L'audizione di Siniscalco è stata deludente e seduta stante Usigrai Cgil-Cils-Uil hanno deciso di proclamare per settembre un giorno di sciopero di tutti i dipendenti dell'Azienda".
"L'audizione di Siniscalco è stata deludente e seduta stante Usigrai Cgil-Cils-Uil hanno deciso di proclamare per settembre un giorno di sciopero di tutti i dipendenti dell'Azienda".Lo ha annunciato il segretario dell'Usigrai Roberto Natale a nome anche di Cgil-Cils-Uil al termine dell'audizione del ministro dell'Economia in Vigilanza."Avevamo promosso il sit in di oggi - ha aggiunto Natale - per sollecitare la nomina del presidente ma a parole Siniscalco è venuto a dire che c'è bisogno del presidente ma poi nei fatti indica metodi e criteri in base ai quali ci vogliono mesi per averlo. Non siamo più disposti a tollerare rinvii e per questo abbiamo deciso all'istante di scioperare. Nei prossimi giorni stabiliremo tempi e modalità". (AGI) Per la Fnsi l'audizione del ministro Siniscalco in commissione di Vigilanza Rai è stata ''singolare e sconcertante: il ministro dell'Economia - spiega il presidente Franco Siddi - che, in quanto azionista, ha il compito di trovare una soluzione per la presidenza dell'azienda, ha risolto la questione bacchettando la politica perché non ha trovato un'intesa e la Vigilanza perché non ha votato Monorchio. Non ha individuato una soluzione, salvo dire che la legge non va bene''.Eppure, aggiunge Siddi, ''la legge Gasparri è figlia di questo governo che oggi non riesce a non vuole applicare tali norme''. In questo modo ''c'e il buio che cala su un'azienda di servizio pubblico, mentre i concorrenti hanno campo libero. E' lecito pensare, anche non volendolo, che questa sia la vera strategia''.Per questo motivi, secondo il presidente della Fnsi, ''i giornalisti si attiveranno attraverso lo sciopero e altre forme di mobilitazione civile, ormai improcrastinabili''. (ANSA) Una nota del Presidente della Fnsi per “Articolo 21”“Un sit-in in piedi non l’ho mai visto”. Con questa battuta elegante il Presidente della Commissione di Vigilanza, il Senatore Claudio Petruccioli ha salutato i manifestanti di tutto il sindacato Rai (Usigrai, Cgil, Cisl, Uil e appoggio dello Snater) davanti al Palazzo San Macuto in occasione dell’audizione del Ministro dell’Economia Siniscalco. Il sit-in proclamato da Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Usigrai per sollecitare la nomina del Presidente Rai e la definizione di un progetto di sviluppo e di garanzia per il servizio pubblico radiotelevisivo, in effetti, è stato molto di più di una seduta simbolica. E’ stato insieme la spia di un disagio unito ad una protesta senza confini e il segnale di una volontà responsabile di chi non vuole rinunciare a tenere dritta la schiena e alta la vista. In piedi, dunque. Un atto di grande responsabilità di tutti gli operatori per indicare che non si può ancora giocare allo sfascio con il servizio pubblico, lasciando che deperiscano i valori morali e materiali della principale azienda culturale del paese. E allora si, parliamo pure di “sit-in” in piedi. Ci sta tutto. E’ il tempo di non piegarsi all’inevitabilità di una inazione governativa che sembra sempre più figlia di una chiara strategia: rendere impraticabile qualsiasi accordo di garanzia per il Presidente, e, nel frattempo, lasciare che, piano piano, cali il buio sull’azienda di servizio pubblico mentre i concorrenti (ma è più giusto dire il concorrente) ha campo libero. Questo non è accettabile per i giornalisti, per la serenità e l’autonomia del proprio lavoro, per la qualità del servizio da assicurare ai cittadini (informazione, cultura, spettacolo). Non è accettabile neppure per tutti gli altri operatori dell’azienda e questa situazione sta diventando un danno per i cittadini italiani. In fondo sono loro i veri azionisti di un’azienda le cui quote azionarie sono possedute, in nome loro, dal Ministero dell’Economia. Il Ministro Siniscalco alla Commissione di Vigilanza non ha dato risposte se non cortesi ed educate considerazioni tecnico formali. Sarà pure un tecnico ma, in quanto Ministro di punta del Governo del Paese, da lui e dall’intero esecutivo era lecito attendersi iniziative di soluzione; anche per applicare la norma garantista sulla nomine Rai di una legge (la Gasparri) negativa assai, voluta non certo dal Sindacato dei giornalisti o dalle altre categorie ma dal Governo. Lo sciopero, annunciato per settembre dai principali sindacali Rai, è un passaggio obbligato di una mobilitazione civile che deve diventare più vasta.