Manifestazione della Fnsi, in rappresentanza anche delle federazione internazionale ed europea dei giornalisti, davanti all'ambasciata turca a Roma per chiedere di interrompere la repressione delle proteste in Turchia. ''Ci dispiace che per questo presidio pacifico sia stato predisposto un forte spiegamento di forze di polizia e ci sia stato impedito di raggiungere l'ambasciata - dichiara il segretario Fnsi, Franco Siddi -. Siamo fermi a 300 metri dalla sede diplomatica e non possiamo raggiungere un gruppo di cittadini turchi che sta manifestando non lontano da noi. La nostra è una manifestazione del tutto pacifica''.
Al presidio sono presenti Articolo 21 e Amnesty International, che ha denunciato l'uso di 130 mila lacrimogeni in tre settimane di protesta. ''L'iniziativa - racconta Siddi - sta trovando adesione anche tra i cittadini che passano.
Rilanciamo l'appello a fermare la repressione. Il governo italiano agisca. In quanto componente del Patto atlantico, di cui fa parte la Turchia, non può ignorare la protesta e prescindere dai diritti dell'uomo. L'Italia con l'Europa ha un ruolo importante da giocare. È intollerabile che i giornalisti finiscano in galera, siamo qui a difendere anche la libera informazione''. (ROMA, 20 GIUGNO - ANSA)
TURCHIA: SIT-IN FNSI DAVANTI AMBASCIATA ROMA PER LIBERTÀ STAMPA
È in corso la manifestazione sit-in promossa dalla Fnsi davanti alla sede dell'ambasciata turca in Italia, a Roma, per protestare contro la repressione in quel Paese e contro i limiti imposti alla libertà di stampa.
All'iniziativa aderiscono diverse associazioni, tra cui Amnesty International Italia. "Questa è una dimostrazione di solidarietà con i cittadini e i giornalisti turchi che vengono impediti nel loro diritto alla manifestazione pacifica per affermare la libertà di stampa e di espressione", afferma Franco Siddi, segretario generale della Fnsi.
"Siamo molto colpiti - aggiunge Siddi - dalla repressione in atto, che non risparmia neppure i medici e il personale sanitario che soccorre i feriti. Il governo italiano e l'Unione europea facciano sentire il peso delle loro voci e del loro rapporto strategico con il partner turco.
Chiediamo che i diritti siano rispettati, che sia riconosciuto dal governo turco il rispetto del diritto all'informazione e alla libertà di stampa, che siano rispettati gli impegni e i vincoli che fanno della Turchia un Paese componente dell'Alleanza atlantica". (ROMA, 20 GIUGNO - AGI)
FNSI CONDANNA VIOLENZE E SOLLECITA INTERVENTO DEL GOVERNO
“Quanto sta accadendo in Turchia contro i giornalisti e i fotoreporter è inconcepibile. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana condanna senza riserve le azioni di repressione in corso e le violenze e gli arresti dei giornalisti. Esprime piena solidarietà ai colleghi sottoposti a stato di fermo o arrestati solo perché “sorpresi” a fare semplicemente il loro dovere professionale di testimoni di verità, per fornire ai cittadini e al mondo notizie di pubblico interesse senza contaminazioni della propaganda di parte, di qualsiasi parte.La Fnsi esprime una vibrata protesta per il fermo del fotoreporter italiano Daniele Stefanini – uno dei reporter testimoni non colpevole di alcun reato di fronte al diritto comune e a quello internazionale – ferito e fermato dalle forze di polizia turche a Istanbul. Al Governo italiano, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana chiede un intervento autorevole presso lo Stato turco sia per il rilascio del collega sia per l’apertura di un filone di trattamento umanitario verso i manifestanti feriti, sia per invocare la liberazione di tutti i giornalisti arrestati al solo scopo di impedirne il loro lavoro al servizio del pubblico.
Con la Federazione internazionale e europea dei giornalisti (Ifj e Efj), la Fnsi sostiene il diritto degli operatori dell’informazione e dei cittadini alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica. Di conseguenza sollecita le autorità italiane e la comunità internazionale ad adottare azioni immediate perché sia fermata l’escalation della repressione in corso in Turchia, in violazione di tutti gli accordi a tutela dei diritti umani.
La Fnsi sostiene con forza l’attività sindacale, professionale e civile dei colleghi del Turkiye Gazeteciler Sendikasi (Tgs) e le ulteriori iniziative che Ifj e Efj vorranno intraprendere, a cominciare dal vertice pubblico di settore che si terrà a Bruxelles giovedì prossimo.
Sempre giovedì 20 giugno, nel pomeriggio, la Fnsi terrà un incontro con la Stampa davanti all’Ambasciata turca a Roma, alla quale è invitato anche l’associazionismo democratico. Già è pervenuta l’adesione di Articolo21. Altre registrazioni potranno essere fatte presso la sede federale di Corso Vittorio Emanuele 349 (06680081 o email segreteria.fnsi@fnsi.it)”.
TURCHIA: FEDERAZIONE INTERNAZIONALE GIORNALISTI CONDANNA ARRESTI
La Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj) e il suo gruppo regionale, la Federazione europea dei giornalisti (Efj), hanno condannato senza riserve le violenze e gli arresti di giornalisti che ha avuto luogo durante il giro di vite sui manifestanti piazza Taksim questo fine settimana. Secondo il Tgs (il sindacato dei giornalisti turchi), almeno quattro giornalisti sono stati arrestati, i fotografi hanno avuto le loro foto cancellate e cameramen sono stati presi di mira dai gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.
Inoltre - viene segnalato nel comunicato delle due organizzazioni sindacali internazionali dei giornalisti - quattro società televisive sono state multate dal Consiglio per la Radio e la Televisione, mentre la pubblicazione del Taraf Daily è stata sospesa. "Il governo turco deve smettere di colpire e intimidire i giornalisti e permettere loro di segnalare le proteste senza paura e censura - ha dichiarato Jim Boumelha, presidente Ifj - Invitiamo quindi le autorità a rispettare il diritto dei giornalisti e dei suoi cittadini alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica". In una lettera inviata ai sindacati dei giornalisti di tutto il mondo, l'Ifj e Efj condannano senza riserve gli "attacchi brutali contro i giornalisti e civili durante il recente giro di vite". Essi esortano i governi nazionali e le istituzioni europee ad adottare azioni immediate per fermare l'escalation di repressione. Viene sottolineato che la Turchia ha il più grande numero di giornalisti in carcere, almeno 60. L'affiliato Ifj in Portogallo, il Sindacato dos Jornalistas (Sdj) ha accusato la polizia turca di aver aggredito il giornalista portoghese Paulo Moura. Il sindacato ha detto che Moura è stato aggredito in piazza Taksim, nonostante il fatto che egli stesso si fosse qualificato alle forze di sicurezza come giornalista. "La conclusione è che le autorità stanno utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione censurando la copertura dei media degli eventi in Piazza Taksim e Gezi Park", ha aggiunto Mogens Blicher Bjerregard, Efj Presidente. "La vera storia dietro gli eventi in Turchia può essere rivelata solo se i giornalisti sono autorizzati a fare il loro lavoro".(ROMA, 18 GIUGNO - AGI)
TURCHIA, LA TESTIMONIANZA DI MAURIZIO CALDARULO, UN ITALIANO CHE VIVE A ISTANBUL
di Debora Aru da http://www.articolo21.org/ del 20 giugno 2013
"C’è una certa censura in Turchia. I primi giorni era difficile avere notizie, i media nascondevano gli scontri di piazza e se non ci fosse stato internet noi non saremo stati informati. Emblematica è stata la trasmissione a reti unificate di lunghissimi documentari sui pinguini mentre le persone riempivano le strade. Ci sono state alcune TV che trasmettevano le dirette dalla piazza, erano tre e sono stata tutte multate dal Governo per la loro scelta. La motivazione è stata che con la diretta degli scontri spaventavano donne e bambini". Maurizio vive e lavora ad Istanbul da tre anni e ha seguito dal primo giorno le manifestazioni che stanno portando in piazza il popolo turco contro il premier Erdogan. Ha assistito a scene in cui manifestanti urlavano dal dolore delle ustioni provocate dagli agenti chimici aggiunti all’acqua degli idranti usati dalla polizia e ci ha anche raccontato manifestazioni spesso pacifiche interrotte dalla violenza delle forze dell’ordine.
Con lui abbiamo parlato soprattutto di informazione e media. L’analisi e i racconti di Maurizio ci dipingono una TV imbavagliata e faziosa controllata, per la maggior parte, da una sola persona. Una realtà che conosciamo bene anche qui in Italia. Una televisione pronta a censurare e a distrarre i cittadini parlando di migrazioni di pinguini o trasmettendo televendite al posto delle persone che scendono in piazza, ma che non manca di seguire minuziosamente, e a reti unificate, gli interventi pubblici del premier Erdogan. I media di regime si sono schierati con il governo, un governo che censura e imbavaglia anche i media indipendenti. Maurizio ci ha dato una notizia: le Tv non allineate che trasmettevano gli scontri in diretta hanno pagato cara questa scelta. Guarda l’intervista
TURCHIA: FOTOGRAFO ITALIANO; FAMIGLIA, È STATO RILASCIATO
FARNESINA CONFERMA. SORELLA, DOVREBBE RIENTRARE OGGI A ROMA
È stato rilasciato Daniele Stefanini, 29 anni, il fotografo free lance livornese, picchiato e fermato durante gli incidenti di domenica scorsa a Istanbul.
È quanto riferisce la sorella di Stefanini, Alessia, spiegando che è stato lo stesso Daniele a telefonare la notte scorsa ai familiari a Livorno per informarli. La notizia del rilascio viene confermata dalla Farnesina. Stefanini, riferisce sempre la sorella, dovrebbe rientrare questo pomeriggio a Roma. (LIVORNO, 18 GIUGNO - ANSA)
TURCHIA: AMNESTY ITALIA ADERISCE A INIZIATIVA FNSI A ROMA
Amnesty International Italia ha aderito all'iniziativa promossa dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), in programma a Roma domani dalle 18 alle 20 di fronte all'ambasciata di Turchia, in via Palestro 28. Nelle ultime tre settimane Amnesty International ha più volte sollecitato, raccogliendo anche migliaia di firme in Italia, le autorità turche a porre fine all'uso eccessivo della forza, a garantire il diritto di manifestazione pacifica e a rilasciare le persone arrestate a Istanbul e in altre città della Turchia.
Secondo l'Associazione medica turca - riferisce Amnesty International Italia -, nel corso delle proteste sono morte quattro persone e i feriti sono stati oltre 7600. Decine di persone versano in condizioni critiche, almeno 12 hanno avuto danni alla vista e molte sono ricoverate con fratture agli arti. (ROMA, 19 GIUGNO - AGI)
TURCHIA: ART.21, GIOVEDÌ SAREMO DAVANTI AMBASCIATA
Articolo 21 sarà presente giovedì alle 18 davanti alla ambasciata turca Roma alla conferenza stampa indetta dalla Fnsi. Ci saremo perché in quel paese si stanno violando tutte le norme in materia di diritti politici,
civili e di libertà di informazione. Ci saremo, dopo il rilascio di Daniele Stefanini, per chiedere la immediata liberazione di Daniele Stefanini e di tutti gli altri fotografi, operatori, cronisti manganellati, fermati ed arrestati perché stavano documentando alle opinioni pubbliche nel mondo la brutalità della repressione in atto. Senza le loro immagini e le loro cronache le reazioni della Unione Europea sarebbero state ancora più deboli. Davanti alla ambasciata ricorderemo anche i nomi di quei giornalisti turchi che, da tempo sono in carcere per "aver minacciato la sicurezza nazionale". Lo affermano in una nota Federico Orlando e Giuseppe Giulietti, presidente e portavoce di Articolo21. Da http://www.articolo21.org/
TURCHIA: FOTOGRAFO ITALIANO, È STATO RASTRELLAMENTO
'TANTE MAZZATE MA NON FERITO';RINGRAZIA ANCHE POLIZIOTTO 'UMANO'
Un lungo post su facebook per ringraziare le ''splendide e umane persone' a cui deve la sua liberazione tra cui ''un ufficiale di polizia umano'', per spiegare che ''è stato un vero e proprio rastrellamento'' e per dire che non è ''stato ferito, ho preso sì tante mazzate ma i feriti seri sono altri''. A scrivere è Daniele Stefanini, il fotografo fermato a Istanbul e rilasciato la notte scorsa.
Tra i destinatari dei ringraziamenti per la sua liberazione ci sono ''Mehmet Seyfeddin Pence (un ufficiale di polizia umano)'' e gli avvocati Hukuk Burosu, Sermin Akbulut, Ugur Altinarik, Zeynep Cankan Ergunay. Stefanini ringrazia poi ''Martina Castigliani del Fatto che è stata la prima ad attivarsi dopo il mio SOS 'chiama ambasciata''' e ''i migliori colleghi di sempre per il sit-in davanti all'ambasciata turca (siete bellissimi in foto); quelli che neanche conosco e che sono stati in ansia per me; quelli che mi conoscono e che mi hanno maledetto per la mia incurabile incoscienza'', ''i compagni e le compagne di piazza Taksim, a loro va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà''.
Stefanini rivolge poi il suo pensiero ''a chi come me, preso in stato di fermo, è ancora in questura a mangiare pane e marmellatine''. Domani ''incontreranno il Procuratore, ha pochissime prove, il capo di accusa è per tutti (circa 500 fermi in un giorno) uno, quello di resistenza a pubblico ufficiale e lancio di bottiglie, bastoni, pietre, biglie di vetro con la fionda, carote e bambole. (Poi mi devono spiegare come non si fa a non resistere a un pubblico ufficiale che ti prende ti sbatte al muro, ti pesta, ti mette i gomiti in bocca, ti schiaffeggia ti umilia... per loro il termine resistenza ha un accezione negativa). È stato un vero e proprio rastrellamento''.
Infine due rettifiche, una per spiegare che non è stato ferito, annunciando che ''a breve postero' le foto'' di chi lo è stato realmente: ''Vertebre schiacciate,nasi rotti,occhi tumefatti etc''. L'altra per dire che non è ''stato trovato in terra da chi sa chi e portato in qualche ospedale chi sa dove, ma come tutti i ragazzi fermati sono stato trasportato via in pullman fino alla stazione di polizia dove un po' per necessità un po' perché non volevo rifinire direttamente caldo caldo in un posto a me ignoto, ho recitato la parte del moribondo (tanto tale ero) e così mi ci hanno trasportato in macchina tre poliziotti. Basta così. Vedo che è stato detto anche troppo.. io sono solo uno come tanti che crede in quello che fa, forse troppo.
ps:ah ovviamente la D700 è ormai un ricordo e un c'ho nemmeno una foto dell'ultimo giorno, bravo eh!''. (LIVORNO, 18 GIUGNO - ANSA)
TURCHIA: MAGGIONI (RAINEWS24), "INFORMAZIONE ITALIANA È PROVINCIALE"
"L’informazione italiana non prende sotto gamba solo piazza Taksim ma tende a farlo con l’intero mondo! Dobbiamo al contrario renderci conto che ciò che accade nella piazza di Istanbul in realtà sta avvenendo in una piazza italiana: che la Turchia sia o no Europa, se non capiamo che quello che accadendo in questo Paese influenza direttamente la nostra vita quotidiana vuol dire che abbiamo una visione completamente distorta". Così il direttore di Rainews24 Monica Maggioni intervistata sul sito di Articolo21 dal direttore Stefano Corradino.
"Sono ovviamente felice che Daniele Stefanini sia stato rilasciato ma è una “fortuna” – lo dico ovviamente in tono provocatorio – che abbiano fermato un fotografo italiano: purtroppo è solo quando c’è di mezzo un nostro connazionale che ci rendiamo conto che esiste un problema che riguarda i giornalisti e la libertà di stampa. Quando però ad essere zittito in qualsiasi angolo del mondo è un giornalista che non ci riguarda direttamente la consideriamo una notizia residuale. E invece stiamo parlando di giornalisti che per raccontare e dare notizie mettono quotidianamente a rischio la propria vita".
"Oggi abbiamo tutti gli strumenti per raccontare il mondo e far capire quanto tutte le vicende siano interconnesse. Eppure continuiamo ad avere un linguaggio residuale, periferico, provinciale. Ci appassioniamo in modo furibondo a quattro proclami dell’ultimo politico comparso sulla scena e decidiamo che una vicenda come piazza Taksim può meritare, se capita, un pezzo di cinquanta secondi o una manciata di righe. Sarà perché ho trascorso i tre quarti della mia vita giornalistica e professionale fuori dai nostri confini, ma non riesco a concepire così il nostro mestiere". "Da dieci giorni - conclude la Maggioni - da quando la protesta ha mostrato tutta la sua problematicità, Rainews24 è ininterrottamente su piazza Taksim. Con la nostra inviata Liana Mistretta abbiamo fatto lunghe, lunghissime dirette: la notte dello sgombero (sabato scorso, ndr) non abbiamo di fatto mai interrotto il nostro sguardo su piazza Taksim. Liana era lì con i manifestanti, insieme a quelli che venivano soccorsi e con i medici che sono poi stati arrestati dalla polizia per aver aiutato i feriti della manifestazione. Siamo lì anche in una giornata come oggi e continueremo a starci perché, anche e soprattutto in questo caso, l’all news del servizio pubblico ha dimostrato di essere il mezzo ideale per raccontare in diretta una situazione così complessa e in evoluzione costante di ora in ora". Da http://www.articolo21.org/
AST, ODG E GRUPPO FOTOREPORTER SU SCONTRI A ISTANBUL
Daniele Stefanini, 29 anni, originario di Livorno, era in piazza Taksim per lavoro, stava riprendendo con la sua macchina fotografica gli scontri quando e' stato colpito da alcune manganellate. Un avvocato dei diritti umani ha riferito di averlo trovato in stato confusionale. Parte della sua attrezzatura è scomparsa. A causa delle serie ferite, è stato trasportato in ospedale e medicato; quindi è stato condotto al posto fisso di polizia, dal quale è riuscito a mettersi in contatto con i genitori e con l'ambasciata italiana. Stefanini era in Turchia da qualche giorno per seguire i movimenti di protesta e fare un reportage fotografico su quanto sta accadendo a Istanbul. Prima delle proteste scoppiate in Turchia, aveva lavorato sul movimento degli Indignados in Spagna.
L'Associazione Stampa Toscana l’Ordine dei giornalisti della Toscana e il Gruppo Fotoreporter condannano fermamente le ennesime violenze perpetrate contro i manifestanti e contro i reporter durante le proteste, chiedendone immediatamente il rilascio.
Sempre più spesso i giornalisti sono un obiettivo per evitare che la gente sia messa a conoscenza della realtà.
PIAZZA TAKSIM: FOTOGRAFO ITALIANO FERITO E ARRESTATO A ISTANBUL
GIORNALISTI TURCHI CONDANNANO VIOLENZE DI POLIZIA CONTRO REPORTER
Un fotoreporter italiano di 28 anni è stato fermato a Istanbul dopo esser rimasto ferito negli scontri di piazza di domenica. Lo hanno riferito fonti diplomatiche. Daniele Stefanini, livornese, aveva perso i sensi dopo esser stato colpito alla testa, sembra da manganellate della polizia, mentre seguiva gli scontri in piazza Taksim. Portato in ospedale da un avvocato per i diritti umani, è stato tenuto sotto osservazione e quando, domenica sera, è stato dimesso, gli agenti lo hanno condotto in questura per accertamenti.
Dal posto di polizia, Stefanini ha potuto contattare i familiari e l'ambasciata d'Italia che lo sta facendo assistere da due funzionari del consolato di Istanbul, tra cui un interprete. È probabile che venga espulso e che possa rientrare in Italia già domani o al più tardi mercoledì.
Nei tumulti Stefanini, che era giunto in Turchia pochi giorni fa per un fotoreportage sulle proteste anti-governative, ha perso parte della la sua attrezzatura fotografica. (ROMA, 17 GIUGNO - AGI)
TURCHIA: GIULIETTI, NON SI IGNORINO AGGRESSIONI AI CRONISTI
"Comprendiamo tutta la delicatezza della vicenda turca, ma l'Unione europea e i governi nazionali non possono restare a guardare. Del resto non sarà certo casuale che le trattative sulla eventuale adesione della Turchia siano ferme, anche e soprattutto, sul tema dei diritti politici, civili e sulla libertá dei media. Nessuno puó fingere di non sapere che in quel paese ci siano decine di cronisti, soprattutto curdi, ancora in carcere". Lo afferma in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti.
"Le stesse aggressioni avvenute oggi ai danni di fotografo e cronisti, e tra questi il nostro connazionale Stefanini, non possono essere ignorate.
Forse é giunto il momento di far sentire al governo turno e alle sue rappresentanze diplomatiche lo sdegno dell'Europa nei confronti di quanto sta accadendo in piazza Taksim e dintorni. L'associazione articolo 21 chiederà alla Federazione internazionale dei giornalisti e a tutte le altre associazioni del settore di inviare una delegazione con il compito di tutelare I cronisti ancora presenti e di documentare gli episodi di violenza e di censura in atto". Da http://www.articolo21.org/
TURCHIA: SINDACATI, SCIOPERO GENERALE CONTRO VIOLENZA POLIZIA
Due dei principali sindacati turchi, il Disk (Confederazione dei sindacati progressisti) e il Kesk (Confederazion dei sindacati del settore pubblico), hanno dichiarato per oggi uno sciopero generale contro l'uso eccessivo della forza da parte della polizia nel disperdere le manifestazioni anti-governative nate dal Gezi Park di Istanbul e allargatesi all'intero Paese.
L'obiettivo dello sciopero è chiedere che le violenze perpetrate dagli agenti cessino immediatamente.
Sono centinaia di migliaia i lavoratori rappresentati da questi sindacati e lo sciopero da loro indetto avrà conseguenze sul funzionamento di scuole, ospedali e uffici pubblici. Allo sciopero generale hanno poi aderito sindacati minori di categoria in rappresentanza di medici, ingegneri e dentisti.
''Il governo dell'Akp ha lanciato un'offensiva contro la nazione, che rifiuta di abbandonare i suoi diritti e la sua libertà portando avanti una resistenza continua'', si legge in un comunicato diffuso dai cinque sindacati che aderiscono allo sciopero generale. Oltre al Disk e al Kesk, hanno aderito il Sindacato dei medici tuchi (Ttb), quello degli ingegneri e degli architetti (Tmmob) e quello dei dentisti (Tdhb). Gli aderenti a questi sindacati si asterranno dal lavoro oggi, a eccezione dei casi di emergenza per i quali sarà necessaria la loro professionalità, e scenderanno in piazza.
I sindacati hanno chiesto tolleranza e sostegno alla popolazione nelle piazze per una ''Turchia più egualitaria, libera e democratica''. Secondo fonti del Kesk, in piazza sono attesi ''centinaia di migliaia di manifestanti''. ''Scenderemo in strada con il nostro potere produttivo'', ha detto il segretario generale del Disk Kani Beko. ''I membri del Kesk andranno al lavoro, leggerano un comunicato e poi scenderanno in piazza'', ha dichiarato il segretario generale del Kesk Ismail Hakkı Tombul. (ANKARA, 17 GIUGNO - ADNKRONOS/AKI)
TURCHIA, DURANTE LE MANIFESTAZIONI AD ANKARA E ISTANBUL
GIORNALISTI CONDANNANO VIOLENZE DI POLIZIA CONTRO REPORTER
L'Associazione dei giornalisti progressisti della Turchia ha condannato le violenze erpetrate dalla polizia contro i reporter durante le proteste legate al Gezi Park di Istanbul ed estesesi in tutto il Paese. In particolare, l'associazione ha denunciato l'uso della violenza da parte delle forze di sicurezza contro i giornalisti a piazza Kizilay ad Ankara e a piazza Taksim a Istanbul.
In particolare, l'Associazione dei giornalisti turchi ha riferito del caso di Gokhan Bicici della IMC TV, che è stato picchiato da cinque poliziotti, buttato a terra e ammanettato prima di essere arrestato. Ad altri, invece, è stato impedito di svolgere il proprio lavoro in quanto non erano in possesso di pass rilasciati dal governo.
''I giornalisti sono diventati un obiettivo per evitare che la gente sia messa a conoscenza degli attacchi condotti dalla polizia. Il vero obiettivo degli attacchi, rivolti principalmente ai lavoratori delle istituzioni dell'opposizione, è il diritto a comunicare in privato e i diritti umani universali in generale'', ha detto l'Associazione. Un appello è stato quindi rivolto ai dipendenti statali perché non impediscano ai giornalisti di compiere il proprio lavoro e di riferire la verità alla gente, chiedendo che venga garantita la libertà di pensiero e di espressione. (ANKARA, 17 GIUGNO - ADNKRONOS/AKI)