«È un esperienza straordinaria perché ha messo insieme l'Università di Padova e la Fnsi: il mondo della ricerca e quello dell'informazione. Crollano, quindi, le barriere corporative per studiare le fabbriche della falsificazione che minano alla base il vivere civile e democratico. Psicologi, storici, ingegneri, matematici, economisti, giuristi e giornalisti insieme con un compito che non è solo quello di difendere la libertà di stampa, ma anche di difendere il diritto di ogni cittadina e ogni cittadino ad essere correttamente informati. Quello che prende forma oggi è destinato a diventare un punto di riferimento nazionale». Così il presidente Giulietti a margine della conferenza stampa di presentazione del corso di alta formazione universitario 'Raccontare la verità, come informare promuovendo una società inclusiva e contrastare le fake news', organizzato dall'Università di Padova in collaborazione, fra gli altri, con Fnsi, Sindacato giornalisti Veneto, Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, Odg Veneto e associazione Articolo 21.
Moderati dalla segretaria regionale Monica Andolfatto, che ha anticipato i temi che saranno affrontati durante la prima lezione del corso, in programma il 10 aprile e aperta anche ai non iscritti, hanno partecipato alla presentazione la professoressa Laura Nota; i giornalisti Roberto Reale ed Enrico Ferri, anche loro fra i docenti del corso; Gianluca Amadori, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto e Maurizio Paglialunga, responsabile formazione del Consiglio nazionale dell'Ordine; Roberto Natale, del Comitato tecnico scientifico di Articolo21; Lorenzo Basso, vice segretario del Sindacato Giornalisti del Trentino Alto Adige e componente della Giunta esecutiva della Fnsi.
«La lezione inaugurale, dopo i saluti fra gli altri del Rettore dell'Università di Padova, Rosario Rizzuto, è articolata in tre sessioni: la prima affidata al segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e al filosofo, Vincenzo Milanesi; la seconda all'ex ministro Fabrizio Barca, statistico ed economista, coordinatore del Forum Disuguaglianze e diversità; la terza alla giornalista e scrittrice Lucia Annunziata, ex presidente della Rai. Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno lavorato per la realizzazione di questo corso e in particolare i 47 iscritti: sono loro, in primis, che hanno permesso di concretizzare questo progetto, che spero sia solo il primo passo di un lungo percorso», ha esordito Monica Andolfatto.
«Le fake news sono il contrario del pensiero scientifico. Capirle e smontarle è uno degli obiettivi di questo percorso formativo», ha anticipato la professoressa Nota. Roberto Reale ha ricordato «l'esperienza originale» del progetto, «nato con un protocollo di intesa, proseguito con la pubblicazione di un libro e ora giunto ad un corso di alta formazione. Il numero di iscritti – ha osservato – dimostra che non è vero che giornalisti e comunicatori non hanno voglia di impegnarsi». Ed Enrico Ferri ha auspicato che «questo corso, che si occupa di complessità, possa dare un contributo di approfondimento, di stacco dal lavoro frenetico dei giornalisti, per riflettere su come stare in rete e nell'ecosistema dell'informazione in modo consapevole e con senso critico».
Per Gianluca Amadori, «il momento che il sistema dell'informazione sta attraversando è difficile, ma apre anche possibilità che un tempo non c'erano. A patto – ha rilevato – che si dedichino tempo e impegno ad una riflessione approfondita». E Maurizio Paglialunga ha osservato come «questo corso dimostra anche che c'è grande interesse per la formazione di qualità».
A mettere in evidenza la necessità di «recuperare credibilità come categoria professionale» è stato Roberto Natale, che ha anche sottolineato l'importanza di «investire nel dialogo fra esperienze diverse come fa questo corso». In chiusura Lorenzo Basso, evidenziando l'importanza di una iniziativa «necessaria in un momento in cui l'informazione passa in buona parte da canali altri rispetto a quelli tradizionali e, dunque, è esposta ai rischi di manipolazione» ha ribadito come il compito del giornalista sia quello di «riportare i fatti dopo una verifica attenta e accurata, ma anche di costruire una comunità inclusiva». E aperta al mondo, come quella focalizzata dall'Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, illustrato da Paola Rosà.