Si può ancora fare cronaca in Italia? Condurre inchieste giornalistiche sui punti ancora oscuri delle vecchie sentenze sul terrorismo? Sarà la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a rispondere, visto che per ora la Cassazione ha detto di no. Lo ha fatto confermando l’incredibile condanna a Umberto Brindani, direttore, e Renzo Magosso, inviato, rei di aver pubblicato un’intervista all’ex carabiniere Dario Covolo, che gettava nuova luce sull’assassinio di Walter Tobagi e sulle indagini che portarono a scoprire e arrestare il gruppo 28 marzo responsabile del delitto.
Renzo Magosso, che è anche una dei giornalisti fondatori di Stampa Democratica, si è occupato da subito del caso Tobagi e ha continuato a scriverne. L’assurdo è che il “reato” commesso da Brindani e Magosso sarebbe che la loro inchiesta non ricalca esattamente la sentenza che condannò, alcuni a pene lievi altri a parecchi anni di carcere, i ragazzi della 28 Marzo capeggiati da Marco Barbone.
D’ora in poi il divieto di sottoporre a ulteriori verifiche in sede giornalistica le verità ufficiali uscite dai processi varrà anche per Piazza Fontana, Piazza della Loggia, l’Italicus, Peteano, la Strage di Bologna? I giornalisti dovranno chiedere l’imprimatur delle procure e delle corti d’assise prima di scrivere e pubblicare?
Quali segreti equilibri mettono in crisi i cronisti scrupolosi quando fanno il loro mestiere? Oltre ai segreti di Stato, ai tentativi di cancellare i risultati delle intercettazioni giudiziarie, sembra che debba sommarsi, a limitare la libertà di stampa in Italia, anche il divieto di critica e di approfondimento. A Brindani e Magosso, che ricorreranno alla Corte Europea, la totale solidarietà di Stampa Democratica. Attestati di stima e di sostegno sono giunti da parte dell’Associazione Lombarda, della FNSI, dell’Ordine dei giornalisti, dell’Unione Cronisti e da numerosi esponenti della politica e della cultura sensibili al tema della libertà di informazione.