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Editoria 08 Giu 2011

Siddi: “Quel mistero sui contributi dimezzati e mai erogati”

I 15 giornalisti italiani della redazione di Toronto del "Corriere Canadese" fanno proprio e si uniscono all'appello del Segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, che ha denunciato il "mistero" sul 50 per cento dei contributi per quotidiani italiani all'estero per il 2009 non ancora erogati.

I 15 giornalisti italiani della redazione di Toronto del "Corriere Canadese" fanno proprio e si uniscono all'appello del Segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, che ha denunciato il "mistero" sul 50 per cento dei contributi per quotidiani italiani all'estero per il 2009 non ancora erogati.

I redattori del giornale pubblicato a Toronto e diffuso in Canada e Nord America hanno inviato una lettera al Sottosegretario all'Editoria Paolo Bonaiuti e alla dottoressa Elisa Grande, Capo del Dipartimento Editoria, al Ministro degli Esteri Franco Frattini, al Segretario generale del CGIE Elio Carozza.
La lettera, a firma del Direttore responsabile Paola Bernardini e di tutti i giornalisti della redazione del "Corriere Canadese" è un appello disperato allo stanziamento dei fondi - spettanti per legge - che rappresentano l’unica via di salvezza contro la chiusura di un quotidiano storico per gli italiani nel mondo. Nella lettera, si chiede legittimamente spiegazioni sul mancato stanziamento dei contributi  relativi al 2009 e informazioni a riguardo dei fondi del 2010 e 2011.
 “Vogliamo capire come intende agire il Governo e quali tempi prevede, perché senza un intervento immediato per dare certezze sul pagamento del diritto maturato dal Corriere Canadese, i nostri posti di lavoro non possono essere garantiti”, si legge nella lettera a firma del Direttore e dei giornalisti. “Il destino del Corriere Canadese è appeso a un filo perché rischiamo la chiusura nel giro di poche settimane a causa di quei fondi pubblici che ci spettano per legge e di cui non si ha più alcuna notizia. Siamo 15 giornalisti italiani con regolare contratto, riconosciuti dalla FNSI e dall’Ordine, che stiamo portando avanti una professione all’estero per mantenere in vita uno strumento di informazione, cultura e lingua italiana utile anche per i rapporti bilaterali nel campo del commercio e della cooperazione”. E ancora: “Il Corriere Canadese, distribuito in Canada da oltre 57 anni, è in uno stato di pre-crisi: la settimana scorsa ha sospeso la cassa integrazione di quattro giornalisti, ma senza il pagamento dei contributi votati dal Parlamento il giornale verrà ridimensionato. Mancando le risorse, sono anche in ritardo i nostri stipendi perché senza garanzie sul saldo dei contributi le banche bloccano le linee di credito”.
“Il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, quando a marzo dello scorso anno venne a visitare la nostra redazione a Toronto, lanciò un monito: «In Canada, al Corriere Canadese, ho trovato un esempio di giornalismo italiano qualificato il cui valore non può essere misurato solo in base al numero di copie vendute, a dati meramente numerici ancorché positivi, ma anche sulla forza di un’esperienza in una realtà multiculturale che dall’Italia dovrebbe essere valorizzata. Se Bonaiuti non si fida venga a toccare con mano».
Oggi rinnoviamo quell’invito al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti e a tutti i rappresentanti del Governo che vogliano verificare un esempio di giornalismo italiano esportato all’estero”.
Anche alla luce di questo Sos, "la situazione si fa sempre più preoccupante e incomprensibile - afferma Franco Siddi, segretario della FNSI e presidente della commissione informazione del Cgie. Il Governo deve rompere al più presto il silenzio in relazione ai contributi del  2009 per i quotidiani italiani pubblicati all’estero (Corriere Canadese, America Oggi, Globo e Fiamma, Gente d’Italia, la Voce d’Italia), già in precedenza tagliati ingiustamente del 50 per cento. Non ha alcuna giustificazione ed e' fonte di danni irreparabili di cui chiedere conto in ogni sede la mancata erogazione dei fondi stabiliti per legge. La penalizzazione e' addirittura odiosa perche' colpisce un bene pubblico come l'informazione, la lingua e la cultura italiana, una comunita' di cittadini che rende onore all'Italia nel mondo ed e' invece mortificata e offesa" 

 

 

 

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