«Lo smart working è un'opportunità, ma c'è bisogno di regole chiare per evitare che si trasformi in uno strumento per discriminare i lavoratori e cancellare diritti e libertà». Lo ha detto il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, che insieme con il direttore Tommaso Daquanno ha partecipato alla riunione in videoconferenza con le parti sociali dedicata alla disciplina del lavoro agile, convocata dalla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo.
«Lo smart working non ha niente a che vedere con il lavoro da casa – ha chiarito Lorusso –. È auspicabile la definizione di un quadro normativo che rafforzi il ruolo della contrattazione collettiva per impedire che i lavoratori si ritrovino da soli davanti al datore di lavoro, subendone condizionamenti e imposizioni. Il lavoro in modalità agile deve godere delle stesse tutele del lavoro subordinato e in nessun caso deve diventare l'occasione per smantellare le tutele di legge e di contratto. I processi di innovazione e trasformazione vanno sempre regolati e governati, altrimenti il rischio è quello di ripetere l'errore commesso con l'introduzione delle norme che avrebbero dovuto rendere più flessibile il mercato del lavoro, ma nella realtà hanno soltanto moltiplicato la precarietà indebolendo i lavoratori con effetti, anche sul piano sociale ed economico, che sono sotto gli occhi di tutti».
La Fnsi ha manifestato ampia disponibilità a portare il proprio contributo al tavolo sullo smart working, avvalendosi delle esperienze sui territori e dei suggerimenti dei colleghi.