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Ordine 18 Feb 2010

Ordine, accesso alla professione. Il Consiglio regionale dell'Assostampa siciliana: "Situazione intollerabile. Necessari criteri più rigorosi"

Il Consiglio regionale dell’Associazione siciliana della Stampa nel corso della seduta dell’8 febbraio scorso a Palermo ha approvato, con una sola astensione, un documento con il quale si esprime preoccupazione per l’accesso indiscriminato alla professione, e chiama in causa le responsabilità dell’Ordine nazionale dei giornalisti. Ne riportiamo il testo integrale:

Il Consiglio regionale dell’Associazione siciliana della Stampa nel corso della seduta dell’8 febbraio scorso a Palermo ha approvato, con una sola astensione, un documento con il quale si esprime preoccupazione per l’accesso indiscriminato alla professione, e chiama in causa le responsabilità dell’Ordine nazionale dei giornalisti. Ne riportiamo il testo integrale:

Lontani dalla difficile, e talvolta disperata, realtà della professione, incapaci di comprendere i mutamenti del mercato del lavoro e di rappresentare le esigenze autentiche dei veri giornalisti che svolgono questa professione in via esclusiva e a tempo pieno, i vertici del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti continuano a lanciare i loro strali contro il sindacato accusandolo di fare il suo vero mestiere: denunciare le storture della professione, lanciare l'allarme sulla crisi che sta travolgendo il settore dell'editoria, e cercare di difendere l'occupazione.
Purtroppo i dati della professione sono più che allarmanti. Quasi centomila giornalisti iscritti all'Ordine e appena 17 mila occupati con regolare contratto a tempo pieno e indeterminato. Settecento prepensionamenti solo nel 2009 e un turn over ormai ridotto ad alcune centinaia di unità all’anno. A fronte di questi numeri, che non ammettono alcun distinguo e che dovrebbero invece chiamare tutti a una piena assunzione di responsabilità, il presidente del Consiglio nazionale Lorenzo Del Boca giudica l'allarme lanciato con senso di responsabilità dal sindacato "autentiche sciocchezze". Affermazione gravissima che è non solo indice di ignoranza dei problemi della categoria e di arroganza, ma una gratuita offesa alle migliaia di giornalisti disoccupati, precari o sottoccupati costretti a vivere ai margini della professione senza tutele, senza garanzie e senza certezze per il futuro.
I vertici del Consiglio nazionale del'Ordine continuano a difendere l'accesso indiscriminato a una professione che sta per esplodere, interpretando con eccessivo permissivismo la legge e le norme, sfornando ogni anno migliaia di nuovi professionisti destinati alla disoccupazione certa. Continuano a difendere l'accesso di migliaia di pubblicisti sebbene poi solo una minima percentuale di questi si iscrive all'Inpgi, come la legge obbliga a fare tutti coloro che svolgono effettivamente il nostro mestiere. Il sindacato invece, sia a livello regionale sia a livello nazionale, continuerà a denunciare questo stato di cose ormai intollerabile. Continuerà a chiedere un accesso più rigoroso e severo; un criterio selettivo nella composizione delle commissioni di esame, che tenga conto esclusivamente del valore dei curricula degli aspiranti commissari. Il sindacato continuerà a chiedere il rispetto della legge e della deontologia professionale, profondendo il proprio impegno a favore di una rappresentanza istituzionale trasparente e di qualità al Consiglio nazionale dell’Ordine.
Fanno bene i vertici dell'Ordine ad affermare che non intenderanno più rispondere al Sindacato. D'ora in avanti i vertici del Consiglio nazionale dell'Ordine, quali membri di un ente di diritto pubblico, faranno bene a rispondere dei loro atti direttamente ai ministeri vigilanti

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