Un primo bilancio dopo quattro mesi di trasmissioni con il “Digitale terrestre” in provincia di Cagliari e le opportunità conseguenti alla moltiplicazione degli spazi televisivi, saranno i temi del convegno che si svolgerà lunedì prossimo, 23 luglio, al Palazzo Regio di Cagliari per iniziativa dell’Associazione della Stampa sarda con la Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Usigrai (il sindacato dei giornalisti del Servizio pubblico). Al dibattito sul tema “Giornalisti nell’era digitale; prospettive e contenuti, quattro mesi dopo”, interverranno parlamentari, giornalisti, dirigenti del Servizio pubblico e delle principali aziende televisive private nazionali e locali. Le conclusioni saranno affidate al presidente della Regione, Renato Soru e al Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni.
In Provincia di Cagliari è in atto, dal 1° marzo scorso, la sperimentazione delle trasmissioni TV con il sistema “digitale terrestre”, che consente la ricezione delle immagini con una qualità superiore rispetto al vecchio sistema “analogico”, la possibilità di interagire con i programmi trasmessi e soprattutto moltiplica (almeno per quattro) il numero dei canali di trasmissione disponibili. Il nuovo sistema dovrà essere esteso entro il febbraio del 2008 all’intera Sardegna e, entro il settembre dello stesso anno, anche alla Valle d’Aosta, dove pure è già cominciata la sperimentazione. L’occasione sarà dunque propizia per un primo bilancio dell’iniziativa, ma soprattutto per un confronto costruttivo sulle prospettive che l’introduzione della tecnologia digitale è in grado di assicurare alla comunità degli utenti televisivi. In particolare all’organizzazione sindacale dei giornalisti, che ha promosso il convegno, interessa approfondire il versante dei contenuti informativi che potrebbe trovare spazio nell’incremento del numero dei canali di trasmissione. Specificamente in regioni come la Sardegna, pur caratterizzate dalla presenza di elementi culturali importanti e fortemente definiti, ma spesso marginalizzati, l’ampliamento degli spazi televisivi costituisce un’occasione da non perdere. L’affollamento dei palinsesti delle emittenti nazionali e del Servizio pubblico in qualche caso costretti a relegare ad orari di “seconda serata”, trasmissioni culturali e di informazione di indiscusso valore qualitativo; le iniziative, già in atto, di valorizzazione del grandissimo giacimento culturale contenuto nelle “teche della Rai”, dimostra quale contributo la televisione possa fornire alla diffusione della cultura, anche a livello regionale e la possibilità, concessa dalle nuove tecnologie di costruire “palinsesti personalizzati”, sono alcune delle ragioni forti che inducono a considerare il “digitale terrestre” come un’opportunità da non perdere. Un impegno che, secondo il sindacato dei giornalisti, deve unire le idee e le risorse degli editori televisivi, del Servizio pubblico, degli enti locali e degli operatori culturali e dell’informazione.