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Editoria 29 Gen 2014

Rossi: dichiarazione di Sposetti, frutto di superficialità Oggi il Fondo editoria finalizzato a sostenere l'occupazione

“Sconcertante dichiarazione del senatore Ugo Sposetti del Pd, contraria al mantenimento del Fondo per l’Editoria, caratterizzata da una notevole superficialità di approccio ad un tema delicato e da una buona dose di demagogia spicciola. Il settore editoriale è un vero e proprio comparto industriale del nostro Paese che dà lavoro a migliaia di persone e reddito alle loro famiglie. E’ un dovere dello Stato intervenire per rilanciare un settore che vive una crisi gravissima.

“Sconcertante dichiarazione del senatore Ugo Sposetti del Pd, contraria al mantenimento del Fondo per l’Editoria, caratterizzata da una notevole superficialità di approccio ad un tema delicato e da una buona dose di demagogia spicciola. Il settore editoriale è un vero e proprio comparto industriale del nostro Paese che dà lavoro a migliaia di persone e reddito alle loro famiglie. E’ un dovere dello Stato intervenire per rilanciare un settore che vive una crisi gravissima.

L’intervento pubblico deve servire a garantire il pluralismo, come prevede la nostra Costituzione, per fortuna ancora in vigore. La posizione del senatore Sposetti nasce da dubbi circa i criteri di utilizzo del denaro pubblico? Se è così, ci invita a nozze. Il Sindacato dei giornalisti è per il massimo rigore nell’erogazione dei fondi che sono finalizzati a sostenere l’occupazione. Abbiamo idee precise che siamo disposti ad illustrare al senatore Sposetti come a chiunque voglia confrontarsi con noi. Tutti concetti ribaditi, con forza, dallo stesso Segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, intervenendo al congresso di Sel a Riccione”. 25 gennaio 2014

DL SALVA ROMA: EMENDAMENTO SPOSETTI(PD), NO A FONDO PER EDITORIA

Con un emendamento al dl 'Salva Roma', che verra' esaminato dalla Commissione Bilancio del Senato martedi' prossimo, il senatore Ugo Sposetti del Pd ha chiesto l'abolizione del comma 261 della legge di Stabilita' approvata il 27 dicembre scorso. La norma istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il "Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria", con una dotazione di 120 milioni in tre anni. "E' una regalia a societa' quotate in borsa per le ristrutturazioni aziendali che il paese non si puo' permettere, e poi perche' a loro e non, per esempio ai benzinai?" chiede Sposetti, che aggiunge: "Inoltre fa male all'editoria perche' cosi', come dimostrano le vicende che stanno investendo le redazioni di importanti testate giornalistiche si incentivano solo i licenziamenti". (AGI - 25 GENNAIO 2014)

EDITORIA: MEDIACOOP, CONTRIBUTI PUBBLICI RISARCIMENTO ALLE DISTORSIONI DEL MERCATO

Sostenere che i contributi diretti ai giornali rappresentano un’inutile elargizione a pioggia, oltre a non essere giustificata dalla realtà dei fatti, è indice di una non conoscenza della normativa recente sul settore e di una visione distorta della situazione del mercato editoriale.
Ad affermarlo è Massimo Tognoni, Presidente di Mediacoop, in risposta alla dichiarazione del Senatore Buemi.
“I contributi diretti all’editoria” -sottolinea Tognoni- “ed in particolare quelli di cui usufruiscono realtà editoriali di piccole dimensioni come quelle cooperative e non profit, non sono una regalia, bensì un risarcimento alle distorsioni di un mercato, caratterizzato da una fortissima concentrazione della raccolta pubblicitaria e da posizioni oligopolistiche, alle quali le forze politiche di ogni schieramento non sono fino ad oggi riuscite a porre rimedio”.
“Abolire, come propone il Senatore Buemi, i contributi diretti, che sono passati dai circa 300 milioni del 2006 ai 50 milioni per il 2014” -aggiunge Tognoni- “significherebbe assestare un colpo letale a quelle piccole iniziative editoriali che, come sottolinea lo stesso Buemi, soffrono le pesanti difficoltà di un mercato asfittico e, di conseguenza, impoverire il pluralismo dell’informazione, soprattutto a livello locale, dove queste realtà svolgono una funzione essenziale”.
“Riguardo alle preoccupazioni circa il corretto utilizzo dei fondi pubblici” -conclude Tognoni- “ se Buemi conosce il testo del cosiddetto decreto Peluffo (D.L. 68/2012, convertito nella legge 103/2012) dovrebbe sapere che i criteri ormai in vigore per accedere ai contributi sono talmente rigorosi da rendere impossibile un loro uso distorto come è avvenuto in certi casi in passato”. Roma, 29 gennaio 2014 

EDITORIA: BUEMI (PSI) FINANZIAMENTI PUBBLICI OPACHI

"È veramente deludente l'ammissione del Governo, secondo cui al momento non si dispone di informazioni specifiche in ordine alle politiche retributive seguite dalle aziende editoriali ovvero di notizie circa la previsione di particolari sistemi di incentivazione collegati ai processi di ristrutturazione. Visto che finora a questi processi sono stati collegati finanziamenti pubblici, è l'efficacia stessa dei contributi all'editoria che viene ad esserne seriamente messa in discussione". Lo ha detto, in una nota, il senatore del Psi Enrico Buemi, commentando la risposta data ieri del sottosegretario Legnini ad un'interrogazione in commissione Industria del presidente Mucchetti.
"Il metodo con cui sono stati gestiti i fondi ai giornali – ha aggiunto Buemi - deve essere decisamente ripensato, anzitutto eliminando quei contributi diretti che rappresentano un'elargizione a pioggia priva di qualsiasi reale utilità. A questo scopo il gruppo socialista del Senato ha proposto il disegno di legge n. 1236 (Nuove forme di sostegno all'editoria ed abolizione dei contributi diretti ai giornali ), nell'ambito del quale si elimina anche la sorprendente elargizione, a spese dello Stato, della sede della sala stampa estera a Roma''.
Secondo Buemi, ''la richiesta di una 'condizionalità'nell'erogazione dei futuri finanziamenti pubblici all'editoria,  avanzata dal senatore Mucchetti, non può prescindere dalla presa d'atto della diffusa incapacità di controllare il numero di copie millantate e le opacità sui resi cartacei. ''Le deficienze amministrative del passato - ha concluso Buemi - hanno fatto di tutto ciò una sinecura, che ha esentato alcuni grandi imprenditori dal confronto concorrenziale, rendendo il mercato asfittico per centinaia di piccole iniziative editoriali". (ROMA, 29 GENNAIO -  ANSA)

 

EDITORIA: LEGNINI, IMPEGNO PER USO CORRETTO AIUTI PUBBLICI
FAREMO POSSIBILE PER EVITARE CHE AZIENDE FAVORISCANO MANAGER

"Se oggi si stia verificando che per decisione aziendale vengano concessi bonus o altri riconoscimenti ai dirigenti nelle aziende editoriali in crisi che beneficiano di contributi pubblici non è noto né a me, né al governo, ma noi faremo il possibile perché fenomeni di questo tipo non si verifichino". Così il sottosegretario con delega all'Editoria, Giovanni Legnini, ha risposto in Commissione Industria al Senato a un'interrogazione del presidente della Commissione, Massimo Mucchetti (Pd).
Legnini ha quindi spiegato che è stato "avviato un ascolto informale per predisporre il provvedimento attuativo, per definire requisiti, modalità e condizioni di accesso" al fondo per l'editoria. "Se ci sarà la possibilità di includere una norma preventiva per vietare che questi episodi accadano il governo sarà favorevole - ha proseguito -. C'è però da riflettere su una tale norma, perché se durante la fase di ristrutturazione le aziende favorissero i manager, potrebbe essere difficile incidere sull'autonomia aziendale. Bisognerà individuare un modo per evitare che, in via diretta o indiretta, si verifichino episodi che il governo vedrebbe negativamente". (ROMA, 28 GENNAIO - ANSA)

 

EDITORIA: MUCCHETTI (PD), BENE LEGNINI MA PREVEDERE NORMA

"La risposta del sottosegretario ci tranquillizza da un punto di vista politico, ma mi permetto di aggiungere una chiosa, basata sulla mia esperienza, sulle ristrutturazioni aziendali: se un'azienda si muove con le sue risorse può fare quello che vuole, ma, nel momento in cui un'azienda chiede, chi dà può dettare le condizioni e la prima è una moratoria degli aumenti salariali durante il periodo di vigenza della ristrutturazione". Così il presidente della Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti (Pd), ha replicato all'intervento in Commissione del sottosegretario con delega all'editoria, Giovanni Legnini.
"Se il periodo è nefasto - ha aggiunto Mucchetti – tutti devono dare una mano, chi andando in pensione prima, chi con i contratti di solidarietà e chi ha la fortuna di rimanere nella posizione che aveva prima della crisi almeno stando fermo. Penso sia meglio inserire una disposizione preventiva in sede di decreto attuativo perché dopo, quando le cose son già fatte, diventa un'intromissione nelle scelte dell'azienda realizzate in un contesto normativo che non prevedeva quei limiti".
Mucchetti, parlando dei contratti di solidarietà, ha anche rinnovato l'appello a verificare la tenuta dei conti delle casse previdenziali. "In un recente passato - ha ricordato - ci sono stati tentativi di accordi grazie ai quali il sacrificio effettivo degli aventi causa era minimo e l'onore sulle casse previdenziali massimo. Per questo vanno adottati provvedimenti cautelativi ed occorre vegliare sulle operazioni per evitare di scaricare i costi sulle generazioni future". (ROMA, 28 GENNAIO -  ANSA)

 

EDITORIA: MUCCHETTI (PD), FONDO NON AVVANTAGGI MANAGER
INTERROGAZIONE A GOVERNO, DOMANI RISPOSTA LEGNINI IN COMMISSIONE

"L'editoria è un settore strategico per l'economia e la stessa democrazia. Deve rinnovarsi e vincere la sfida dell'on line e per questo ne va sostenuto lo sviluppo, ma non sarebbe bello che con i quattrini dello stato si dessero dei premi all'esito di programmi che implicano sacrifici talvolta drammatici per i dipendenti". Così il presidente della Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti (Pd), spiega il senso dell'interrogazione sul Fondo per il sostegno all'editoria rivolta al premier Enrico Letta e al ministro dello sviluppo economico Flavio Zanonato. Sul tema risponderà domani in Commissione Industria del Senato il sottosegretario con delega all'Editoria, Giovanni Legnini.
"Quanto ai contratti di solidarietà - prosegue Mucchetti - essi vanno certamente sostenuti purché restino in limiti tali da non minare gli equilibri finanziari di lungo periodo delle casse previdenziali chiamate a integrate il trattamento al minimo del contratto di solidarietà. So che l'Inpgi è attenta al punto ma quattro occhi, quelli dell'Inpgi e del governo, vedono meglio di due".
Nell'interrogazione, Mucchetti chiede di sapere: "se il Governo sia a conoscenza di delibere (o progetti di delibere) da parte di società editoriali per la concessione di bonus, stock option e altre forme di aumenti retributivi ai manager nel corso o all'esito di ristrutturazioni che potrebbero ricevere i contributi del Fondo; se risultino dei contratti di solidarietà tra i dipendenti in atto o in fase di negoziazione tra i sindacati e le imprese editoriali con integrazione della retribuzione a carico delle casse o dei fondi previdenziali di categoria; se intenda prescrivere, nel decreto per l'erogazione dei contributi del Fondo, da adottare entro il 31 marzo di ogni anno del triennio, l'obbligo di informativa su eventuali aumenti retributivi a manager o eventuali ammortizzatori sociali in essere da parte delle imprese editoriali che richiedano o abbiano richiesto i contributi; se intenda condizionare, come pare opportuno all'interrogante, l'assegnazione dei contributi alla rinuncia a bonus, stock option e altre forma di aumento retributivo per i dirigenti delle imprese editoriali beneficiarie di contributi pubblici alla ristrutturazione e agli ammortizzatori sociali; se intenda accertare la sostenibilità finanziaria delle integrazioni retributive, previste nei contratti di solidarietà, ai fini della salvaguardia della solvibilità prospettica delle casse e dei fondi previdenziali di categoria". (ROMA, 27 GENNAIO - ANSA)

 

EDITORIA: MEDIACOOP, SCONFORTANTE IL RIPROPORSI DI ATTACCHI AL SOSTEGNO PUBBLICO, GARANZIA DI PLURALISMO

È davvero sconfortante dover assistere al periodico riproporsi di attacchi strumentali contro il sostegno pubblico al sistema dell’editoria e dell’informazione che, come dovrebbe essere noto soprattutto a chi ricopre incarichi politici, è largamente presente e diffuso nei paesi dell’Unione Europea, dove raggiunge, nel complesso, un livello molto superiore a quello attualmente vigente in Italia.
Ad affermarlo è la Presidenza di Mediacoop, Associazione Nazionale delle Cooperative Editoriali e della Comunicazione, che si è riunita questa mattina per un esame dei temi più urgenti per il settore.
“L’informazione non è una merce” -sottolinea la Presidenza di Mediacoop- “bensì uno strumento di esercizio dei diritti di libertà e di democrazia che non può essere regolato come un mercato tout court; e l’intervento pubblico, come del resto è stato più volte sostenuto anche dal Parlamento Europeo, serve proprio a garantire il pluralismo, a far sì che possano avere voce non solo le imprese editoriali che dispongono di forti dotazioni di capitale, ma anche quelle realtà, come le cooperative ed il non profit, che rappresentano idee e valori, danno voce alle comunità, arricchiscono la democrazia”.
“Ci batteremo” -conclude la Presidenza di Mediacoop- “per difendere questo principio, forti del nostro impegno che ha dato un contributo di rilievo alla definizione di criteri più rigorosi e selettivi di accesso ai contributi pubblici”. Roma, 27 gennaio 2014

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