CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Internazionale 19 Nov 2007

Sciopero degli autori, a soqquadro in Usa gli equilibri del mercato editoriale

Lo sciopero degli autori di testi di film e programmi tv sta mettendo a soqquadro il panorama dei media americani. La Cbs, la rete televisiva più vista negli Stati Uniti, è finita nel mirino degli analisti finanziari.

Lo sciopero degli autori di testi di film e programmi tv sta mettendo a soqquadro il panorama dei media americani. La Cbs, la rete televisiva più vista negli Stati Uniti, è finita nel mirino degli analisti finanziari.

I due terzi del giro d’affari dell’azienda derivano dalla televisione, fa notare un esperto della Lehman Bros., Anthony DiClemente; la Cbs dipende da una serie di programmi come “Csi”, che a loro volta hanno necessità degli autori dei testi, ed è molto vulnerabile rispetto alle oscillazioni pubblicità. “La Cbs è la più esposta tra i vari network”, secondo l’analista. La Walt Disney, proprietaria di Abc, la News Corp., proprietaria di Fox, e la General Electric, che possiede Nbc, sono protette da altre attività, come i parchi a tema, l’editoria, i canali via cavo con i telegiornali e lo sport, che dipendono molto meno dagli autori. Sono, insomma, aziende più diversificate, continua DiClemente. La Cbs potrebbe essere colpita anche da un possibile sciopero degli autori dei telegiornali, ma il ceo Leslie Moonves ha detto che l’azienda è pronta a fare fronte alla mancanza di testi con una sfilza di nuovi programmi già pronti e conservati in cassaforte. Il problema è comunque di tutte le reti. “The Tonight Show With Jay Leno” della Nbc ha perso già 750.000 spettatori su 4,51 milioni, il “Late Night With David Letterman” della Cbs ne ha persi 330.000 su 4,06 milioni; la Abc potrebbe restare senza testi nel giro di un mese, secondo quanto dichiarato dal ceo della Disney Robert Iger. E la Fox ha già chiuso due serie. Il prolungarsi dello sciopero degli autori dei testi potrebbe inoltre costringere gli utenti della televisione a migrare verso altri media, in particolare la stampa, in cerca di notizie e intrattenimento, e spingere gli inserzionisti a spostare i loro investimenti. Lo sostiene uno studio della società di ricerche MindShare, del gruppo Wpp. Un adulto su quattro tra quelli intervistati hanno detto che lo sciopero influirà o cambierà le sue abitudini in fatto di fruizione della tv. La percentuale più alta è tra chi ha 35-44 anni: molte persone pensano di spegnere la televisione e usare altri media, soprattutto libri, riviste e giornali, dal momento che i loro programmi preferiti non vengono più trasmessi per mancanza di testi. Il 13% ha invece detto che “guarderà qualunque altro programma andrà in onda nell’orario in cui di solito guardo la tv” e il 12% affitterà un dvd. Lo sciopero indetto dalla Writers Guild of America va avanti dal 5 novembre e per ora non è chiaro quando potrà risolversi il braccio di ferro con la Alliance of Motion Picture and Television Producers, anche se le due parti hanno annunciato che riprenderanno a trattare sul rinnovo del contratto chiesto dagli autori il 26 novembre. (9Colonne)

@fnsisocial

Articoli correlati