“Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei giornalisti - in stallo da oltre un anno - non è solo una questione di adeguamento delle retribuzioni o della doverosa difesa di quanto già acquisito. E’ qualcosa di molto più complesso e importante che al nuovo Governo non dovrebbe sfuggire.
Si tratta di confermare le regole che sono a presidio della libertà di stampa e di codificare nuove regole adeguate a un sistema dell’informazione che cambia alla velocità della luce. Sempre con un unico obiettivo: la libertà di stampa. Libertà come garanzia di un sistema democratico. Libertà come indipendenza dai partiti politici. Libertà come diritto di critica. Libertà come possibilità di avere gli strumenti per condurre inchieste o, quanto meno, di approfondire tutti i temi che interessano la società, anche scottanti, senza condizionamenti. Libertà come rispetto delle regole contrattuali da parte degli Editori.” E’ quanto sostiene Stampa Democratica - alla guida dell’Associazione lombarda dei giornalisti - al termine di una riunione nella quale sono stati esaminati i temi “caldi” del giornalismo. Stampa Democratica da sempre sostiene che non esistono governi amici o governi nemici. Esistono però governi illuminati e governi che pretendono di asservire la stampa ai propri interessi. Con questi, per Stampa Democratica, non c’è dialogo possibile. Dal nuovo Governo guidato da Romano Prodi, i giornalisti si attendono interventi importanti sulla galassia dell’informazione. Ricordando che, al centro di tutto, ci sono proprio loro, i giornalisti, che non possono essere in alcun modo considerati, come pretenderebbero alcuni editori, “mezze maniche” o “velinari”. Perché sono professionisti che rivendicano rispetto per la loro autonomia sia dalle influenze dei partiti sia dai condizionamenti della pubblicità. E quindi chiedono di poter lavorare serenamente, con libero accesso a tutte le fonti, comprese quelle dei Palazzi di giustizia, per poter garantire un’informazione puntuale e corretta. Stampa Democratica rileva tuttavia con allarme che il tema dell’informazione, nella sua complessità, non è ancora stato affrontato dal nuovo Governo. E con ancora maggiore preoccupazione rileva che la Presidenza del Consiglio non ha finora ritenuto di convocare la rappresentanza del sindacato dei giornalisti al fine di acquisire le informazioni indispensabili per dare soluzione ai molteplici problemi che pesano sul settore e i giornalisti. A partire dal rinnovo del loro contratto nazionale di lavoro. e dalle questioni legate alla precarietà del lavoro. Senza demonizzare la legge Biagi, che ha comunque introdotto nuove tutele: ma piuttosto attraverso il suo miglioramento, secondo quella linea riformista e gradualista che è la caratteristica costitutiva di Stampa democratica, fin dai tempi del suo fondatore Walter Tobagi. Stampa democratica lancia perciò un forte appello al Presidente del Consiglio Romano Prodi e al Ministro del Lavoro Cesare Damiano affinché nella loro agenda scrivano, per i giornalisti: “Urgente”. Milano, 19 giugno 2006