L’esecutivo dell’Usigrai risponde alle critiche al Servizio pubblico mosse in Commissione di Vigilanza dal direttore dell'offerta informativa Rai, Carlo Verdelli. «Se davvero vuole far fare alla Rai Servizio Pubblico il salto nel futuro – ribatte l’Usigrai –, è indispensabile ascoltare chi conosce bene lacci burocratici e sprechi che hanno impedito le riforme necessarie e urgenti». Bene la scelta della selezione pubblica per individuare i prossimi direttori.
«Gli errori e i ritardi che denuncia Verdelli hanno una
causa molto chiara: il mancato ascolto delle redazioni, di chi fa il lavoro sul
campo. Giusto partire dal prodotto e dai programmi. Ma vanno costruiti con chi
poi li deve realizzare». Così l’esecutivo Usigrai risponde alle critiche al
Servizio pubblico mosse in Commissione di Vigilanza dal direttore dell'offerta
informativa Rai, Carlo Verdelli.
Secondo Verdelli l’orologio della Rai è fermo al ‘900, ma «se davvero vuole far
fare alla Rai Servizio Pubblico il salto nel futuro – rilancia l’Usigrai –, è
indispensabile ascoltare chi conosce bene lacci burocratici e sprechi che hanno
impedito le riforme necessarie e urgenti. Per fare una informazione completa
servono mezzi, risorse, investimenti, serve riportare l'informazione di rete
nella titolarità giornalistica, serve una presenza capillare nei territori in
Italia e all'estero, serve dire basta allo strapotere di agenti e società di
produzione, serve una seria strategia multipiattaforma e crossmediale».
Il direttore dell'offerta informativa Rai ha poi anticipato che i prossimi direttori
delle testate saranno selezionati con selezione pubblica. «Bene – commentano i
rappresentanti dei giornalisti Rai -. Strano non sia stato fatto per reti e Rai
Sport. Qualunque procedura fondata su merito e trasparenza trova il pieno
sostegno dell'Usigrai. Anche perché in Rai ci sono eccellenti professionisti,
che hanno assicurato il primato del Servizio Pubblico in questi anni, e quindi
con idee e storia in grado di ridisegnarlo e costruirlo anche per i prossimi
anni».