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Un momento della cerimonia
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Ordine 13 Dic 2022

Odg Lazio, inaugurata la lapide in ricordo dei giornalisti ebrei perseguitati durante le leggi razziali

Alla cerimonia, martedì 13 dicembre 2022, anche la premier Giorgia Meloni, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il sindaco Roberto Gualtieri, i vertici della Comunità  ebraica romana. Il presidente dell'Ordine regionale, Guido D'Ubaldo: «Un'azione di informazione soprattutto rivolta ai giovani».

Una lapide nella sede Ordine dei giornalisti del Lazio ricorderà le storie dei giornalisti romani vittime della repressione e della violenza nazifascista. Incisi sulla lapide, inaugurata martedì 13 dicembre 2022, i nomi dei 35 cronisti e tipografi ebrei che per le leggi razziali furono cancellati dall'Ordine professionale, non potendo più svolgere l'attività giornalistica. «La cerimonia intende contribuire a restituire memoria ed onore alle giornaliste e ai giornalisti ai quali fu usurpata la dignità professionale, fu cancellata arbitrariamente l'iscrizione all'Odg e venne impedita l'attività giornalistica. Questa è una grande giornata per il nostro Ordine», ha detto Guido D'Ubaldo, presidente dell'Ordine regionale dei giornalisti.

«La persecuzione delle leggi razziali – ha aggiunto – fu particolarmente violenta e crudele. Le storie personali e il sacrificio di molti di questi giornalisti e tipografi coincidono con il periodo più nero della nostra storia e della libertà di espressione e di stampa nel nostro Paese. Con la lapide a loro dedicata intendiamo svolgere un'azione di informazione soprattutto rivolta ai giovani, per trasmettere loro un messaggio di impegno permanente contro discriminazioni, razzismo, antisemitismo. Fenomeni rispetto ai quali non si può abbassare la guardia e che purtroppo, in alcuni casi, vediamo riaffiorare».

All'inaugurazione, fra gli altri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il consigliere per la stampa e la comunicazione del presidente della Repubblica Giovanni Grasso, l'ambasciatore d'Israele Alon Bar, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, il rabbino capo Riccardo Di Segni, Sami Modiano, il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti.

«È importante che ora ci si dedichi a questo recupero di memoria, tardivo ma necessario. Ai morti per la Shoah giustamente si è pensato subito ma sull'offesa delle leggi razziali si è messa una pietra sopra, c'è stato un lungo silenzio, come se le due cose non fossero strettamente collegate», ha rilevato Di Segni.

«I giornalisti hanno il compito dell'informazione e senza informazione non c'è consapevolezza del presente, necessaria per costruire il nostro futuro», ha dichiarato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. «Le leggi razziali – ha evidenziato – sono una pagina tragica della nostra storia, hanno prodotto una lacerazione profonda nella carne viva della nostra storia nazionale. Ricordare i giornalisti e i tipografi ebrei romani è un pezzo della rete di memoria che dobbiamo sviluppare. Ed è importante essere sempre vaccinati contro il tarlo dell'odio, della discriminazione e dell'antisemitismo, che è un pericolo ancora oggi».

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha annunciato che «con la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello siamo al lavoro in questi giorni per concludere a Roma realizzazione del Museo della Shoah. E nel Giorno della memoria alla Stazione centrale di Milano inaugureremo una segnaletica storica per raggiungere il Binario 21, un'idea di Liliana Segre. Abbiamo il dovere di coltivare la memoria, che deve anzi essere scolpita nelle pietre».

La senatrice Liliana Segre ha inviato un messaggio, letto dal presidente D'Ubaldo.

«Raccontare quel che accade è sempre l'insegnamento più importante» perché la «memoria è importante sì, ma se ti insegna qualcosa, se studiando impari cosa potrai fare se accadesse di nuovo», ha commentato la presidente Giorgia Meloni.  «La sfida della lotta all'antisemitismo – ha ribadito – è una battaglia non vinta perché l'antisemitismo emerge con molte facce e strumenti diversi». È una battaglia che «ci coinvolge tutti», e chi, come i giornalisti, è chiamato a «raccontare la realtà ha delle responsabilità. Il governo è sempre pronto a fare la sua parte per combattere ogni forma di discriminazione e l'antisemitismo».

@fnsisocial

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