I consiglieri di Senza Bavaglio hanno votato la mozione presentata dalla maggioranza della Federazione. I motivi sono stati illustrati da Massimo Alberizzi nella sua dichiarazione di voto.
"Sappiamo che gli scioperi, oltre ad aver pesantemente colpito gli editori grazie a una soddisfacente adesione dei colleghi, hanno provocato in alcune realtà tensioni e disaffezioni fra i redattori, ma non ci si può fermare qui, come invece fanno gli undici firmatari del documento contro il nuovo pacchetto di scioperi. No. Si può e si deve spiegare ai colleghi che siamo impegnati in una battaglia durissima e se non si lotta si rischia di portare a casa un contratto non deludente ma disastroso: perdita di denaro con l’attenuazione degli scatti d’anzianità, perdita di dignità, con la precarizzazione sfrenata del lavoro, e perdita della funzione sociale della nostra professione, con l’attenzione degli editori rivolta soltanto ai guadagni. Se è questo che si vuole, si può rinunciare alla lotta, si possono mollare gli scioperi a metà e accontentarsi del denaro risparmiato per aver rinunciato alla protesta e del piatto di lenticchie offerto dalla Fieg. Se invece si vuole difendere il diritto a un contratto decente si si vuole mantenere in primo piano il tema della qualità dell'informazione (carichi di lavoro, autonomia, precarietà, freeelance da tutelare eccetera) si deve rinsaldare il vincolo di solidarietà evitando prese di posizione che spaccano la categoria e indeboliscono il sindacato in un momento centrale della lotta. Alberizzi ha spiegato in un altro intervento che è finita l’epoca della difesa solo di Santoro e di Biagi. Santoro e Biagi sono dei simboli, ma il sindacato deve impegnarsi a fondo nella difesa dell’ultimo dei precari e dell’ultimo dei freelance. Di quelli cui è stata tolta la dignità e con la dignità anche un compenso decente. Il metodo di continuare a dissociarsi dalle scelte della Federazione rischia di rivelarsi assai dannoso e di vanificare gli sforzi della stragrande maggioranza dei colleghi. Noi non discutiamo il diritto al dissenso, e apprezziamo la lealtà di chi afferma "io non la penso come voi ma sciopererò e mi adopererò che chiunque scioperi"; ma contestiamo il metodo che, oggettivamente, indebolisce il sindacato e rafforza gli editori. E poi ci domandiamo: perché gli 11 consiglieri di minoranza non hanno formulato proposte alternative su cui discutere? Noi di Senza Bavaglio al Consiglio Nazionale della FNSI (ma anche prima, già agli stati generali di settembre) alcuni mesi fa) siamo stati gli unici a chiedere di pensare a nuove forme di lotta da affiancare agli scioperi e abbiamo così elaborato e presentato un documento titolato "Idee!!!", frutto del lavoro di un gruppo, formato da una trentina di colleghi, che avevamo soprannominato il brainstorming di Renato, perché coordinato da Renato Ferraro. In verità non è solo la minoranza che ha carenza di idee. La maggioranzasembra restia (se non addirittura contraria) a studiare nuove forme di lotta, sebbene da alcuni suoi stessi settori durante il Consiglio Nazionale si siano levate voci a favore di nuove iniziative che portino all’attenzione dell’opinione pubblica i nostri problemi. Il documento "Idee!!!" sarà pubblicato per intero, ma ci teniamo, in a riproporre un paio dei suoi punti che ci stanno particolarmente a cuore. - L’idea di pubblicare un foglio alternativo da distribuire durante gli scioperi. - La compilazione di un dossier sulle malefatte dei giornali e degli editori. Infine una considerazione: se è vero che sugli scioperi è bene coinvolgere la base è anche vero che il Consiglio Nazionale è la massima istanza della Federazione e del sindacato. Quello che ci appare francamente pretestuoso nel documento delle minoranze è la conclamata necessità di sentire quella base che al momento dell’approvazione dello scorso contratto avevamo, assieme alle stesse minoranze, considerato un’istanza poco democratica. Noi giudichiamo la consulta dei comitati di redazione e dei fiduciari un ottimo momento di consultazione ma assolutamente non un momento decisionale. La sua rappresentatività è infatti dubbia. Ed erano state proprio quelle stesse minoranze a considerare dubbia quella rappresentatività. E ora? Perché nel loro documento si richiama proprio la necessità di decidere lo sciopero in quella consulta? Questa astensione ci appare come il frutto di antagonismi personali che nulla hanno a che fare con il sindacato e gli interessi dei giornalisti. Noi chiediamo a tutti uno sforzo. Occorre abbandonare i vecchi rancori e capire – da parte di tutti – che esiste la necessità di marciare uniti. Ripetiamo non dubitiamo delle assicurazioni fornire da Giovanni Negri secondo cui il dissenso sul documento non mina l’impegno delle opposizioni a scioperare e a far scioperare. Ma Giovanni non può non capire che una sua presa di distanza dalla linea adottata dalla maggioranza della FNSI può risultare fatale e vanificare gli sforzi dell’intera categoria. Se la lotta per il nuovo contratto si dovesse perdere, speriamo solo che non ci vengano a dire: "L’avevamo detto". Sarebbe proprio di pessimo gusto". "Senza Bavaglio"