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Rai 07 Ago 2014

Rai-Tv, "Cambiare si deve, immobili si muore Pluralismo non può che essere il tema dei temi"

"Per la Rai è un momento di difficoltà reale con la scoperta di essere di fronte ad un bivio: se la politica ritarda ancora le decisioni su nuovo assetto e su governance, anche a causa di questi tagli, si può stare fermi? La risposta è che certamente l'immobilismo è la cosa peggiore, anche perché il mondo della televisione e dei media è in profonda trasformazione e i mutamenti sociali consolidati ci offrono un'Italia e un paesaggio televisivo ben diverso da quello del 1975, quando venne fatta la prima vera riforma del servizio pubblico radiotelevisivo italiano".

"Per la Rai è un momento di difficoltà reale con la scoperta di essere di fronte ad un bivio: se la politica ritarda ancora le decisioni su nuovo assetto e su governance, anche a causa di questi tagli, si può stare fermi? La risposta è che certamente l'immobilismo è la cosa peggiore, anche perché il mondo della televisione e dei media è in profonda trasformazione e i mutamenti sociali consolidati ci offrono un'Italia e un paesaggio televisivo ben diverso da quello del 1975, quando venne fatta la prima vera riforma del servizio pubblico radiotelevisivo italiano".

Lo scrive il segretario Fnsi Franco Siddi in un editoriale sul sito www.articolo21.org."Il direttore generale Gubitosi - prosegue Siddi -aiutandosi con un gruppo di esperti interni, ha lanciato le linee di un nuovo progetto di riorganizzazione per generi, che prevede, tra l'altro, il superamento della 'tripartizione' delle testate e delle principali tre reti generaliste. Nessuno può immaginare se questo sarà il progetto o una parte importante del piano di una Rai del futuro finché non sarà fatta chiarezza, dal Governo e dal Parlamento, su quale sarà il nuovo assetto, la nuova missione e la nuova governance dell'azienda".
"Tuttavia è un bene che si apra il dibattito pubblico quanto più aperto e chiaro possibile. 'Il sasso' del piano Gubitosi, sottoposto all'esame del consenso ma non del volto del Cda, al di là di ogni altra considerazione, ha un merito: certifica che la Rai non può restare immobile - dice Siddi - e che non è immutabile. Innovare e cambiare si deve, nella chiarezza e in profondità, nell'interesse di un servizio pubblico che riqualifichi la sua missione in termini di indipendenza e pluralismo, con una gestione sottratta alla politica".
"Quello del pluralismo non può che essere il tema dei temi. Si tratta di prendere atto che non basta considerare la fine dei tre grandi partiti storici (Dc, Pci, Socialisti e area laica) per immaginare un'informazione e un'offerta semplificata della Rai, se non si tiene conto che oggi più che mai il concetto di pluralismo va rispettato, sostenuto e alimentato, soprattutto laddove la povertà dell'informazione professionale è più bassa, o più condizionata da poteri impropri e talvolta criminali, oppure richiede un forte riconoscimento delle minoranze linguistiche e identitarie", osserva. "Le redazioni e le produzioni regionali - rileva Siddi - sono una straordinaria ricchezza dell'azienda e vanno messe a frutto nel modo migliore, in una dimensione di impresa nazionale di primaria rilevanza per la vita civile, per quella culturale e anche per quella economica".
"Vale per i telegiornali e per l'informazione in generale; deve valere per i format dei programmi delle reti. E allora il tema non può essere ristretto solo ai telegiornali ma allargato all'informazione che si fa con le reti, con programmi e inserti specifici, valorizzando tutti i giornalisti con una nuova policy aziendale", aggiunge. "Si può fare una Rai migliore sicuramente spendendo meno - conclude il segretario Fnsi - se si sceglie bene la missione e si esaltano i talenti e le risorse disponibili per realizzarla. Come hanno più volte dichiarato, la Fnsi e l'Usigrai invocano questa sfida ripetendo con chiarezza che cambiare deve significare migliorare e rafforzare il servizio pubblico radiotelevisivo, non deprimerlo, né dissolverlo". (ROMA, 7 AGOSTO - ADNKRONOS)

RAI: USIGRAI, GUBITOSI SMENTISCA IPOTESI EI TOWERS PER RAI WAY
SE MEDIASET FOSSE TRA I SOCI SAREBBE INNO A CONFLITTI INTERESSE

"Leggiamo sul Sole24Ore di oggi che in pole position per RaiWay ci sarebbe Ei Towers (di proprietà Mediaset, ndr). Una notizia che confermerebbe tutte le nostre preoccupazioni su una operazione sbagliata nei tempi e nei modi". Lo scrive in una nota l'Esecutivo dell'Usigrai.
"Il direttore generale della Rai smentisca questa ipotesi: l'Usigrai aveva denunciato per tempo il rischio di ritrovarsi tra i soci di RaiWay il concorrente Mediaset. Sarebbe un inno ai conflitti di interesse. Il Dg pratichi la trasparenza che declama e chiarisca i contorni di questa operazione. Se non lo farà lui, ci rivolgeremo alleautorità di garanzia", avverte il sindacato dei giornalisti Rai. (ROMA, 7 AGOSTO - ADNKRONOS)

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