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Fnsi 14 Lug 2003

Rai: Tgr Lombardia in sciopero Quaglino (CdR): "Attendiamo un capo da mesi". La solidarietà di Andriolo (Alg): "E' vergognoso che un'azienda importante non dia una guida certa alla redazione di Milano"

Rai: Tgr Lombardia in scioperoQuaglino (CdR): "Attendiamo un capo da mesi". La solidarietà di Andriolo (Alg):"E' vergognoso che un'azienda importante non dia una guida certa alla redazione di Milano"

Rai: Tgr Lombardia in sciopero
Quaglino (CdR): "Attendiamo un capo da mesi". La solidarietà di Andriolo (Alg):
"E' vergognoso che un'azienda importante non dia una guida certa alla redazione di Milano"

I giornalisti della Tgr della Lombardia sono in sciopero dalle 6 di lunedì 14 fino alla stessa ora di martedì 15. Non andranno in onda quindi le tre edizioni del Tg regionale e le due edizioni di quello radiofonico. Non ci saranno poi servizi e collegamenti dalla Lombardia per le edizioni nazionali. «Da olte due mesi - spiega all'Adnkronos Marzio Quaglino del Cdr - non abbiamo una guida. Il 26 aprile era stato nominato Luciano Ghelfi che poi ha rinunciato e da allora l'azienda malgrado le promesse non ha preso nessuna decisione lasciandoci nell'incertezza nel momento in cui si decidono anche le cose per la prossima stagione. Vediamo poi che siamo sempre attaccati dalla Padania, questo significa che un problema interno e professionale è ormai diventato un problema politico». (Adnkronos) E' da ritenere vergognoso che un'azienda importante come la Rai non si preoccupi di dare una guida certa a un centro d'informazione di importanza capitale quale la redazione di Milano. E' il parere di Maurizio Andriolo, presidente della Alg, il sindacato dei giornalisti lombardi che ha espresso la «completa solidarietà» alla redazione del Tg di Milano in sciopero e ha sottolineato l'importanza di «un responsabile all'altezza del ruolo della redazione lombarda». Secondo l'Alg «l'abdicare ad appetiti politici o giudiziari, a veti e controveti, indica che i vertici della Rai nulla ancora comprendono dell'importanza dell'informazione, ma che ancora una volta si sono abbarbicati alle spinte politiche che nulla hanno a che fare con la professionalità del lavoro dei giornalisti». (ANSA).

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