“C’è un elemento molto preoccupante nel rapporto sui media Censis-Ucsi presentato oggi: il dato relativo al ‘press divide’, cioè la crescente assenza dei quotidiani nelle diete mediatiche dei cittadini italiani, anche di quelli di istruzione medio-alta. E’ un allarme che va preso sul serio, perché parla di un qualcosa di più grave e più profondo delle conseguenze indotte dalla pur pesante crisi economica del settore.
E’ l’abitudine alla frequentazione dell’informazione stampata che si sta contraendo, e che sollecita risposte non riducibili ai piani di ristrutturazione nei quali editori e giornalisti sono impegnati a confrontarsi, azienda per azienda. Vogliamo sperare che questo dato venga considerato con la necessaria attenzione anche dal sottosegretario Bonaiuti, che ormai un anno fa aveva lanciato la proposta degli Stati Generali dell’Editoria: le risposte da dare al ‘press divide’ sono un eccellente motivo intorno al quale convocare l’appuntamento”.