''Da oggi inizia la nostra rivoluzione culturale contro l'ordine dei giornalisti, contro la Federazione della Stampa Nazionale e il suo presidente che non perdono occasione per portare avanti il loro disegno perverso e illiberale di escludere la Lega Nord, e quindi la Padania, da ogni dibattito. E poi parlano di liberta' d'informazione: sono solo ipocriti e falsi''.
''Da oggi inizia la nostra rivoluzione culturale contro l'ordine dei giornalisti, contro la Federazione della Stampa Nazionale e il suo presidente che non perdono occasione per portare avanti il loro disegno perverso e illiberale di escludere la Lega Nord, e quindi la Padania, da ogni dibattito. E poi parlano di liberta' d'informazione: sono solo ipocriti e falsi''. Lo dichiara Davide Caparini, deputato della Lega Nord e vicepresidente della commissione vigilanza Rai. ''Non mancano esempi. La Fnsi ha organizzato - prosegue il deputato leghista - una tre giorni sulla liberta' d'informazione a Gubbio. Un appuntamento importante senza dubbio all'insegna del pluralismo? Nient'affatto perche' guardando i relatori ci si accorge che tutte le forze politiche, ma proprio tutte, anche quelle che non hanno nemmeno un rappresentante in Parlamento, ci sono tranne la Lega Nord. A noi non e' arrivato nemmeno un invito. Abbiamo protestato e ci fa piacere che a fronte delle nostre rimostranze i relatori di An, Alessio Butti, e di Fi, Piero Testoni non parteciparanno in segno di appoggio alle nostre proteste''. ''Possiamo anche citare, ma i casi sono numerosi, anche un altro convegno - dice Caparini - organizzato dall'odg di Milano per la fine di ottobre. Anche qui si parla di liberta' d'informazione. E chi parla? I soliti Abruzzo, Del Boca e il politico di sinistra di turno, questa volta Renzo Lusetti. E noi ancora una volta esclusi, emarginati''. ''Noi non siamo figli di un dio minore e siamo indignati della sistematica esclusione dai circuiti pubblici dei nostri rappresentanti. E' una situazione intollerabile e noi faremo cadere la maschera a tutti quelli che continuano a parlare di democrazia, di liberta' e di pluralismo nel mondo dell'informazione ma poi non perdono occasione per censurarci. E mi riferisco - conclude il deputato leghista - ai grandi capi del quarto potere, tutti nessuno escluso''.(ANSA) ''Il mancato invito alla Lega (e del suo organo, La Padania) alla manifestazione di domani a Gubbio non mi sorprende piu' di tanto, perche' e' perfettamente in linea con un andazzo generale che vede il nostro movimento e coloro che ad esso fanno riferimento sistematicamente ignorati o, peggio, come ha fatto la Fnsi, boicottati''. Lo ha dichiarato l'on. Stefano Stefani in qualita' di resposabile dei media per la Lega Nord commentando il mancato invito di rappresentanti del Carroccio al convegno della Fnsi a Gubbio sulla liberta' d'informazione. ''La circostanza non meriterebbe commento alcuno, abituati come siamo a certe eccentricita' dell'organismo sindacale dei giornalisti, se non avessimo letto - prosegue Stefani - che all'assise di domani, se la Lega non e' stata invitata, e' stato pero' trovato posto per tutti gli altri, magari anche per coloro che hanno nel Paese un seguito residuale o, peggio, per quelli che, sino a ieri (o anche oggi?), plaudivano a regimi che schiacciavano la democrazia, perseguitandone i fautori. Non sappiamo - aggiunge l'esponente leghista - se il segretario della Fnsi avra' il tempo o la volonta' di spiegare quali siano stati i criteri adottati per la scelta di chi, tutti ad eccezione della Lega, invitare alla manifestazione di domani. Ne' sappiamo se, dagli imperativi della Fnsi, e' stato depennato quello di rappresentare tutti i giornalisti italiani e non solo quelli della stessa area politica cui il segretario della Federazione si sente vicino. Ricordo comunque a lui e a chi, con lui, s'e' reso responsabile di questo obbrobrio, che molto al di sopra della Fnsi e del suo segretario c'e' la Costituzione, che e' il documento che regola la vita democratica del nostro Paese, garante della eguaglianza dei cittadini, al di la' del luogo di nascita, del colore della pelle, della religione, dei comportamenti. Ma per qualcuno la Costituzione e' quasi un regolamento da applicare volta per volta, accreditandosi il diritto di escluderne da essa chi non si e' adeguato ad alcuni modelli. Tra gli eguali, quindi, agli occhi di qualcuno, ce ne sono di meno uguali. Noi evidentemente - conclude Stefani - siamo i 'meno uguali', anche se la Lega non ha certo bisogno di riconoscimenti o legittimazioni dalla Fnsi e dal suo ineffabile segretario''. (ANSA) ''Ringrazio gli esponenti della Lega per l'attenzione che riservano alla Fnsi e al Forum di Gubbio visto che e' una novita' assoluta, perche' nelle precedenti sei edizioni, sempre regolarmente invitati, gli esponenti della Lega di diversi livelli, non si sono presentati ne' si sono degnati di rispondere alla lettere di invito''. Cosi' il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, replica alle protesta degli esponenti della Lega che lamentavano il mancato invito al Forum di Gubbio. ''Verificheremo - aggiunge Serventi - le spedizioni degli inviti nella speranza che non si sia trattato di una mancata ricezione postale da parte di rappresentanti della Lega. La Fnsi non e' 'vicina' ad alcuna forza politica, ne' a questo o quello schieramento. Le nostre battaglie condotte a viso aperto sono tutte in difesa proprio di quella liberta' di informare a cui si richiamano Caparini e Stefani. Mi spiace che altri esponenti della Cdl abbiano declinato l'invito, per ragioni del tutto differenti pero' da quelle sostenute dalla Lega e con motivazioni giustificate alla Fnsi diversi giorni fa. A me sembra in verita' - spiega ancora il segretario - che la Lega abbia accentuato il suo virulento attacco al sindacato dei giornalisti, per una opposizione ideologica agli scioperi della categoria per il contratto, ampiamente spiegata dal direttore della Padania in un recente editoriale ricco di espressioni tutt'altro che amichevoli nei confronti del sottoscritto e della Fnsi''. Serventi ha reso inoltre noto che al Forum sono stati invitati il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il leader dell'opposizione Romano Prodi, ministri, segretari di partito e tutti i reponsabili informazione dei diversi schieramenti. (ANSA)