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Fnsi 24 Apr 2004

Ostaggi in Iraq, Serventi Longhi: "Non credo nei silenzi stampa. I giornalisti non sono responsabili delle difficoltà nelle trattative". Bianco : "Il Governo ha violato l'obbligo della riservatezza"

Ostaggi in Iraq, Serventi Longhi: "Non credo nei silenzi stampa. I giornalisti non sono responsabili delle difficoltà nelle trattative". Bianco : "Il Governo ha violato l'obbligo della riservatezza"

Ostaggi in Iraq, Serventi Longhi: "Non credo nei silenzi stampa. I giornalisti non sono responsabili delle difficoltà nelle trattative". Bianco : "Il Governo ha violato l'obbligo della riservatezza"

«Non credo, non ho mai creduto, nei silenzi stampa». Ad affermarlo è il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi. "Qualcuno - domanda - pensa davvero che il sistema dell'informazione, nel suo complesso, ed i giornalisti in particolare, possano essere ritenuti i responsabili nelle difficoltà delle trattative? Appare del tutto assurdo e paradossale il clima che si sta creando circa la vicenda degli ostaggi italiani in Iraq, clima che il comunicato del Sismi non aiuta a stemperare. I servizi fanno un lavoro importante e delicato. Qualcuno intende indicare nei giornali e nei Tg e Gr, nelle agenzie e nei siti Web, i sabotatori di una soluzione positiva? Credo che ogni italiano speri ardentemente in una immediata liberazione". "Si deve fare - aggiunge - un'informazione ancora più corretta e responsabile ma la censura o l'autocensura sarebbero la negazione della libertà e tacere notizie verificate non può essere richiesto nè dal governo, nè dalle altre istituzioni, nè dai servizi segreti. I giornalisti, quasi tutti, non inventano le notizie; siano le fonti ufficiali e quelle riservate a tacere. Noi difendiamo - conclude - la riservatezza delle fonti stesse ma il senso di responsabilità non può essere richiesto a senso unico". (ANSA). «Siamo davanti a una prassi sorprendente, per i contenuti e per le modalità. La mia è una doppia critica, ai servizi e al governo» afferma Enzo Bianco, presidente del Comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti, dopo la «nota informale» di ieri del Sismi sulla vicenda degli ostaggi italiani in Iraq. «L'intelligence - sottolinea l'ex ministro dell'Interno - ha il diritto e il dovere, in circostanze eccezionali come questa, di correggere quelle che valutano essere errate informazioni. Ma tutto questo non deve avvenire in modo anonimo e al di fuori dei canali ufficiali. Insomma, non compete al servizio di informazione dialogare con i giornali su ricostruzioni più o meno fantasiose. Altre devono essere le sedi: la Presidenza del Consiglio. E' la seconda parte della critica, quella che riguarda il governo che in questi giorni è colpevole di avere violato più volte, proprio lui e non solo la stampa, il livello di riservatezza. Mi riferisco al fatto che alte personalità di governo si sono lasciate andare a dichiarazioni su «rilasci imminenti» e sul «successo dell'operazione». Quegli annunci sono stati inopportuni, per l'andamento della trattativa, per la sicurezza degli ostaggi e per il rispetto delle famiglie. Ma questo non è il momento delle polemiche. Ora bisogna lavorare in silenzio. L'opposizione e il Copaco si sono impegnati su questo punto dando prova di cosa significa cultura di governo». (ANSA).

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