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Ordine 24 Giu 2010

Siddi (Fnsi): "Auguri ai nuovi vertici dell'Ordine ma c'è un problema di rappresentanza. La professione che si rispecchia nel Consiglio fatica a corrispondere alla realtà del lavoro giornalistico. Si impone una radicale e drastica riforma"

"L'elezione del nuovo Presidente e del nuovo vertice esecutivo del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, ancora non del tutto completata, è espressione di una fatica democratica e di un grande tormento originato dalla ricaduta di pratiche nebulose, anche più del logorio di una legge istitutiva per la quale non basta più una semplice manutenzione ma s'impone una radicale e drastica riforma", dice in una nota il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi.

"L'elezione del nuovo Presidente e del nuovo vertice esecutivo del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, ancora non del tutto completata, è espressione di una fatica democratica e di un grande tormento originato dalla ricaduta di pratiche nebulose, anche più del logorio di una legge istitutiva per la quale non basta più una semplice manutenzione ma s'impone una radicale e drastica riforma", dice in una nota il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi.

    "Tuttavia, la percezione che emerge dal tormentato percorso elettorale di rinnovo è che la professione che si rispecchia nel Consiglio dell'Ordine trovi fatica a corrispondere alla realtà del lavoro giornalistico di oggi", aggiunge.    "Al nuovo Presidente Enzo Iacopino, al quale con i nuovi eletti va l'augurio di buon lavoro nel compito istituzionale attribuito all'organismo giurisdizionale della professione,  non possono sfuggire problematiche e inquietudini. Poi c'è il nodo della strumentazione attraverso la quale si esprime il Consiglio dell'Ordine,  che ha bisogno invece di un radicale cambiamento. Il Sindacato dei giornalisti, che è chiamato ad occuparsi dei problemi del lavoro giornalistico, sempre meno garantito e sempre più minato da sollecitazioni di vario genere, da invadenze di campo ed è attraversato da tutti i fenomeni della crisi economica e dai gravi disagi che vive il lavoro intellettuale nel mondo moderno, non potrà - conclude Siddi - che continuare a guardare le condizioni concrete in cui si svolge oggi la professione". (ANSA).

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