Proprio il Lazio, secondo i dati Istat, si segnala come la regione dove la violenza fisica o sessuale sulle donne è più elevata rispetto alla media nazionale: 38,1% contro il 31,9%. Un dato che deriva anche dalla maggiore consapevolezza rispetto alla media nazionale e quindi dal maggior numero di denunce. Ma a queste cifre va aggiunto il dato più allarmante secondo cui la violenza perpetrata dal partner interessa nel Lazio l’8% delle donne (percentuale questa che risulta invece superiore rispetto alla media nazionale del 7,3 %) contro il 3,3% che denuncia di aver subito abusi da un estraneo. E’ proprio la violenza tra le mura domestiche, come ha rilevato il Consiglio Europeo, la prima causa di morte per le donne tra i 15 e i 50 anni. I mezzi di comunicazione hanno purtroppo fin qui condiviso la responsabilità di divulgare modelli femminili in cui la donna è solo un’icona di superficiale bellezza e seduzione o vestale della casa subalterna all’uomo: dalla velina televisiva alla massaia degli spot pubblicitari, viene rappresentata spesso anche nelle testate giornalistiche – come nella pubblicità - una donna mercificata nel corpo e svilita nelle sue competenze professionali, intellettuali, sociali. Un trattamento, quello riservato da tv e rotocalchi alle donne nel nostro Paese, stigmatizzato da un articolo del Financial Times, e strettamente correlato alla scarsità di donne in Italia ai vertici della politica, del business, delle professioni, come ha rilevato appena due settimane fa il rapporto del World Economic Forum ponendo il nostro Paese all’84esimo posto nella classifica mondiale sulla condizione femminile, ultimo in Europa, preceduto solo dalla Romania e appena avanti al Giappone. Nel momento in cui è di nuovo forte la battaglia delle donne per il riconoscimento di compiute pari opportunità nel lavoro e nella sfera civica e politica, le giornaliste di Stampa Romana invitano tutti, colleghe e colleghi, ad affrontare nel loro lavoro il gravissimo fenomeno della violenza sulle donne, le sue radici culturali e di omertà familiare, che vanificano ogni battaglia per una compiuta parità sociale. Contro ogni violenza e per le effettive parità costituzionali, è necessario che i nostri giornali tornino ad essere strumenti di indagine, inchiesta e denuncia, strumento di democrazia e crescita sociale.