. Contributi che "hanno bisogno di nuova regolamentazione, ma anche di ossigeno.

Il Segretario generale della Fnsi e presidente della Commissione Informazione del Cgie, Franco Siddi è intervenuto giovedì 7 luglio ai lavori della Consulta Italiani nel Mondo del Pd. I problemi della stampa e dell’informazione italiana all’estero i temi centrali del suo intervento. "Ho parlato della difficoltà di fare rete per i perenni problemi che colpiscono il funzionamento dei meccanismi che governano i contributi per la stampa italiana all’estero", ha spiegato Siddi all’Aise. Contributi che "hanno bisogno di nuova regolamentazione, ma anche di ossigeno.

Il problema è che oggi siamo di fronte a un bivio: la regolamentazione, con la scusa della crisi economica, rischia di essere pensata solo per giustificare tagli".
Quello che serve sono le riforme, auspicate per altro da anni: "la stampa italiana all’estero – ha ribadito Siddi – va sostenuta perché non è un’attività editoriale meramente industriale o che possa anche lontanamente produrre ricavi importanti per auto-sostenersi. Un giornale diffuso in 20mila o 35mila copie ma che viene distribuito in Paesi grandi come Continenti solo di stampa e distribuzione non riuscirebbe a coprire le spese. E allora devono essere condannati all’estinzione? Non è ammissibile".
"La politica – ha aggiunto – deve rendersi conto che non si tratta di fare assistenzialismo ma di sostenere strumenti che concorrono all’affermazione dei diritti di cittadinanza degli italiani all’estero. Vale per la stampa quotidiana, ma pure per quella periodica e per le agenzie di settore che hanno bisogno del giusto sostegno e anche di un impulso per la qualificazione del personale".
Proposte "lanciate più volte anche in seno al Cgie", ha ricordato Siddi. "Ci hanno promesso più volte un tavolo triangolare a Palazzo Chigi con i Ministeri degli Esteri e del Tesoro, che ancora stiamo aspettando. La sensazione è che siamo in una fase di fine legislatura, tutta giocata sulla campagna elettorale, che è già cominciata, e quindi c’è il dubbio se sia produttivo o meno invocare in questa fase un cambiamento reale, anche laddove ci siano delle situazioni che appaiono "pacche", che devono essere chiarite".
Oggi, "tutto viene visto nell’ottica di verificare da che parte stai: anche qui, come in altri settori della vita pubblica serve capacità di ragionamento. La stampa è importante.
Nella sua relazione Siddi non ha mancato di richiamare la campagna in difesa della stampa quotidiana italiana all’estero, ingaggiata dalla Fnsi a livello nazionale, quando i fondi ad essa destinati vennero decurtati del 50%. Una campagna che "ha evitato il collasso", anche se "il 50% dei contributi ristabiliti è arrivato talmente tardi, da procurare gravi danni alle testate".
La questione, annosa anche questa, è che l’Italia e la stampa nazionale si occupano degli italiani all’estero solo in "circostanze critiche o scandalose" o "quando sono necessari per la sopravvivenza del Governo o qualcuno viene eletto in maniera poco chiara".
"Purtroppo – ha aggiunto Siddi – la stampa italiana e il servizio pubblico seguono poco questi aspetti. Non si riesce a realizzare questa informazione di ritorno, che è indispensabile per rendere gli italiani permanentemente partecipi e collegati ai connazionali all’estero".
Nessuno pensa che "gli italiani all’estero sono i primi a pagare lo scotto della non buona immagine dell’Italia nel mondo e che con il loro impegno civico e la loro abilità nel lavoro nei Paesi salvano molto di questa immagine. Solo per questo – ha concluso – meriterebbero ben altro riconoscimento e ben altre politiche". (m.cipollone\AISE)

 

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