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Editoria 04 Set 2007

Rigotti: "Giornalisti tecno-integrati per E-Polis"

Il nuovo E-polis, una volta rimessa in moto la macchina editoriale, punta al web. E' li' che si concentra l'attenzione di Alberto Rigotti, 50 anni, timoniere della Abm Merchant (banca d'affari con interessi nelle infrastrutture) e nuovo proprietario del quotidiano E-polis, del quale Nichi Grauso mantiene, per ora, ancora il 25% delle quote. Si avvicina il giorno in cui il lettori di E-polis potranno tornare ad avere tra le mani il loro quotidiano

Il nuovo E-polis, una volta rimessa in moto la macchina editoriale, punta al web. E' li' che si concentra l'attenzione di Alberto Rigotti, 50 anni, timoniere della Abm Merchant (banca d'affari con interessi nelle infrastrutture) e nuovo proprietario del quotidiano E-polis, del quale Nichi Grauso mantiene, per ora, ancora il 25% delle quote. Si avvicina il giorno in cui il lettori di E-polis potranno tornare ad avere tra le mani il loro quotidiano

"Auspichiamo di essere vicini ai nostri lettori gia' dal sei settembre", afferma Rigotti. In anticipo, dunque, rispetto le prime previsioni che parlavano della seconda meta' del mese. Si trattera', almeno in un primo momento, dello stesso prodotto, con piccolissime modifiche: "Il primo obiettivo - continua il nuovo proprietario del giornale - e', naturalmente, la ripartenza: confermare le due testate nazionali di Roma e Milano e le tredici testate locali a partire dalle sette del Nord-Est, Napoli, la Sardegna, Bologna. Rimettere in moto la macchina in modo che si possa lavorare con solidita'. Stante il modello che cerca di coprire tutto il territorio nazionale, sono previste espansioni con nuove edizioni per Torino, Genova, Bari, Palermo. Questo e' un secondo passo che pensiamo di affrontare a breve termine". E' sul lungo termine che la testata offrira' le sorprese maggiori, soprattutto per quel che concerne i vettori della comunicazione: "Questo e' l'argomento piu' delicato affrontato con Nichi Grauso, e' questa la vera sfida: avere una macchina che ha un processo editoriale gia' in rete, in cui la carta e' l'ultimo elemento del processo. Inoltre un ambiente blog dove siano presenti tutte le modalita' di interazione tra la testata e il lettore. Con Nichi Grauso stiamo ragionando su come sviluppare qualcosa che sia integrato con l'ambiente editoriale e con la carta, per far nascere un prodotto fortemente attivo nella rete". La carta tuttavia non scomparira', "al contrario: procederemo con la diffusione della carta che per noi equivale a stare in contatto con il lettore. Contemporaneamente faremo crescere un portale di alta qualita'. In effetti c'e' una cosa che ci spinge al portale gia' adesso ed e' il rapporto tra lettore e giornale: migliaia di sms, e-mail, fax, eccetera, rappresentavano un lettore dinamico e attivo che voleva partecipare alla testata. Questo vorremmo valorizzarlo. Gia' adesso il giornale e' fortemente immerso nei processi web: e' un giornale che vive completamente nella rete, anche dal punto di vista editoriale". Su questa base e' facile immaginare anche un nuovo modus operandi del giornalista se non, addirittura, una nuova dimensione sociale: "Il giornalista - per Rigotti - e' una dimensione del nostro progetto su cui vorremmo fare di piu'. La professione del giornalista per mille fattori, non solo quelli tecnologici, ha subito una mutazione genetica e si aprono possibilita' impressionanti: il giornalista sta diventando un veicolo di conoscenza e non solo di informazioni. L'idea e' quella di mettere in condizioni i nostri di partecipare del lavoro editoriale, anche quello di impaginazione, ovunque essi si trovino. Da Barcellona, per esempio, il nostro corrispondente puo' osservare come nasce il giornale di carta, puo' scrivere in pagina". Qualcosa di molto simile al telelavoro. "L'idea del telelavoro e' un concetto che, visto in maniera restrittiva, significa chiudere le sedi e mandare a casa il lavoratore: quindi interpretata in questo modo ha un'accezione quasi punitiva. Mentre la nostra idea e' l'esatto opposto: creiamo delle piattaforme tecnologiche e degli ambienti di lavoro che facciano si' che il giornalista sia vicino al fatto, sentendolo empaticamente, e lo racconti quasi in tempo reale". (AGI)

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