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Editoria 15 Giu 2011

Rcs mantenga il suo ruolo di grande editore No alla cessione delle testate periodiche

“La Federazione nazionale della stampa e l'Associazione lombarda dei giornalisti esprimono profonda preoccupazione e netta contrarietà al progetto di vendita di alcune testate periodiche di Rcs, che sarebbe oggi al vaglio del Comitato esecutivo del Gruppo e, nei prossimi giorni, dell'Assemblea straordinaria e del Consiglio di amministrazione.

“La Federazione nazionale della stampa e l'Associazione lombarda dei giornalisti esprimono profonda preoccupazione e netta contrarietà al progetto di vendita di alcune testate periodiche di Rcs, che sarebbe oggi al vaglio del Comitato esecutivo del Gruppo e, nei prossimi giorni, dell'Assemblea straordinaria e del Consiglio di amministrazione.

Una preoccupazione e una contrarietà ancora maggiori di fronte all'incertezza sui possibili compratori e alle voci che si susseguono su di loro e sulle loro reali intenzioni e credibilità imprenditoriali.
Con questa operazione, il primo gruppo editoriale italiano si priverebbe di un pezzo importante del suo patrimonio, depauperando il portafoglio delle testate e diminuendo il suo valore, anche economico, sul mercato. E questo, inoltre, al prezzo inaccettabile del sacrificio e dell'allontanamento di decine di giornalisti, vera, sostanziale e imprescindibile risorsa di qualsiasi casa editrice, che hanno continuato, anche in momenti difficili, a realizzare giornali di qualità e che stanno affrontando da un anno e mezzo una pesante riorganizzazione in stato di crisi.
Una scelta incomprensibile rispetto alla tradizione di un Gruppo che ha fatto la storia della cultura, del costume e del giornalismo italiani, grazie al mix di voci autorevoli, serie e professionali delle sue testate, dal Corriere della Sera fino a tutti i suoi periodici. Una scelta in ogni caso non condivisibile che, se venisse portata fino in fondo, danneggerebbe l'immagine complessiva del Gruppo e dei giornalisti di ogni testata, riducendolo da protagonista ad attore ordinario del sistema editoriale italiano.
Fnsi e Alg chiedono con forza a Rcs Mediagroup di mettere da parte disegni di corto respiro imprenditoriale, che appaiono decisi in un'ottica di breve periodo e tutta legata a obiettivi contabili, e lo richiamano al suo ruolo di grande e prestigioso editore nazionale e internazionale, capace di affrontare e superare la crisi con impegno e investimenti finalizzati al sostegno e al rilancio delle sue testate, anche nel nuovo scenario di multimedialità dell'informazione, e di utilizzare e valorizzare al meglio le competenze e le professionalità dei suoi giornalisti.
Fnsi e Alg sono al fianco dei colleghi delle testate oggetto dell'eventuale cessione e di tutti i giornalisti di Rcs Periodici e si opporranno con ogni mezzo e qualsiasi azione a operazioni di vendita dei giornali che comportino impoverimento e svilimento del patrimonio di cultura e professionalità del Gruppo Rcs e mettano a rischio la stabilità dell'occupazione e il futuro delle testate”.

CDR DELLA RCS PERIODICI CONTRARIO A QUALSIASI IPOTESI DI SMEMBRAMENTO DEL GRUPPO
LA CESSIONE DELLE TESTATE È UN "DISEGNO SCELLERATO"
"Un tale scellerato disegno rischia di condannare l'intera Rcs Periodici a una lunga fase di instabilità e ulteriore incertezza di cui non si intravede la fine e i giornalisti a un'inaccettabile marginalità". Così il comitato di redazione di Rcs Periodici, in una nota commenta l'ipotesi, piuttosto concreta, che Rcs Periodici stia per vendere sei testate del Gruppo: Novella 2000, Max, Visto, Astra, Ok Salute e Il Mondo. Proprio domani si riunirà il comitato esecutivo di Rcs Mediagroup e sul tavolo ci sarà la cessione delle sei testate.
Su una, però, non vi è ancora un accordo tra gli azionisti: in particolare Giuseppe Rotelli sarebbe contrario a cedere Il Mondo. Il comitato di redazione "si dichiara contrario a qualsiasi ipotesi di smembramento del gruppo. E ancor più a ipotesi che possano coinvolgere interlocutori assai poco affidabili dal punto di vista della futura stabilità occupazionale dei colleghi delle testate che potrebbero trovarsi coinvolte". Per questo il Cdr di Rcs Periodici annuncia "sin d'ora che di fronte a decisioni miopi metterà in campo tutte le azioni necessarie a tutela e garanzia di tutti i colleghi in un'ottica di salvaguardia della dignità professionale e dell'occupazione". (AGI)

COMUNICATO SINDACALE - CDR DI RCS PERIODICI

Quale può essere il futuro di un'azienda editoriale nelle mani di un management che finora non è riuscito a mettere in campo idee di rilancio adeguate a fronteggiare la crisi economica? Quale può essere il valore, anche economico, di un’azienda editoriale che ad azioni di sviluppo e di sostegno delle proprie testate preferisce operazioni straordinarie prive di un chiaro orizzonte industriale? Quale può essere il destino di un’azienda editoriale che rinuncia a sviluppare, con il contributo dei giornalisti, una strategia compiuta e lungimirante di riorganizzazione e rilancio delle attività?
Sono le domande che le giornaliste e i giornalisti di Rcs Periodici si pongono da mesi, di fronte alla sfiancante ridda di voci, mai ufficialmente confermate né smentite, su possibili cessioni di gruppi di testate. Domande a cui il management si è ripetutamente rifiutato di dare risposte. E che il Comitato di Redazione rivolge ora, a nome di tutti i colleghi, agli azionisti di Rcs Mediagroup.
Il Comitato di redazione si dichiara contrario a qualsiasi ipotesi di smembramento del gruppo. E ancor più a ipotesi che possano coinvolgere interlocutori assai poco affidabili dal punto di vista della futura stabilità occupazionale dei colleghi delle testate che potrebbero trovarsi coinvolte. È ancora vivo il ricordo di quanto avvenne nel 1995 con la cessione da parte di Rcs di alcuni settimanali e di tutte le testate della società controllata Frep. Un’operazione dall’esito infausto.
Rcs Periodici ha un patrimonio di testate cariche di storia, vissute, nonostante tutto con professionalità, entusiasmo e orgoglio da decine di giornaliste e giornalisti, già messi a dura prova da una dolorosa ristrutturazione. Testate che il management di Rcs Mediagroup, dopo un anno e mezzo di stato di crisi (e a stato di crisi ancora aperto), pare voglia consegnare a editori dalle intenzioni e dalla solidità finanziaria tutte da verificare, rinunciando ad accettare la sfida di progetti innovativi, che pongano, in ogni caso, al centro dello sviluppo l'informazione  giornalistica, la sua autonomia e indipendenza.
Le giornaliste e i giornalisti di Rcs Periodici da oltre un anno reclamano chiarezza e serietà da parte del Gruppo. La chiarezza dei  metodi e degli obiettivi, la serietà di una progettualità industriale credibile, propria di un grande gruppo editoriale. Il Consiglio di amministrazione del Gruppo riunisce infatti alcuni tra i maggiori nomi della finanza e dell'imprenditoria (il cosiddetto “salotto buono” della finanza italiana), molti dei quali si sono esposti, recentemente, in prima persona in battaglie imprenditoriali, politiche ed etiche di alto livello. Come può questo tipo di impegno essere accostato al nome di “editori" che nel recente passato non hanno dato prova di particolare avvedutezza imprenditoriale né di reale interesse per la qualità dell’informazione e della promozione culturale?
L’eventualità di un tale scellerato disegno rischia di condannare l'intera Rcs Periodici a una lunga fase di instabilità e ulteriore incertezza di cui non si intravede la fine e i giornalisti a un'inaccettabile marginalità.
Le redazioni e i loro rappresentanti sindacali hanno dimostrato senso si responsabilità, sulla base di un confronto chiaro con l’azienda, nel rispetto dei ruoli. E hanno accettato importanti sacrifici, in termini di occupazione e di aumento dei carichi di lavoro. Le ipotesi delle quali sentiamo parlare rischiano di pregiudicare il valore e il patrimonio giornalistico e culturale delle testate. Esse non potrebbero che compromettere irrimediabilmente le relazioni sindacali e ogni possibilità di dialogo costruttivo.
Il Comitato di redazione di Rcs Periodici chiede agli azionisti un’esplicita presa di posizione che non sia contraria alla storia, alla forza e al valore del gruppo, e che apparirebbe di rottura e di contrapposizione rispetto ai giornalisti. E annuncia sin d'ora che di fronte a decisioni miopi metterà in campo tutte le azioni necessarie a tutela e garanzia di tutti i colleghi in un'ottica di salvaguardia della dignità professionale e dell'occupazione. 
Comitato di Redazione RCS Periodici
Milano, 15 giugno 2011

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