Domenica il Corriere della Sera non era in edicola per uno sciopero indetto dall'assemblea dei giornalisti. Si tratta del primo di cinque giorni di sciopero affidati al Comitato di Redazione.
Domenica il Corriere della Sera non era in edicola per uno sciopero indetto dall'assemblea dei giornalisti. Si tratta del primo di cinque giorni di sciopero affidati al Comitato di Redazione. ''A una minaccia esterna crescente che ogni giorno occupa le cronache di Borsa - si legge in un comunicato del Cdr - non corrisponde una capacita' di difesa dell'azienda. Il rastrellamento di azioni da parte di Stefano Ricucci, in assoluta mancanza di trasparenza, alimenta inquietudini''. ''Quanto accade nel mercato - e' scritto ancora - dimostra che il corretto funzionamento del Corriere, gia' di per se' difficile, puo' essere messo in pericolo nonostante gli impegni di stabilita' assunti, negli ultimi giorni, dai membri del patto di sindacato Rcs Mediagroup''. Nel comunicato pubblicato sul quotidiano, il Cdr informa che lo sciopero immediato era stato deciso venerdì pomeriggio in assemblea ma poi sospeso ''in attesa del ritorno in liberta' del collega Francesco Battistini 'arrestato' all'Avana mentre svolgeva il suo lavoro di giornalista''. Quando in serata si e' appreso che Battistini veniva espulso da Cuba, lo sciopero e' stato confermato per sabato''. Nel comunicato si sottolinea, a proposito dell'indipendenze del giornale che ''continua a mancare la decisione, da parte dei protagonisti, di rendere il Corriere inespugnabile e di mettere al sicuro il suo patrimonio di giornale e giornalisti indipendenti a favore dei lettori''. ''Di pari passo il management, con accanimento che appare ottuso e burocratico - prosegue il comunicato del Cdr - rifiuta al funzionamento del giornale le risorse indispensabili, in uomini e mezzi, perche' il Corriere possa difendersi e onorare il primato in edicola. L'improvvisazione, i ritardi e le carenze nei piani editoriali per il Corriere di domani (full color) sono ampiamente documentabili. Da una parte si fa del trionfalismo sui risultati economici e dall'altra si fa mancare all'impresa-giornale quanto necessita. Addirittura si scoraggia clamorosamente l'impegno professionale dei giornalisti che hanno dimostrato di avere le carte in regola per le sfide piu' impegnative che il mondo dei media sta offrendo''. ''L'assemblea dei giornalisti, in base a questo quadro - conclude il comunicato - ha affidato al Comitato di redazione un pacchetto di cinque giorni di sciopero''. (ANSA) ''La redazione della Gazzetta dello Sport esprime il proprio appoggio ai colleghi del Corriere della Sera per lo sciopero, riservandosi di effettuare in futuro azioni in comune''. Lo spiega una nota del Comitato di redazione del quotidiano sportivo. ''Condividiamo la preoccupazione per i movimenti di azionariato che coinvolgono Rcs Mediagroup, editrice dei due quotidiani - continua il Cdr della Gazzetta - e per l'approssimazione dei programmi editoriali, non in linea con il prestigio e la tradizione delle testate, come dimostrato, nel nostro caso, dal recente tentativo di snaturare il sito Internet 'gazzetta.it'. Tale scelta ha portato a un giorno di sciopero e a un pacchetto di altri quattro nel caso la vertenza non si risolva positivamente. Anche in altri importanti progetti allo studio - conclude il Cdr - non abbiamo ancora riscontrato una disponibilità di investimenti adeguati al prestigio di un giornale leader come la Gazzetta, pur in un momento di ottimi risultati economici per l'azienda, e la volontà di condividere in modo totale con la redazione tali progetti''. (ANSA) ''I giornalisti del Corriere della Sera sono oggi in sciopero per difendere il giornale e per chiedere trasparenza sulle operazioni di scalata alla proprieta' di Rcs Mediagroup. Alle colleghe ed ai colleghi del Corriere va la solidarieta' convinta del Sindacato dei giornalisti, che rileva la grande sensibilita' sindacale di un cdr che ha atteso notizie certe sulla sorte del collega Battistini fermato a Cuba prima di attuare la protesta''. Lo dichiara il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi. ''Ma oggi questa solidarieta' non basta. Nella grave vicenda del Corriere e della Rcs - continua Serventi - ad essere messi in discussione sono il giornalismo, la qualita' dell'informazione, il presente ed il futuro dei media. I soci del patto di sindacato e l'azienda non possono limitarsi a generiche rassicurazioni, ma devono assumere impegni scritti. Cosi' come, a norma di contratto, devono confrontarsi con il comitato di redazione sui prodotti e sull'organizzazione del lavoro puntando sulla qualita' giornalistica piuttosto che sul marketing. Ecco perche' alle preoccupazioni per il prestigio e l'autonomia di un grande giornale e di un importante gruppo editoriale, si sommano grandi difficolta' nelle relazioni sindacali''. Serventi sottolinea che si tratta di ''problemi che nei giorni scorsi hanno attraversato l'intera categoria, dalla Rai al gruppo Espresso, dal Gazzettino ai periodici all'emittenza locale. I giornalisti non accettano di essere relegati al ruolo di meri esecutori di piani editoriali e riorganizzazioni contraddittori e che mirano a ridimensionare l'informazione. Con la determinazione di difendere i valori professionali oggi in discussione e di tutelare il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, la Fnsi avviera' il confronto contrattuale con gli editori della Fieg a delegazioni piene, dopo aver aperto i negoziati per l'emittenza locale e gli uffici stampa. E' evidente - aggiunge il segretario generale - che una posizione delle imprese che tenda a svilire il giornalismo, la qualita' dell'informazione e la contrattazione, privilegiando il marketing e le operazioni finanziarie, non potra' che avere risposte sindacali generali dell'intera categoria''. (ANSA) ''I giornalisti non sono 'scalabili' ne finiranno sotto Opa''. Lo ha sottolineato presidente della Federazione nazionale della Stampa (Fnsi), Franco Siddi, che ha espresso solidarieta' ai colleghi del Corriere della Sera in sciopero. ''Lo Statuto dei lavoratori, a distanza di 35 anni - ha detto Siddi intervenendo a un'assemblea di giornalisti sardi a Sassari - e' una Carta fondamentale della civilta' del nostro Paese, di valore pari alla nostra Carta Costituzionale di cui ne e' strumento attuativo. Le vicende della vita economica e l'evoluzione, non in positivo, del mondo del lavoro, rendono attuali piu' che mai le regole e i diritti sanciti dallo Statuto. Sono infatti la via maestra per una piu' aggiornata valorizzazione della dignita' del lavoro e dei lavoratori, per il rispetto dei diritti di partecipazione e di espressione, per una nuova stagione delle corresponsabilita'''. ''Il rastrellamento misterioso di azioni Rcs da parte dell'immobiliarista Ricucci - ha proseguito Siddi - pone antichi e nuovi dilemmi ai giornalisti e persino a una parte dei suoi 'colleghi' imprenditori. C'e', rilevante, una questione di trasparenza che e' irrisolta e si propone ormai come minaccia per il sereno svolgimento dell'attivita' e del ruolo del Corriere della Sera. Nello stesso tempo appare chiaro che il mercato non e' tutto e anzi esso stesso subisce azioni di concorrenza non chiara. Nelle aziende d'informazione operazioni simili a quella in corso alla Rcs sono preoccupanti - ha concluso il presidente della Fnsi - perche' incidono sulla trattazione di un bene speciale, quello dell'informazione, che non e' privatizzabile in assoluto. Il carattere pubblico e l'utilita' sociale sono parametri irrinunciabili''. (ANSA)