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Rai 10 Gen 2007

Riforma del Servizio pubblico radio-televisivo Gentiloni sceglie la via della Fondazione Le reazioni politiche

Roma, 9 gennaio - Una fondazione, tre società, un contratto come atto fondamentale del rapporto tra Stato e servizio pubblico, un canone che non aumenta ma finanzia prevalentemente una delle tre società, mentre l'altra avrà come fonte primaria di finanziamento la pubblicità.

Roma, 9 gennaio - Una fondazione, tre società, un contratto come atto fondamentale del rapporto tra Stato e servizio pubblico, un canone che non aumenta ma finanzia prevalentemente una delle tre società, mentre l'altra avrà come fonte primaria di finanziamento la pubblicità.

Sono questi i fondamenti delle 'Linee guida per la riforma della Rai', presentate oggi dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che saranno oggetto di una consultazione pubblica che dovrebbe concludersi a fine febbraio per arrivare a marzo alla proposta di Ddl del Governo. L'obiettivo, spiega Gentiloni, ''a 32 anni dall'ultima riforma Rai e all'indomani dell'ipotesi di riforma parziale della 112 del 2004, che però non ebbe mai corso'', è quello ''di una Rai più autonoma dal potere e diversa dalla tv commerciale''. Obiettivi che ''non sono un optional'', perché il futuro incombe e nell'era digitale l'offerta Rai rischia di diventare indistinguibile. Così il ministro propone la sua ricetta, che è ancora - sottolinea più volte - a livello di ipotesi e che prevede prima di tutto la nascita di una fondazione che eserciterà direttamente il ruolo di azionista. Avrà un Cda di 6 membri più il presidente, la cui idoneità verrà verificata da un sistema di hearings parlamentari. Due degli eletti però potrebbero essere designati dalle Regioni. Tutti, compreso il presidente (che potrebbe essere indicato dai presidenti delle Camere) vengono nominati con voto a due terzi e rimangono in carica per sei anni. Anche se ci sarebbe un meccanismo di rinnovo di un terzo del consiglio. Tutto questo, secondo Gentiloni, garantisce autonomia dalle maggioranze pro-tempore. Quanto all'assetto organizzativo, la Rai del futuro sarebbe divisa in tre società distinte, nell'ambito di un'azienda che resta pubblica ''come prevede il programma dell'Unione''. Una società gestisce gli impianti della rete, una a prevalente finanziamento pubblico, una finanziata esclusivamente dalla pubblicità. Ognuna avrà un suo Cda, nominato dalla Fondazione, che funzionerà in base alle norme del Codice Civile. Duplice, secondo Gentiloni, l'obiettivo di quella che definisce la ''proposta principale'' per il futuro assetto di Viale Mazzini: ''garantire una piu' chiara separazione tra ciò che è finanziato dal canone e ciò che è basato sugli introiti pubblicitari e creare le condizioni per eliminare l'eccessiva dipendenza del servizio pubblico dalla pubblicità, che rende difficile la sua differenziazione dalla tv commerciale''. Una società finanziata dalla pubblicità, con indici di affollamento da tv commerciale, che gestisce una delle tre reti Rai (''quale, spetterà all'azienda deciderlo'') non apre necessariamente le porte a una sua privatizzazione. L'opposizione parla di rischio spezzatino, con il presidente della Commissione di Vigilanza Mario Landolfi mentre, sempre da An, il padre della riforma in vigore Maurizio Gasparri, boccia le linee di Gentiloni come ''barocche e complesse''. 'Barocche' anche per l'Usigrai, che indica come punti critici il pericolo di omologazione con la tv privata. E secondo il consigliere Rai Urbani, Mediaset e Sky ringraziano. Favorevoli invece dal Cda Curzi e Rognoni. Critiche anche dai 'cespugli' della maggioranza con Rifondazione che si dice contraria ad una riduzione dello spazio della tv pubblica così come i Verdi. Plaudono invece il compagno di partito del ministro Renzo Lusetti, secondo il quale le linee sono il primo momento per rifondare la tv pubblica, Roberto Cuillo e Fabrizio Morri (Ds) soddisfatti dell'idea del dibattito pubblico su una riforma ''resa urgente'' dall'attuale Cda la cui maggioranza è delegittimata dal caso Meocci. (ANSA) LE REAZIONI POLITICHE GASPARRI, LINEE GENTILONI SONO BAROCCHE E COMPLESSE ROMA, 9 gen - ''Un impianto molto barocco e complesso che rischia di ingessare la Rai e di impedirle di essere competitiva sui mercati della comunicazione nazionale e internazionale''. E' quanto ha dichiarato l'on. Maurizio Gasparri dell'esecutivo di Alleanza Nazionale in riferimento alla presentazione delle linee guida per la Rai del ministro Gentiloni. ''In ogni caso - aggiunge Gasparri - la materia radiotelevisiva va discussa nel suo insieme, senza procedere con diversi disegni di legge con modalità confuse e caotiche. Non possono essere prese alcune decisioni con un disegno di legge che riguardi anche l'assetto e il numero di reti della Rai ed altre in un altro ambito. Bisogna far diradare il fumo che circonda questi discorsi e prendere atto che l'impianto attuale può essere migliorato - spiega - ma all'insegna della chiarezza e non con questo gioco di scatole cinesi che certamente non porterà a nessuna riforma delle leggi vigenti''. (ANSA) BONELLI, PROGETTO GENTILONI FA SOLO PENSARE "DIMAGRIMENTO" Roma, 9 gen. - Le linee guida del ministro Gentiloni in fatto di Rai "prefigurano un dimagrimento del servizio pubblico a vantaggio di competitor privati. Se così fosse, per i Verdi sarebbe una proposta irricevibile perché l'informazione pubblica è alla base della democrazia. Avremmo gradito che una riforma così importante fosse stata illustrata e discussa prima con la maggioranza. Così non è stato ed in questo modo i nostri rilievi verranno presentati in Parlamento, come è naturale che sia". Lo afferma il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli, per il quale "il servizio pubblico radiotelevisivo va rilanciato e valorizzato, non diminuito. Saremmo fermamente contrari anche alla dismissione di pezzi pregiati. Sarebbe opportuno anche far marciare insieme la riforma della Rai e la riforma di sistema". (AGI) LUSETTI, CON GENTILONI LA RINASCITA DELLA TV PUBBLICA ROMA, 9 GEN - ''Plaudo al lavoro del Ministro Gentiloni che oggi ha presentato alla stampa le linee guida della riforma della Rai ponendo così le basi per la rinascita della tv pubblicà': è quanto sottolinea il responsabile informazione della Margherita, Renzo Lusetti, che aggiunge: ''La Rai dopo 32 anni dall'ultima riforma è pronta a guardare alle sfide del futuro con ottimismo''. ''Il nostro governo - continua Lusetti in una nota - ha messo al centro della riforma della Rai due pilastri che sono l'Autonomia e la Qualità, senza far venir meno l'unitarietà della Rai e la sua proprietà pubblica. Saranno proprio autonomia e qualità le carte vincenti del nuovo servizio pubblico che non ha paura di differenziarsi dalla tv commerciale anzi, intende farlo per offrire programmi di qualità difendendo il pluralismo e l'autonomia dal potere''. Per l'esponente Dl, ''l'autonomia sarà fatta salva anche dalla nascita di una Fondazione che diventando azionista della Rai la protegge da qualsiasi forma di invasione governativa''. ''La Rai del futuro, quella per la quale sta lavorando il centrosinistra - conclude Lusetti - non sarà la Rai di nessuno ma sarà finalmente la Rai dei cittadini che pagano il canone''. (ANSA) BARBI (ULIVO), BENE GENTILONI C'È BISOGNO DI RIFORMA RADICALE Roma, 9 gen. - (Adnkronos) - ''Esprimo apprezzamento nel metodo e nel merito per le linee guida di riforma della Rai illustrate oggi dal ministro Gentiloni''. Lo afferma Mario Barbi, deputato dell'Ulivo, capogruppo in commissione Trasporti. ''Nel metodo -spiega- perché il testo proposto alla consultazione pubblica offre la possibilità di una discussione ampia e allargata che consentirà di valutare e tenere conto delle osservazioni di tutte le parti interessate. Nel merito perché gli obiettivi indicati dal ministro sono non solo condivisibili, ma necessari e indispensabili per restituire al servizio pubblico il senso di una missione nuova e all'altezza del grande cambiamento tecnologico avviato con la digitalizzazione e la pluralità delle piattaforme di diffusione dei contenuti''. ''Particolarmente apprezzabile -aggiunge Barbi- è l'obiettivo di promuovere la qualità del servizio pubblico, assicurando all'azienda la necessaria autonomia dalla lottizzazione partitica. Ciò è premessa per l'autorevolezza su cui deve fondarsi il servizio pubblico. Sarà essenziale a tale fine riformare profondamente il sistema di governo della Rai e l'organizzazione societaria dell'azienda, distinguendo nettamente le funzioni di operatore di rete da quelle editoriali, prevedendo la separazione, nei tempi e nei modi più opportuni, tra quelle di servizio pubblico (finanziate dal canone ma alimentate anche da proventi pubblicitari) e quelle commerciali (finanziate da pubblicità che, in parte, potrà anche essere destinata a finanziare attività di servizio pubblico)''. ''Per portare avanti un progetto tanto ambizioso ed assicurarne un esame approfondito, è bene che la proposta di legge di riforma della Rai venga trattata in Parlamento separatamente e disgiuntamente dal disegno di legge sulla transizione al digitale e sul mercato pubblicitario televisivo, già -conclude- all'esame della Camera''. (ADNKRONOS) CUILLO, BENE GENTILONI, SVOLTA È AUTONOMIA DA GOVERNI ROMA, 9 GEN - Per Roberto Cuillo, responsabile informazione ed editoria dei Ds, ''con la sua proposta il ministro Gentiloni apre finalmente un dibattito importante sul futuro del servizio pubblico radiotelevisivo''. La ''svolta'' delle linee guida proposte da Gentiloni, secondo Cuillo, ''risiede in una reale volontà di conferire alla Rai autonomia dai governi. Da ciò è possibile costruire la Rai del futuro. Bene ha fatto il ministro a scegliere la strada della consultazione e del dibattito pubblico. La proposta di riforma della Rai può e deve diventare legge con un grande consenso popolare''. ''I Ds - conclude il responsabile informazione della Quercia - si mobiliteranno fin da ora per una campagna di ascolto e di discussione non rituale, che coinvolga tutti, dai lavoratori ai dirigenti della Rai, dagli autori ai giornalisti, per finire agli utenti, ai movimenti e alle associazioni della società civile. E metteranno a disposizione della legge di riforma le risorse migliori e le migliori intelligenze, per un dibattito pubblico che sarà certamente aperto e plurale''. (ANSA) MORRI, DA GENTILONI SCELTA CORRETTA E CONDIVISIBILE Roma, 9 gen. - ''L'apertura di un vasto dibattito fra le forze sociali e politiche sulla riforma della Rai, prima di predisporre un ddl del governo, è una scelta corretta e condivisibile''. È l'opinione di Fabrizio Morri, capogruppo Ulivo in commissione di Vigilanza Rai. ''Una riforma condivisa del servizio pubblico radiotelevisivo -aggiunge- è resa necessaria e urgente dalle incongruenze della legge Gasparri e dalla difficile situazione dell'attuale Cda, dove i 5 consiglieri della Cdl si trovano sostanzialmente 'delegittimati' dalla vicenda Mocci.Per questo è urgente una riforma che restituisca autonomia dal governo alla Rai e che faccia del servizio pubblico la casa di tutti i cittadini''. (ADNKRONOS) LAINATI, GENTILONI SPARA BOTTI CAPODANNO IN RITARDO ROMA, 9 GEN - ''Inebriato da questi pochi mesi al ministero delle Comunicazioni, l'on. Gentiloni spara, in ritardo, i botti di Capodanno''. È il parere di Giorgio Lainati, capogruppo di Forza Italia in commissione di Vigilanza. ''Da una parte - argomenta Lainati in una nota - annuncia le linee-guida per la riforma della Rai che in realtà sembrano per complessità e bizantinismi una copia della mostruosa Finanziaria di Prodi e dall'altra, il ministro delle Comunicazioni, dichiara guerra ai consiglieri della Rai che si espressero favorevolmente per la nomina di Alfredo Meocci a direttore generale della tv pubblica''. ''Si accomodi pure l'on. Gentiloni su questa strada, nella migliore delle ipotesi sbatterà contro un muro - continua l'esponente azzurro - visto che tra l'altro egli non si è accorto che il governo del quale fa parte non ha la maggioranza in Senato. Continueremo a contrastare - conclude Lainati - la protervia e l'arroganza di questi finti moderati della Margherita alla Gentiloni''. (ANSA) LANDOLFI, CON LINEE GENTILONI SI RISCHIA SPEZZATINO Roma, 9 gen. - La Rai rischia lo ''spezzatino'' e la ''svendita'' ai privati di una delle sue reti televisive. A mettere in guardia sui possibili effetti negativi delle linee guida sulla riforma della Rai presentate oggi dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, è il presidente della commissione di Vigilanza Mario Landolfi. ''Di solito quando il Governo vuole riformare un settore presenta un articolato, un progetto di legge. Qui, invece, si apre un dibattito il cui fine ultimo è lo spezzatino della Rai, la svendita a qualcuno. Questo mi sembra il succo politico dell' operazione'', sottolinea Landolfi convensando con i giornalisti nella sala stampa di Montecitorio poco dopo la presentazione delle linee da parte del ministro. Per Landolfi ''o si ha il coraggio di dire 'privatizziamo la Rai', oppure si dice 'conserviamo, potenziamo e valorizziamo il servizio pubblico'. Qui, invece, si prende una strada un po' ibrida, timida e incerta, che vuole accontentare tutte le componenti della maggioranza, ma che è difficilmente attuabile'', aggiunge Landolfi secondo il quale ''le linee guida dicono tutto e il contrario di tutto''. Landolfi promuove l'idea di una fondazione come azionista (''ma -dice- è un obiettivo raggiungibile anche a legislazione vigente'') e boccia invece categoricamente la divisione delle tv pubblica in più società. ''Sono fermamente contrario'', afferma. E lancia l'allarme sul rischio ''spezzatino dell' azienda'' con ''l'ingresso di capitali privati dentro la società finanziata esclusivamente dalla pubblicità''. Secondo il presidente della Vigilanza Rai ''si va verso la cessione di una parte della Rai ai privati, non mi sembra un buon modo per garantire l' unitarietà del servizio pubblico''. (ADNKRONOS) GIULIETTI, BENE GENTILONI, SI OSI DI PIÙ SU NOMINA CDA ROMA, 10 GEN - ''La presentazione da parte del ministro Paolo Gentiloni delle linee guida di riforma della Rai rappresenta un elemento positivo; chiunque si attardi nella difesa dell'esistente lavora per la conservazione di un sistema chiuso dominato dai conflitti di interesse e dall'arretratezza tecnologica''. È il giudizio del Ds Giuseppe Giulietti, portavoce dell'associazione Articolo 21, che ''aprirà un forum'' per contribuire al dibattito. Per Giulietti, ''si tratta ora di passare dallo stadio delle intenzioni a quello degli atti legislativi, a cominciare dalla rapidissima approvazione della prima proposta Gentiloni relativa alla progressiva apertura del mercato delle frequenze e della pubblicità e che costituisce l'indispensabile premessa per arrivare alla discussione e all'approvazione della proposta sulla Rai''. Nel merito, continua Giulietti in una nota, ''sarà opportuno osare di più nella individuazione di criteri di nomina del futuro cda che sappiano individuare altre fonti accanto a quelle tradizionali di tipo istituzionale e parlamentare''. Quanto all'assetto societario, ''la proposta appare assolutamente perfettibile in particolare per quanto riguarda l'unitarietà dell'azienda ed il coordinamento tra le diverse società ipotizzate''. ''L'intera proposta, ovviamente - conclude Giulietti - dovrà ora essere approvata attraverso un ampio confronto in sede politica, parlamentare ed attraverso il pieno coinvolgimento di tutte le associazioni professionali, degli autori, dei dirigenti, delle associazioni dei consumatori, delle organizzazioni sindacali dei giornalisti e dei lavoratori''. (ANSA) CATONE (DCA), DI POSITIVO SOLO ESENZIONE CANONE Roma, 10 gen. - "La Dc in merito alle linee guida per la riforma dell'azienda di servizio pubblico radio-televisivo, presentate ieri dal ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni esprime molteplici perplessità, soprattutto sulla predisposizione di una riforma che avrà difficoltà ad essere attuata da questo governo, considerando la sorte che ebbe quella del '96 guarda caso con il governo Prodi e dal significativo ed assordante silenzio della sinistra radicale". Lo dichiara Giampiero Catone componente per la Democrazia cristiana per le Autonomie alla commissione di Vigilanza Rai. "L'unica nota positiva - prosegue Catone - la previsione dell'esenzione del canone Rai per i pensionati e meno abbienti, che già lo scorso 15 dicembre noi della Dc lanciammo come proposta non condividendo l'aumento del canone Rai di 4,4 euro, facendolo arrivare a 104 euro, che ha colpito irrimediabilmente proprio pensionati e meno abbienti". (AGI) RAI: GIULIETTI, EFFETTI VELENOSI DI CONFLITTO INTERESSI Roma, 11 gennaio - ''L'associazione Articolo21 si augura che nell'agenda che sarà definita nel corso della riunione di Caserta sia inserita l'immediata risoluzione del conflitto di interessi''. Secondo il portavoce Giuseppe Giulietti, ''persino quanto sta accadendo ora alla Rai rappresenta un velenoso lascito del partito del conflitto di interessi''. ''Le proposte del ministro Gentiloni, che sta compiendo una appassionato ed importante lavoro - aggiunge il componente della Vigilanza - dovranno essere portate ad una rapidissima approvazione, ricercando naturalmente il più ampio consenso politico, ma anche ascoltando e recependo le preoccupazioni e le proposte che stanno già arrivando dalle Associazioni degli imprenditori, dei lavoratori, degli autori, dei produttori, dei consumatori, dei giornalisti e di quanti furono sbeffeggiati ed umiliati durante l'approvazione delle tanti leggi ad personam''. ''L'Associazione Articolo21 - conclude il portavoce - promuoverà una grande assemblea che restituisca finalmente la parola anche a quanti vorrebbero che le metodiche societarie e le innovazioni tecnologiche fossero considerate funzionali alla promozione di nuove idee e di nuova qualità. Nel settore dei media e' giunto il momento di mettere al centro dell'agenda non solo e non tanto la quantità delle privatizzazioni, ma anche e soprattutto la qualità delle liberalizzazioni e qualità dei servizi offerti a milioni e milioni di cittadini. Sino a quanto, tuttavia, il nodo del conflitto di interessi non sarà affrontato e risolto in modo determinato e credibile il percorso riformatore non potrà che procedere, in questo settore in modo singhiozzante e poco incisivo''. (ANSA)

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