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Editoria 27 Mar 2012

Primorski dnevnik: “Quale destino ci attende? Il tempo sta per scadere, ci manca l’ossigeno”

«Kakšna usoda nas čaka? - Quale destino ci attende?» Un punto di domanda in formato cubitale campeggia sulla prima pagina dell'edizione di domenica del Primorski dnevnik, quotidiano in lingua slovena del Friuli Venezia Giulia, voce insostituibile di quasi tremila soci della cooperativa che lo edita e di alcune decine di migliaia di lettori, uno dei pochi quotidiani non italiani che si pubblicano nel nostro Paese.

«Kakšna usoda nas čaka? - Quale destino ci attende?» Un punto di domanda in formato cubitale campeggia sulla prima pagina dell'edizione di domenica del Primorski dnevnik, quotidiano in lingua slovena del Friuli Venezia Giulia, voce insostituibile di quasi tremila soci della cooperativa che lo edita e di alcune decine di migliaia di lettori, uno dei pochi quotidiani non italiani che si pubblicano nel nostro Paese.

E' un'iniziativa senza precedenti per il giornale che da oltre sessant’anni  esce a Trieste e Gorizia, dettata da una situazione di estrema emergenza.
Ma è soprattutto un appello per la sopravvivenza. «Il tempo sta per  scadere, comincia a mancarci l'ossigeno.» Lo ha scritto nell'editoriale di  domenica il direttore Dušan Udovič ricordando che l'urgenza è dettata dai  tagli dei contributi destinati all'editoria che garantiscono l'esistenza  del giornale e dal blocco dei fondi della legge 416 per il 2010 a causa di  accertamenti tecnici. Il taglio dei contributi è retroattivo ed è del 15  per cento per il 2010 di cui l'editore è venuto a conoscenza all'inizio  del 2012. Un taglio ulteriore e di maggior entità è stato prospettato per  il 2011.
«L'editore è costretto a ricorrere a provvedimenti urgenti che  inevitabilmente portano alla riduzione delle pagine e colpiscono  pesantemente la qualità del giornale. Ci preoccupa fortemente questa  spirale da cui alcune testate già non hanno avuto ritorno. Non vogliamo  nemmeno immaginare - lo afferma il direttore - che la nostra comunità  possa perdere il suo unico quotidiano di riferimento. Sarebbe inaccettabile per uno Stato democratico e comporterebbe un abbassamento  del livello di tutela di cui la minoranza di lingua slovena gode per  legge. Finora il giornale ha sempre goduto di considerazione da parte  dello Stato e degli Uffici competenti. Vogliamo dunque credere che per il  Primorski dnevnik, pilastro portante della comunità slovena in Italia, si  trovi una soluzione che gli garantisca il futuro. Ma il tempo sta per  scadere, comincia a mancarci l'ossigeno.»

@fnsisocial

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