La chiusura del settimanale 'Cambio' che tra i suoi proprietari ha avuto anche il Premio
Nobel per la letteratura Gabriel Garcia Marquez, continua a suscitare polemiche, non solo in Colombia ma anche in altri Paesi dell'America Latina. Il 3 febbraio scorso, il gruppo editoriale locale 'El Tiempo' ha annunciato la cessazione delle pubblicazioni, adducendo
motivi economici e assicurando che ciò era in linea "con il declino mondiale dei settimanali di attualità politica".
Ma l'ex direttore di 'Cambio', Elvira Samper ha subito ribattuto: "Sono assolutamente convinta che ci sono altre ragioni, non solo quelle economiche". E, ancor più esplicito, Inacio Gomez, dirigente della Federazione latinoamericana per la libertà di stampa (Flip), ha affermato che "E' quanto meno singolare che il più grande gruppo editoriale del Paese, decida di chiudere una rivista che critica il governo", in un momento in cui si avvicinano le elezioni presidenziali del prossimo maggio.
'Cambio' venne fondata nel 1993 e poco dopo venne acquistata da Garcia Marquez. Che, con un pugno di giovani giornalisti, ne fece un emblema del giornalismo di investigazione e denunce di scandali. Ma nel 2005, a causa del forte indebitamento, come ha ricordato Samper, il Premio Nobel la cedette a 'El Tiempo'. Rodrigo Pardo, ex ministro degli esteri ed uno dei più acuti giornalisti locali e di 'Cambio', dove scriveva regolarmente, in una intervista pubblicata oggi dal quotidiano argentino 'Clarin', ha specificato: "Non posso assicurare che è stata chiusa per le pressioni del governo. Ma è indubbio che i nostri articoli provocavano molto malessere ad influenti personaggi
dell'entourage governativo". Dal canto suo il presidente Alvaro Uribe, che punta ad un terzo mandato consecutivo, ha assicurato: "Non ho mai censurato alcun mezzo di comunicazione. Nè tanto meno mi sono lamentato con i proprietari degli articoli di
'Cambio'". (ANSA)