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Associazioni 17 Apr 2009

Polemiche dopo la decisione della Rai su "Annozero", la solidarietà di Stampa Romana e del Sigim

Prese di posizione dell'Associazione Stampa Riomana e del Sindacato giornalisti marchigiani nella polemica che ha coinvolto Michele Santoro e la redazione di "Annozero"

Prese di posizione dell'Associazione Stampa Riomana e del Sindacato giornalisti marchigiani nella polemica che ha coinvolto Michele Santoro e la redazione di "Annozero"

L’Associazione Stampa Romana esprime profonda preoccupazione per le iniziative prese dal vertice Rai nei confronti di Anno Zero e del suo conduttore Michele Santoro e del vignettista Vauro. Le critiche, da qualsiasi parte vengano, sono lecite e vanno messe nel conto di una dialettica fra informazione e società civile, altra cosa è un’inaccettabile forma di censura che tende a stabilire non ciò che è secondo la legge e le regole, ma ciò che è giusto dire e quel che non sarebbe il caso di raccontare. La libertà di informazione ha come unico limite la veridicità dei fatti, il controllo delle fonti e la possibilità di rettifica. Nessuna denuncia per diffamazione o richiesta di rettifica è giunta alla redazione di Anno Zero, è singolare che sia il direttore generale della Rai a chiedere “un riequilibrio”. L’Associazione Stampa Romana ribadisce come, soprattutto il servizio pubblico, debba attenersi all’articolo 21 della Costituzione che tutela il diritto di manifestare liberamente il pensiero ed è il fondamento del diritto a informare correttamente. Il Sindacato giornalisti marchigiani esprime la propria solidarietà al collega Michele Santoro e a tutta la redazione di Annozero. La decisione presa dai vertici della Rai di sospendere dal programma una voce satirica come Vauro e, soprattutto, di chiedere una puntata ‘riparatoria’ va in senso esattamente contrario allo sforzo, compiuto giovedì scorso dalla trasmissione di Raidue, di andare oltre la cronaca stereotipata del momento (per quanto grave e dolorosa) per ragionare in senso più maturo e prospettico sul nostro Paese, sulla capacità di gestire l’interesse pubblico e di tutelare i cittadini nei loro diritti fondamentali. Nessuno può metterci al riparo dai disastri naturali, ma moltissimo può essere fatto per gestire al meglio la prevenzione e i piani di emergenza, per investire in sicurezza allontanando speculazioni, interessi privati, infiltrazioni malavitose. Su tutto ciò ha indagato Annozero, e delle due l’una: se Santoro o altri giornalisti della trasmissione hanno detto falsità, possono essere querelati a norma di legge (cosa che non risulta sia avvenuta); se invece hanno semplicemente provato a far luce su situazioni imbarazzanti, nessuno li accusi di parzialità, indelicatezza o violazione del bon ton, perché la professione di giornalista prevede una costante verifica dei fatti anche quando si rivelino scomodi o dolorosi. Scoprire che un ospedale appena costruito è inagibile, che i ponti e le strade sono realizzati con materiali scadenti, che le case crollano come foglie, che le preoccupazioni e gli appelli di studiosi, amministratori pubblici e semplici cittadini non sono stati presi in minima considerazione neppure in un’area ad altissimo rischio sismico, sono tutte informazioni che i giornalisti non possono fare a meno di divulgare. Con dolore e sofferenza, certo, perché a nessuno piace scoprire come sia fragile la nostra realtà, ma anche con la consapevolezza che l’informazione – non importa se pubblica o privata – abbia un suo codice di impegno e di ricerca delle responsabilità che non deve mai essere tradito. Per questi motivi ribadiamo la nostra solidarietà ad Annozero augurandoci che possa continuare a raccontare tutto quello che accade in Italia, dal proprio punto di vista.

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