La misericordia predicata da papa Francesco non è "buonismo", è qualcosa grazie a cui "l'amore riempie le voragini negative che il male apre nel cuore e nella storia". I cristiani oggi possono "tornare a pensare alla maniera di Dio", che sa "perdonare", che pratica "comprensione e compassione anziché giudizio". Compagna di viaggio di questo ritorno è la Bibbia, la cui lettura "migliora la qualità della vita" e fornisce una "singolare prospettiva di conoscenza dell'amore e della vita".
Carlo di Cicco, giornalista dal '77 e attuale vicedirettore dell'Osservatore romano, offre ai lettori "Se ti leggo amerò per sempre", (con la prefazione di mons. Loris Capovilla, edito dal Pozzo di Giacobbe, 161 pag., 14 euro, che sarà presentato martedì 21 ottobre presso la sede della Fnsi, da Franco Ferrarotti, Marinella Perroni, Angel Fernandez Artime, moderati da Franco Siddi), un libro originale e avvincente non solo per i credenti, la meditazione di un laico su antico e nuovo testamento, sulla Bibbia che è "bussola dello Spirito" e "grande racconto" cui affidarsi affinché "l'esperienza umana possa diventare meno indecifrabile" persino nel dolore più grande.
Nelle pagine di Di Cicco il dialogo tra Dio e il suo popolo nel corso delle generazioni, è visto con lo sguardo di un uomo del nostro tempo, figlio del Concilio. Non solo alcune pagine sul nuovo testamento, - da quelle sulla prima comunità cristiana narrata negli Atti per la disanima della corruzione e accenni all'antico dibattito su Marx e il cristianesimo, alle lettere di Paolo "afferrato da Cristo", - ma anche le riflessioni di Di Cicco su libri veterotestamentari, offrono spunti originali e attualizzazioni molto concrete. Da non perdere il capitolo sull'Esodo, in cui il Dio dell'antico testamento è il liberatore del popolo, non il giudice. La ricerca di Dio-amore – scrive l'autore - è "una ricerca che vale una vita", e visto che la Chiesa oggi "è chiamata a un grande esame di coscienza sull'amore", "un respiro biblico più ampio e convinto può darle il coraggio che le serve per una revisione di vita".
I commenti alle varie pagine bibliche meriterebbero tutti una citazione, come anche la riflessione che le precede, sul posto della Parola di Dio nella vita dell'uomo contemporaneo e della Chiesa, è tutta di sicuro interesse. L'autore mostra il meglio della sua umanità, e uno spessore di fede incarnata che manca ad alcuni ecclesiastici. Di Cicco, che già conosciamo come attento divulgatore del pontificato di Benedetto XVI a partire dalla prima enciclica ratzingeriana sull'amore, aiuta anche la comprensione del ruolo che il "misurarsi con la Parola di Dio" può avere in questo momento della Chiesa, che appare decisivo sotto molti punti di vista. Così dopo aver ricordato che "Benedetto XVI è diventato un critico autorevole della Chiesa intesa e vissuta prevalentemente come istituzione", Di Cicco segnala come "compito più urgente della Chiesa" il "lasciarsi giudicare dalla Parola di Dio". "Quando si ascolta la Parola e la Chiesa si fa guidare da essa, succede anche – commenta l'autore - che dopo un papa di nome Benedetto ne sopraggiunga uno di nome Francesco, e insieme possano aiutare a immaginare possibili orizzonti nuovi". Il libro si salda con "Ti credevo un altro", precedente fatica di Di Cicco, con la quale nel 2009 raccontava la esperienza di una bibbia sottolineata a vent'anni, in pieno Concilio, riemersa da un vecchio zaino e offerta dall'autore alla Chiesa di Ratzinger, come tentativo di risvegliare una dimensione spirituale dimenticata, fondata sulla Parola di Dio. (giovanna.chirri@ansa.it) (CITTÀ DEL VATICANO, 20 OTTOBRE - ANSA