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Editoria 25 Ott 2011

Siddi a Trieste: “Con il taglio dei fondi l’informazione in ginocchio” Appello per una grande alleanza civica per la pulizia del settore

Trieste - ''La responsabilità sociale chiesta ai lavoratori e alle imprese è dovuta in primo luogo allo Stato e al suo governo. Sarebbe una scelta di grandissima irresponsabilità, socialmente ed economicamente delittuosa, tagliare di punto in bianco i finanziamenti all'editoria, segnatamente ai giornali delle cooperative, a quelli di idee, delle minoranze linguistiche o pubblicati e diffusi tra le nostre comunità all'estero''. Lo ha affermato il segretario della Fnsi, Franco Siddi, nel corso di un convegno sul welfare della categoria insieme a Inpgi e all'Associazione stampa del Friuli.

Trieste - ''La responsabilità sociale chiesta ai lavoratori e alle imprese è dovuta in primo luogo allo Stato e al suo governo. Sarebbe una scelta di grandissima irresponsabilità, socialmente ed economicamente delittuosa, tagliare di punto in bianco i finanziamenti all'editoria, segnatamente ai giornali delle cooperative, a quelli di idee, delle minoranze linguistiche o pubblicati e diffusi tra le nostre comunità all'estero''. Lo ha affermato il segretario della Fnsi, Franco Siddi, nel corso di un convegno sul welfare della categoria insieme a Inpgi e all'Associazione stampa del Friuli.

Quello di Siddi è un vero grido d'allarme per il lavoro di migliaia di persone: ''L'ipotesi di riduzione dei fondi a 50 milioni di euro circa per il prossimo anno, se non ritirata subito dal tavolo, puo' far chiudere a fine anno quasi 100 testate, mandare a casa migliaia di lavoratori, non solo giornalisti, scaricandoli sul capitolo degli ammortizzatori sociali, comunque un costo (assolutamente improduttivo e non volto ad alcun indirizzo di crescita)''.
''È evidente -prosegue Siddi- che l'editoria vive una fase di trasformazione industriale che va invece accompagnata per determinare nuovo sviluppo anche in una moltiplicazione di offerte di informazione attraverso diverse piattaforme. Si tratta di sostenere il pluralismo e di promuovere l'occupazione regolare e professionale. Anche i sistemi di previdenza, non solo quello dei giornalisti ma anche quello generale dell'Inps, si possono reggere se il mercato del lavoro, e quindi delle retribuzioni e delle contribuzioni, si rimette in moto e non solo attraverso manovre di riduzione o ritardata erogazione degli assegni di pensione. Il tempo sta scadendo''.
''Se il governo non elimina le ombre pesanti e anche le mani attraverso le quali intende ritirare i sostegni pubblici, senza prima creare le condizioni di una transizione con date certe e regole di trasparenza ed efficienza nuove, sarà colpevole -dice Siddi- di un duplice delitto: mettere in ginocchio una parte debole economicamente ma significativamente rilevante del sistema dell'informazione, mortificare un settore industriale decisivo (quello dell'editoria) per lo sviluppo. Non è tempo di operazione di maquillage regolamentare ma di scelte strategiche coraggiose, serie, improntate al rilancio economico e alla tenuta della coesione sociale''.
''Per questo dopodomani in una conferenza stampa in Senato lanceremo un appello -conclude Siddi- per una grande alleanza civica di pulizia morale nel settore e per un impegno primario con carattere di indipendenza dello Stato in quanto tale e non delle fazioni che se ne stanno impossessando''. (TRIESTE, 25 OTTOBRE - ASCA)

SERVONO SCELTE STRATEGICHE PER SALVAGUARDARE ’INFORMAZIONE
NON SAREMO NÉ MEDICO NÉ INFERMIERE DELL’EUTANASIA DEI GIORNALI

La Fnsi non sarà né il medico né l’infermiere dell’eutanasia dei giornali. Riformatori sino in fondo, con estremo rigore, complici di un delitto mediatico no. Se ai tavoli tecnici per la riforma del sistema dei finanziamenti all’editoria si riproporranno gli orientamenti emersi oggi, sarà impossibile giustificare la partecipazione a un tavolo di concertazione. La legge dell’editoria ha un senso se si recupera il valore originario dell’intervento pubblico, finalizzato non alle leggi del mercato, genericamente inteso, ma al sostegno del pluralismo e dell’occupazione professionale. L’idea che si debba prendere atto di una riduzione, dal prossimo anno, a cinquanta milioni di euro circa dei fondi pubblici e da qui si debba disegnare un nuovo regolamento per circoscrivere l’area dei beneficiari è sbagliata e delittuosa perché uccide in maniera fulminante decine di testate senza metterle prima alla prova con un sistema necessariamente nuovo di regole.
Servono scelte strategiche per salvaguardare l’informazione delle idee, per garantire l’accesso al mercato della lettura anche di soggetti  minori o comunque industrialmente e finanziariamente meno consistenti, come le cooperative di giornalisti, a condizioni che si tratti di realtà evidenti nel territorio e nella relazione con il pubblico. Servono interventi di sostegno per la stampa delle minoranze linguistiche e degli italiani all’estero. Per i giornali politici e è di tutta evidenza che i partiti di riferimento debbano fare la loro parte imprenditoriale nelle responsabilità proprie di un editore. Ma in tutti questi casi parliamo di realtà non tipicamente riconducibili all’area commerciale che necessitano di un sostegno pubblico essenziale, sia pure con le opportune distinzioni tecniche dell’imputazione della spesa. Come nel caso della revisione indispensabile dei capitoli di finanziamento della politica.
Se invece il Governo vuole ricondurre tutto al mercato e al suo mito, abbia il coraggio di riformare se stesso, abolisca il Dipartimento editoria assumendosene ogni responsabilità e metta in campo una politica di sviluppo, inesistente oggi, chiamando in causa i Ministeri dell’economia e dello sviluppo economico  le cui insufficienze e negligenze sono note a tutti.
E tuttavia, anche sul terreno del mercato dell’industria dell’informazione servono risorse, idee e progetti strategici. Innovazione, trasformazione multimediale, formazione, occupazione professionale, consistenza di rapporto con il pubblico, distribuzione delle testate, sono direttrici indispensabili per una politica industriale che riguardi il settore dei media e che non possono essere affrontate  immaginando che sia sufficiente declamare “decaloghi” e poi limitarsi a qualche operazione di facciata. Cacciare dal “tempio” dei contributi trafficanti e specialisti di società formali, disboscare qualsiasi  operazione artificiale è opera doverosa che la Federazione della Stampa persegue, con evidenze anche clamorose,  da tempo.  Assumere queste distorsioni a motivo di nuove norme ideate solo per giustificare una morte per asfissia di decine di testate e migliaia di posti di lavoro è inaccettabile”. Roma, 20 ottobre 2011 

ROMA 24 OTTOBRE - Il comitato per la libertà e per il diritto all'informazione, alla cultura ed allo spettacolo ha organizzato per giovedì 27 ottobre dalle 13,130 alle 14,30, nella Sala Nassirya del Senato, una conferenza stampa per denunciare il vero e proprio massacro dell'informazione cooperativa, non profit, di idee e di partito che si sta consumando con il sostanziale annullamento, da parte del governo, dei fondi destinati all'editoria.

 

RAI: SLC CGIL, TAGLI BONAIUTI VANNO CONTRO SERVIZIO PUBBLICO

''È grave che Bonaiuti ipotizzi di ridurre i finanziamenti alla Rai per le minoranze linguistiche e a Rai International mentre, stando a Italia Oggi e Il Fatto Quotidiano, una circolare ministeriale definisce la restituzione a ministri e sottosegretari delle somme pagate al fisco, così come previsto per i dipendenti pubblici con redditi superiori ai 90 mila euro lordi annui dalla Legge 78/2010''. Lo dichiara una nota della segreteria nazionale Slc Cgil.
''Ricordiamo che il Governo ha sottoscritto con la Rai un Contratto di Servizio - prosegue la nota - che prevede tali funzioni, ed è allo stesso tempo economicamente inadempiente.
Infatti la Rai, conti alla mano, sostiene da sola la mission di servizio pubblico: informazione, produzione culturale, attenzione alle minoranze linguistiche, ai giovani, agli anziani, al cinema indipendente etc. Il Governo taglia questi fondi da un lato e dall'altro latita scientemente nell'azione necessaria di recupero dell'evasione del canone''. 
''Il sottosegretario rinunci ai suoi intendimenti dichiarati - conclude il comunicato di Slc Cgil - perché questa affermazione mette in discussione il senso stesso di Servizio Pubblico''. (ROMA, 21 OTTOBRE – ANSA)
EDITORIA: MEDIACOOP, GOVERNO AFFOSSA PLURALISMO

''Il Governo, come ha riferito ieri l'on. Bonaiuti alla Commissione Cultura, si appresta  a tagliare fino al 50% i contributi  per l'editoria previsti nella Legge di stabilità. Va ricordato che lo stanziamento è già del tutto insufficiente a coprire il fabbisogno''. Lo scrive Mediacoop in una nota, rilevando che il governo affossa così il pluralismo.
''Era prevedibile - si legge nel comunicato -, e Mediacoop l'aveva denunciato a gran voce, che lo spostamento della gestione dei contributi diretti dal Parlamento all'Esecutivo sarebbe stato un disastro per l'editoria cooperativa di idee e di partito, con grave danno per l'intero settore e per il pluralismo. Non è possibile cancellare un modo diverso di fare informazione. Non possibile sancire che l'unica proprietà possibile è quella di banche, industrie. L'informazione è un prodotto delicato che non può essere lasciato, alla pura logica di mercato come una qualunque merce''.
''È giunto il momento - prosegue la nota - perché il Governo e il Parlamento si assumano fino in fondo le loro responsabilità. E il problema non è solo quello di introdurre ulteriori norme di rigore e trasparenza, che più volte abbiamo avanzato e che ancora  in queste ore abbiamo riproposto, ma il problema è quello di sapere se il Parlamento possa ignorare il colpo che il Governo sta assestando al sistema dell'informazione e al pluralismo. Un fatto che in queste dimensioni non  si è mai verificato nella nostra storia''. (ROMA, 20 OTTOBRE – ANSA)

EDITORIA: FIEG, CONTRIBUTI INCENTIVINO INNOVAZIONE 

I contributi diretti in editoria diventino uno ''strumento trasparente di politica industriale dato con finalità oggettive, per incentivare l'innovazione e l'occupazione senza pregiudizio della concorrenza''. Questa la necessità ribadita dalla Federazione degli editori nella riunione di oggi del tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri sulle forme di sostegno all'editoria stessa. La federazione - secondo quanto si è appreso - ha poi chiarito che  ''da questa impostazione esula la contribuzione per i veri giornali di partito e per i giornali espressione delle minoranze linguistiche'' che '' deve essere connotata in modo corretto quale contributo, non all'editoria, ma alla comunicazione politica e alla informazione in favore delle minoranze linguistiche''.  (ROMA, 20 OTTOBRE – ANSA)

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